La mascotte del Giubileo: scherzi da prete
Il 28 ottobre scorso è stata presentata Luce, la mascotte del Giubileo 2025, disegnata da Simone Legno, fondatore del brand Tokidoki.
Capisco che il Giubileo ha da sempre poco di sacro e molto di profano, visto che se lo inventò Bonifacio VIII nel Trecento per fare cassa, per rilanciare il turismo a Roma, per ridare fiato a taverne e bed and breakfast dell’epoca… Però, al di là dei motivi spesso nascosti e “indicibili” di certe decisioni ecclesiastiche, la Chiesa è sempre stata all’avanguardia sul piano della comunicazione.
Da quel punto di vista, tanto di cappello.
Quando doveva lanciare una campagna di marketing per una sua qualche iniziativa, chiamava gente del calibro di Michelangelo o di Raffaello, gente che a livello d’immagine ci sapeva fare parecchio.
Ora invece, questa mascotte del Giubileo 2025, un pupazzo che ha l’appeal di un cetriolo, il misticismo di un cinepanettone, la simpatia di un orzaiolo, oltre tutto dall’aria inspiegabilmente giapponese – i profondi legami fra la cultura pop giapponese e il Vaticano, francamente, al momento mi sfuggono – cos’ha di bello, di sensato, di attraente, di coerente col messaggio sacro di cui dovrebbe essere portatrice?
Mistero della fede.