Guida ai fiumi di Roma, tra storia, bellezza e ferite della modernità

Una segnalazione da Sapereambiente: Nel volume “Guida ai fiumi di Roma”, Stefano Marinucci racconta e invita a percorrere, di stagione in stagione, corsi d’acqua noti e meno noti, spaziando tra epoche, mitologie e natura offesa.

L’antropizzazione selvaggia ha modificato i paesaggi, ha colpito al cuore la nostra memoria collettiva, ha stravolto il rapporto autentico dell’uomo con la natura, custode degli elementi primordiali. A partire dall’acqua: preziosa per la vita, necessaria per lo sviluppo e l’incontro delle civiltà, mitica e sacra. Custodita nei secoli dai fiumi che oggi rischiano di scomparire o che già non ci sono più, come ci spiega Stefano Marinucci nel libro “Guida ai Fiumi di Roma” (Intra Moenia, 2024).

Nomi e (per)corsi, tra passato e presente

Del fiume Almone, ad esempio, sembra rimaner vivo soltanto il nome, inghiottito ormai dentro una cloaca. L’Arrone è invece un habitat per gatti radioattivi, chiuso. È scomparsa la fauna, ma è ancora possibile passeggiare tra le rovine etrusche di Careia. Con una narrazione che incuriosisce il lettore e smuove le coscienze e la morale, Marinucci nel suo nuovo lavoro ci propone sentieri e percorsi naturalistici, scorci di mondi obliati, come l’antica città Ficana, ma anche paradisi più conosciuti: il Bosco Sacro e l’Oasi Bosco Foce dell’Arrone, una delle costiere tirreniche laziali più intatte. Il viaggio prosegue, si toccano le acque del distretto più inquinato d’Europa. Malagrotta è una ferita ecologica aperta. Nella valle Galeria dove non c’è più l’antichissima famiglia patrizia Galeria, si vede soltanto un paesaggio deturpato, occupato da discariche e depositi di carburante. Muoiono intanto i pesci nelle acque del Melfa. Un fiume violentato per interessi economici. Eppure è stato un luogo di culto per i popoli italici: MarsiPeligniSannitiVolsci. Conosciuto per il tempio dedicato alla dea Mefite. Il Melfa non ce la fa a resistere, anche se continua a costeggiare i ruderi del Castello dei Conti d’Aquino, dove sarebbe nato nel 1225 il filosofo e teologo Tommaso. Qualcuno prova a esplorare il fiume a piedi, ma dell’antico corso d’acqua rimane solo un torrente in estinzione!

 

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(la foto del titolo, con licenza creative commons, è di Kostandin Minga ed è stata pubblicata su Flickr.com)

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