“Cambia macchina, te lo chiede l’Europa”
La questione della nuova Ztl è seria, non si può liquidare su due piedi, l’aria di Roma fa abbastanza schifo, le auto ne sono una causa maggiore e nessuna risposta può essere contemporaneamente efficace e priva di impatti sulle vite e le abitudini dei romani. La strada maestra dovrebbe essere però, prima di ogni altra, togliere più auto possibile dalla strada e trasferire sul trasporto collettivo quante più persone si può. Poi tutto il resto.
Viene da chiederselo, leggendo le ultime dichiarazioni dell’amministrazione capitolina nel dibattito sulla nuova Zona a Traffico Limitato, delibera che sta provocando reazioni preoccupate e/o arrabbiate in larghe fasce di cittadinanza, perché dal prossimo novembre vieterà la circolazione nella Fascia Verde (un bel pezzo di città dentro il Raccordo) alle auto diesel euro 4 e da novembre 2024 alle euro 5.
In pratica il responsabile delle politiche della Mobilità di una delle città con più traffico e più auto per abitante del mondo dice: 1) che una delibera che riguarda il principale mezzo trasporto dei romani non è un tema di mobilità; 2) che se l’Europa non ci avesse multato per l’inquinamento forse non ne staremmo nemmeno parlando, ma visto che siamo costretti, l’unica soluzione è che chi ha un’auto vecchia la cambi e 3) che al Campidoglio speravano la prendessimo meglio, ma in effetti capiscono che qualcuno possa non avere i soldi, quindi tranquilli, si aggiusterà il tiro.
Alla faccia dell’ambizione e della sintesi politica.
Non solo perché, se per alcuni inquinanti come gli ossidi di azoto eliminare i diesel più vecchi fa differenza, per altri invece, come le polveri sottili, in ambiente urbano il grosso del problema è la risospensione, cioè le nuvole di PM10 e PM2.5 sollevate dal passaggio dei mezzi circolanti: che siano Euro 0 o Euro 6, a benzina, diesel, ibridi, elettrici, o a cavalli non ha importanza, più sono e più monnezza c’è nell’aria (e viceversa).
Ma soprattutto perché il traffico è una dei principali fattori che rendono questa città meno vivibile di altre e se vogliamo respirare meglio, in senso metaforico oltre che fisico, bisogna una buona volta decidersi a ridurlo.
È impensabile riuscirci, però, se la necessaria stretta all’uso dell’auto, che farà imbestialire sempre molti, non viene accompagnata da una credibile rassicurazione che le vite dei cittadini resteranno praticabili.
Lo spompato comunicato di Patané non ci prova neanche, e così non si va lontano, anzi neppure si comincia.