Su per le scale verso il Quirinale

Dire “il colle più alto”, per descrivere il Quirinale, è espressione di chiara valenza simbolica.

Però le basi del primato stanno anche nell’orografia cittadina: roba di pochi metri, giacché l’altezza media dei colli ne misura una cinquantina.

Rimane il fatto che per arrivarci, al colle che a volte spunta perfino la maiuscola, tocca salire, in particolare se si parte dagli altri palazzi della politica.

Dirittura d’arrivo di questa ascesa è via della Dataria, strada che si conclude con un’ampia curva a destra, detta salita di Montecavallo e diretta alle Scuderie del Quirinale.

Per il Quirinale vero e proprio invece, inteso come palazzo, c’è da salire una scala, che in quanto prosecuzione della salita dà l’impressione che la strada si impenni poco prima del traguardo.

Parte larga, e salendo si stringe un po’, a voler insistere coi simboli. La compongono tre rampe di diciassette scalini ciascuna, e in cima la piantonano nove colonnotti di marmo, più uno di fianco, come fosse una riserva pronta al subentro.

Fa effetto, vista la collocazione e i tempi, che portino il nome tecnico di dissuasori.

Alla base della scala, reale fino alla nascita della repubblica, un cartello rammenta che siamo nel rione Trevi. Più in basso a destra fa altrettanto, con maggiore evidenza, la fontana omonima.

Non fosse assurdo parlare con le cose, verrebbe voglia di rivolgersi agli scalini, e ai colonnotti, e dire solo, per esempio, “mi raccomando”

Può capitare di ricordarsi che qui, a Fontana di Trevi, era rimasto ad abitare Pertini, e di osservare che in effetti il Quirinale è a due passi. Si arresta, la memoria di Pertini, al pensiero che l’uomo non apprezzerebbe nostalgie.

In cima alla scala, una distesa record di sampietrini ricorda che quel posto è Roma. Ma, cosa rara in città, è soprattutto Italia.

Non fosse assurdo parlare con le cose, verrebbe voglia di rivolgersi agli scalini, e ai colonnotti, e dire solo, per esempio, “mi raccomando”.

[Alessandro Mauro è l’autore di Se Roma fatta a scale (Exòrma, 2016) e Basilio – Racconti di gioventù assoluta (Augh!, 2019)]

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