Il punto di vista delle pittrici in una mostra a Palazzo Braschi

Fino al 23 giugno 2025, una mostra dedicata ad artiste che lavorarono nella Capitale tra il Cinquecento e l’Ottocento.

 

Esposti da novembre a giugno, a Palazzo Braschi, una serie di ritratti e di opere realizzati o dedicati ad artiste donne che lavorarono a Roma a partire dal XVI secolo, con un percorso che giunge fino all’Ottocento. La mostra, ricca di spunti e di tele, permette l’immersione in un mondo poco esplorato: l’espressione artistica e gli stili adottati dalle donne – dalla Gentileschi(1593-1654)  alla Kaufmann  (1741-1807)  – che lavorarono a Roma nel corso di quattro secoli, donne spesso non comprese (a parte la Kaufmann che dell’arte fece un potere culturale nel suo ‘salotto’ dell’epoca) ma che hanno  fatto di Roma il loro luogo di studio e di lavoro con una ricca produzione.

Il percorso, sia cronologico che tematico, descrive il progressivo inserimento di queste pittrici nel mercato internazionale e l’accesso, mai semplice, alle più importanti istituzioni della città, quali l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon.

Essere donna di talento non era semplice e il primo ritratto esposto, quello che accoglie e prepara il visitatore, è dedicato alla ritrattista –  la cui identità è ignota – ripresa da Pietro Paolini nei primi decenni del XVII secolo: la giovane pittrice di nature morte guarda intensamente verso lo spettatore mostrando con orgoglio gli strumenti del mestiere. A seguire Artemisia Gentileschi con tre importanti opere:  Cleopatra, drammatico e al contempo sensuale; L’Aurora, opera dall’iconografia inedita; infine, del periodo napoletano, Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, dai toni intensi e tenebrosi. Uno sguardo particolare, a chiusura del XVIII secolo va al lavoro di incisore di Laura Piranesi e altre pittrici che, con il loro operato, consolidano, sempre a Roma, la presenza nelle accademie e il successo nel mercato dell’arte. Un percorso al femminile tra artiste che in comune, probabilmente, hanno l’aver ottenuto accesso all’arte solo attraverso la bottega di un padre, di un fratello, di un marito e di aver lottato per la propria autonomia.

Il percorso di visita si conclude con le ultime tre sale, articolate per temi: soggetti religiosi e di storia, ritratto, e infine paesaggio e natura morta. Il XIX secolo, in tale contesto, si apre con Erminia De Sanctis e Virginia Barlocci, che riemergono anche dal mercato antiquario e costituiscono un’assoluta novità espositiva.

Per facilitare la scoperta delle altre opere in città è disponibile una mappa in un depliant, con le indicazioni di tutte le opere di artiste del periodo esposte in luoghi pubblici e accessibili.

Fino al 23 giugno 2025.

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