Una guida di Roma, ma non per i soliti turisti
S’intitola “111 Luoghi di Roma che devi proprio scoprire (vol.2)” ed è una curiosa guida scritta da Gabriele Santoro per Emons, casa editrice nota da anni per i suoi audiolibri di successo.
Le guide di Roma per turisti sono un classico consolidato almeno dai tempi del Grand Tour, a partire dal Settecento, quando i rampolli delle famiglie aristocratiche e facoltose d’Europa viaggiavano per il Continente e soprattutto in Italia, Roma (e le sue rovine) compresa. Poi ci sono le guide non destinate per forza ai forestieri (categoria in cui rientrano genericamente i non romani, anche se sono italiani), ma a chi Roma vive (e che non per forza è romano). E tra queste andrebbe inserita 111 Luoghi di Roma che devi proprio scoprire, vol.2, scritta da Gabriele Santoro e fotografata da Stefano Dal Pozzolo, da poco edita da Emons (il volume 1 è stato scritto da Annett Klingner, è uscito da poco e confesso di non averlo letto).
Anzi, a dispetto del titolo, il libro di Santoro – un giornalista culturale che continuo a definire giovane perché ha 20 anni meno di me, che ha scritto per numerose testate e ora lavora a Tv2000 – parla forse più di persone, che di luoghi, come si scopre anche solo sfogliandolo.
Non ha un criterio geografico, il libro, anche se comincia dal Ghetto, cioè un luogo vicinissimo al Campidoglio, che è tradizionalmente il “centro” di Roma. Non ha neanche un criterio storico, perché inizia con la Resistenza. O meglio: il criterio forse è quello che non parla di storia antica, o quasi. Che è anche un modo per dire che sì, ok, la città museo va bene, però c’è pure altro, qui.
In certi momenti ho pensato che Gabriele Santoro abbia scelto in modo arbitrario chi inserire in questa guida: per esempio, quando parla di Alex Langer (“un politico, pacifista, scrittore, giornalista, ambientalista, traduttore e docente italiano”, scrive Wikipedia), a cui è dedicata un viale all’interno del parco di Villa Torlonia (non lo sapevo). Oppure quando parla di Malcom X per un graffiti che lo ritrae a Ostiense. Poi però ho concluso che è ovvio che un autore faccia scelte arbitrarie, di cui non per forza percepiamo la logica.
Non si tratta sempre di luoghi poco noti: al contrario. Molti lo sono eccome, però le storie che vi lega l’autore sono diverse. Alcune poi sono davvero sconosciute ai più, come quella degli scioperi di Primavalle nel Dopoguerra.
Insomma, se vi serve una guida turistica, lasciate stare questo libro. Se invece volete conoscere storia e storie (contemporanee, in sostanza) della città dove vivete, anche solo per un po’, è la lettura giusta, che restituisce la complessità – che non è solo complicazione – di Roma.