Un futuro di intensi colori. Le opere di Mira Brtka alla Galleria Nazionale
Il titolo della mostra dedicata a Mira Brtka sembra lanciare una sfida: un “futuro dietro di noi” è omaggio di tipo rinascimentale all’Arte o connota quel senso di perdita collegato al panorama culturale odierno?
Di Mira Brtka (1930 – 2014) tutto si può dire, meno che fosse una personalità nostalgica o disfattista: nella sua produzione, che ha attraversato gli anni Sessanta della Roma in pieno fermento, gli spunti romani hanno prodotto la massima versatilità.
Nata a Novi Banovci, Mira Birtka completa, nel 1953, gli studi presso l’Accademia di Cinematografia di Belgrado e si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel 1963; di qui, passo dopo passo, sviluppa uno stile pittorico astratto, dai colori accentuati e spesso in rilievo, tramite l’utilizzo di forme capaci di restituirsi allo sguardo a seconda della luce o delle ombre.
Le opere su carta che appartengono al ciclo ‘Geometria Organica’, serie di collage di diversi spessori, sono omaggio a Nabuya Abe, pittore giapponese e maestro riconosciuto della Brtka; con il tempo, dalle sculture si passa al filo metallico, quindi alla creazione di ricami sui generis che, oggi, verrebbero definiti ‘fashion design’.
Nello stesso periodo, infatti, grazie alla collaborazione con i registi Alberto Lattuada e Pietro Germi, la Brtka crea uno stile che, nel Sessantotto e ancora oggi, è detto ‘folk’: abiti che evocano, per l’utilizzo dei tessuti e per il disegno, la vita contadina serba.
La mostra, aperta fino all’8 settembre, offre lo spunto per visitare le preziose collezioni della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, con i dipinti di Boldini, Corcos e importanti rappresentanti del Novecento.