Con Paulo niente è impossibile
Con un campione niente è precluso e Paulo Dybala, nel momento in cui non soffre di problemi fisici, lo è. Ieri sera, sfruttando due assist dì Abraham, l’argentino della AS Roma ha siglato due gol, il primo di pregevole fattura e il secondo da vero rapace d’area. Senza avere l’ossessione del gol ma col desiderio di aiutare sempre i compagni, si è rivelato il cecchino infallibile che può condurre la squadra in un viaggio sfavillante.
L’attesa per Roma Fiorentina è stata focalizzata sulla dialettica tra Mou e Tiago Pinto più che su la consistenza dell’avversario. I viola, guidati da Italiano, rappresentano sempre un avversario ostico. L’allenatore di Setubal fa il suo mestiere utilizzando frasi sibilline e silenzi prolungati, a reclamare un rafforzamento dell’intelaiatura della squadra, ma Tiago Pinto, al netto di errori di mercato, ha messo a disposizione del trainer una rosa più che valida che può aspirare al quarto posto in campionato per poi accedere alla tanto agognata Champions League.
Nella formazione iniziale, data l’assenza per influenza di Zaniolo, ci sono Kumbulla, Bove e Pellegrini. Finalmente Mou ha dato fiducia al difensore veneto-albanese e al centrocampista romano, spesso bistrattati. Inoltre ha mandato in campo il capitano dopo che nell’ultimo incontro è uscito per un fastidio muscolare. Vista l’abbondanza in attacco, si poteva non rischiarlo almeno dall’inizio. Il difensore ha disputato una gara pregevole mentre il centrocampista, pur avendo combattuto ferocemente, è stato un po’ troppo impreciso. Pellegrini invece prevedibilmente sì muoveva lentamente in campo, non riusciva a fronteggiare adeguatamente Amrabat e si rendeva pericoloso solo in un’occasione in tutta la partita. Nelle interviste post match, Mou rivendicava la sua richiesta al capitano di scendere in campo anche se non al meglio: sollecitazione inspiegabile sia in considerazione della possibilità di un infortunio serio sia per le diverse scelte a disposizione.
La sfida di ieri ha confermato il raggiungimento di una maggiore solidità difensiva nell’ultimo periodo. La Roma ha potuto chiudersi in difesa senza subire azioni pericolose da parte dei viola. Invece in fase offensiva ha sfruttato al meglio Celik e Zalewski, entrambi in vena.
Nota finale, sull’arbitro: inspiegabilmente non concedeva un rigore per fallo di mano di Ikonè in area e nemmeno il VAR interveniva.