Scuola da record, di crolli. Specialmente nel Lazio

Il rapporto di Cittadinanzattiva, diffuso la settimana scorsa, registra un record negativo – 70 crolli nell’ultimo – mentre gli oltre 40.000 edifici scolastici italiani continuano a versare in uno stato di abbandono: quasi il 60% non ha agibilità e prevenzione antincendio, meno del 15% è antisismico. Il Lazio tra le Regioni peggiori.

Sono 70 i crolli avvenuti tra settembre 2023 e settembre 2024 nelle scuole italiane, il numero più alto degli ultimi sette anni. Lo attesta il XXII rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, presentato nei giorni scorsi a Roma da Cittadinanzattiva. Gli episodi censiti, che hanno provocato il ferimento di 9 studenti e studentesse, 3 docenti e 2 collaboratori scolastici, 1 educatrice e 4 operai, sono per due terzi distacchi di calcinacci o intonaco, solai, soffitti e controsoffitti (45 casi).
La cause, secondo gli autori del Rapporto, vanno rintracciate “nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire”.
La distribuzione territoriale vede per una volta Nord e Sud alla pari, 28 crolli ciascuno, mentre al Centro sono la metà, anche se, come vedremo, il Lazio presenta una delle situazioni più arretrate di tutto il paese, insieme alla Sardegna.

Scuole in abbandono

Spesso è stata la fortuna a proteggere allievi e personale scolastico, facendo avvenire i crolli di notte o a scuole chiuse, come nel caso del crollo del controsoffitto della scuola primaria Paliotti di Terontola, in Toscana, il 24 giugno, e del solaio della scuola elementare Morabito di Mileto, in Calabria, scoperto il 28 giugno dalla dirigente scolastica e che, scrive Cittadinanzattiva, ha suscitato enorme perplessità perché l’edificio di recente era stato chiuso per due anni per essere sottoposto a lavori di ristrutturazione (la riapertura è avvenuta nel settembre 2022).
Pochi giorni prima, il 4 giugno, a Bergamo due alunni dodicenni della scuola media Codussi sono stati feriti dal crollo di una finestra caduta addosso a loro e ad altri due compagni. Il 19 settembre 2023 era stata una maestra dell’Istituto comprensivo Manzoni dell’Appio-Latino a Roma a finire in ospedale ferita da una finestra cadutale addosso mentre cercava di aprirla. L’8 novembre una finestra cadeva sui banchi dell’Istituto Rossellini, sempre a Roma, nell’orario di lezione, fortunatamente senza feriti: l’incidente è stato provocato in questo caso dai rami di un albero che doveva essere tagliato, senza però allontanare gli studenti dalla classe per il tempo necessario alle operazioni.
Nei giorni precedenti, ancora nella Capitale, al Liceo Ripetta, poche centinaia di metri dal Parlamento, nel giro di 24 ore per due volte dei vetri si staccavano da vecchi infissi e precipitavano, ferendo tre persone. Insomma, non solo problemi strutturali, che richiedono interventi costosi e lunghe procedure di affidamento dei lavori. Riparare una finestra o rimuovere vetri a rischio caduta è un’operazione che si può fare in tempi brevi e a costi ridotti. Eppure, evidentemente, spesso non viene fatto.

Il Rapporto di Cittadinanzattiva ci dipinge il quadro desolante di una scuola abbandonata a se stessa. Sono oltre 40.000 gli edifici scolastici in Italia, un terzo concentrato in tre regioni: Lombardia, Campania e Sicilia. Di questi circa metà sono stati costruiti nelle due “ondate” di nuova edilizia scolastica, tra il 1950 e il 1970 e poi tra il 1976 e il 1992. Con l’arrivo della Seconda Repubblica il ritmo precipita e sono meno di 5.000 i nuovi edifici. Ma soprattutto a mancare sono le manutenzioni di patrimonio quasi metà del quale ha ormai mezzo secolo. A Roma le scuole costruite dopo il 1997 sono 25 su 1067.

Lazio maglia nera

I risultati di quest’inerzia sono agghiaccianti. Il 59,6% degli edifici scolastici non ha l’agibilità, il 41,5% non ha il collaudo statico e il 57,68% la prevenzione incendi.
Se guardiamo ai dati regionali, a guidare la classifica del demerito è il Lazio: 81,3% degli edifici senza agibilità (solo Sardegna e Val d’Aosta fanno peggio con oltre l’84%); 64,67% senza collaudo statico, il peggior dato in assoluto; 77,16% senza prevenzione antincendi, anche qui il dato peggiore, 7 punti sopra la Calabria e 6 sopra la Sardegna.
Dati ancor più gravi se si tiene conto che oltre il 40% delle scuole si trova in zone a rischio sismico 1 e 2, le più elevate, complessivamente 4 milioni e trecentomila studenti.
Eppure le scuole statali adeguate sismicamente sono il 3%, quelle migliorate sismicamente il 3%, quelle costruite secondo i criteri antisismici previsti dalla normativa il 13%, dati al netto di un 42% di scuole che non hanno fornito alcun dato.
Anche in questo caso il Lazio si distingue: 1% gli edifici adeguati alle norme antisismiche (solo la Sardegna fa peggio con lo 0,7%); 0,9% quelli migliorati sismicamente (pari “merito” con la Sicilia, fanno peggio Campania e Sardegna); 5,5% quelli progettati secondo le normative (fa peggio la Sardegna con lo 0,6%). Il Molise, per intenderci, ha l’8,9% di edifici adeguati, il 7,2% migliorati, il 30,7% progettati a norma. Inoltre, esistono ancora scuole statali prive del Documento di Valutazione del Rischio, che dovrebbe vagliare i vari tipi di rischi (statico, incendio, chimico ecc.) e indicare le contromisure, e del piano di evacuazione. Il dato più basso in Abruzzo, dove ce l’hanno un terzo delle scuole, il più alto nelle Marche, dove siamo intorno al 95% (il Lazio in questo caso fa benino, attestandosi sul 78%).

 

Barriere architettoniche ovunque

A integrare la panoramica sullo stato delle scuole italiane, il rapporto tratta anche aspetti meno legati alla sicurezza, ma connessi al livello di civiltà di un Paese. Cittadinanzattiva cita i dati ISTAT sull’accessibilità: il 60% delle scuole presenta barriere architettoniche e solo rispettivamente il 16,7% e l’1,2% sono dotate di adeguati sistemi di segnalazione visiva o acustica per sordi e non vedenti.
Inoltre, esistono ancora scuole prive di impianti di riscaldamento: solo 13 regioni hanno oltre il 90% di edifici dotati di un impianto di riscaldamento centralizzato. In Calabria e Campania circa un terzo delle scuole ne è sprovvisto. In Friuli Venezia Giulia, una delle regioni più fredde del paese, un quinto delle scuole è senza. Ma anche in Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia si registra un significativo 15%. Nel complesso questo porta la percentuale nazionale delle scuole con un impianto di riscaldamento all’89%.
Insomma, mentre la Camera approvava (con quasi 150 deputati che non hanno votato) il ddl Valditara, che prevede un inasprimento delle misure disciplinari, per esempio per chi occupa e danneggia gli edifici scolastici, non altrettanta severità è riservata a chi lascia quegli stessi edifici la lascia sull’orlo del crollo.

 

Un concorso fotografico

Contestualmente, Cittadinanzattiva ha lanciato un concorso fotografico rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio nazionale sulla sicurezza strutturale ed interna degli edifici, ma anche sui rischi naturali come terremoti e alluvioni.
Ogni scuola potrà partecipare con uno o più scatti, frutto di un lavoro collettivo, corredati dalla apposita documentazione indicata dal regolamento e da uno slogan/messaggio che si intende veicolare. Le foto, potranno essere realizzate con smartphone o fotocamere digitali, e andranno inviate via mail al seguente indirizzo di posta elettronica: scuola@cittadinanzattiva.it entro e non oltre il 28 febbraio 2025.

Una giuria di esperti, visionerà e valuterà i lavori pervenuti e sceglierà 3 vincitori. In palio, una targa ed una donazione in denaro per la scuola, che saranno consegnati, durante la cerimonia della nuova edizione del Premio Buone pratiche Sicurezza e Salute a scuola “Vito Scafidi” che si terrà il prossimo aprile a Roma. SCARICA IL REGOLAMENTO

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