RR Sound: Suoni di mezza stagione

Una playlist da ben 24 pezzi che spazia tra indie pop e RnB, jazz e italo-disco, garage ed elettronica.

 

Goldkimono: Tears of the Sun
Goldkimono è l’olandese Martijn Konijnenburg, che ha intrapreso la carriera da solista dopo aver suonato nella band di Utrecht Leaf e aver scritto brani per altri cantanti, ed è anche candidato ai Moves Music Awards 2023, il premio Ue per gli artisti emergenti. Questo è probabilmente il brano più radiofonico dell’album, dal sapore estivo.

Magic City Hippies & Cool Company: Queen (Cool Company Remix)
Band di Miami che suona un pop indie ballabile, i Magic City Hippies sono giunti al successo grazie alle capacità di marketing su Spotify. Insieme al duo di Brooklyn Cool Company, che definiscono la loro musica come “RnB del futuro”, hanno messo a segno un singolo che resta in testa.

Kirby: New D
Un brano di RnB tanto classico nella musica, quasi da sembrare un pezzo Motown. quanto piuttosto esplicito nei testi (I need some new dick / A new man, a new tag along), che prende anche in giro Beyoncé (Replacing that ass like Beyoncé / Want you to meet my fiancé / Can’t wait to wavе that nigga all in your face / So close, so close, I hear you asking for space).

Marxist Love Disco Ensemble: Material
Una band bolognese che suona Italo Disco non negli anni Ottanta ma proprio ora: sono i Marxist Love Disco Ensemble. “From politburos, kominterns, we’ll take divine and overturn”, recita una strofa del pezzo, estratto da un bell’album che si intitola MLDE. 

Ezra Collective con Sampa The Great: Life Goes On
Quintetto jazz britannico di belle speranze, che si è formato nel 2019 e ha già ricevuto diversi premi e critiche positive. Questo brano, con la cantante Sampa, è tratto dal loro secondo album, un mix di stili diversi, compreso il reggae. 

Mykki Bianco & Michael Stipe: Family Ties
Michael Stipe è… Michael Stipe, cioè il frontman dei REM. Mykki Bianco è invece un rapper, un poeta e performer, che suona da una decina d’anni. Questo insieme a Stipe, è il primo brano in cui canta e non rappa. “Family Ties” parla dei rapporti tra un padre e un figlio.

Lolo Zouaï: Give Me a Kiss
Lolo Zouaï è una giovane cantautrice francese di origine algerina, cresciuta negli Usa, che canta sia in inglese che in francese. Prima autoprodotta, dal 2019, quando ha vinto un Grammy Award come autrice, ha iniziato una carriera fatta di numerosi singoli e concerti. Questo è un pezzo RnB ipnotico, costruito su dissonanze e autotune.

Kings Elliot: Butterfly Pen
Kings Elliot è una cantautrice britannica forse nota soprattutto per i  brani scritti per un famoso videogame (The Callisto Protocol). Questa canzone, ha spiegato, è una metafora dell’innocenza, prima che la vita sia turbata da un evento traumatico. 

Mademoiselle K: J’rêve d’un CRS
In italiano si potrebbe tradurre come “Sogno un celerino”. In questo caso, un celerino dolce, protettivo e premuroso, nell’ironica canzone di Mademoiselle K, cioè Katherine Gierak,  front woman dell’omonima band francese.

Bilal Hassani: Transfert Trottinette
La trottinette in francese è il monopattino. Bilal Hassani è una cantante francese che ha rappresentato anche la Francia all’Eurovision nel 2019. Questo è un divertente brano dance pop.

Baby Tate: Pedi
Una rapper americana e una canzone che ricorda un po’ le Salt’n’Pepa in versione acida, e che è sulla scena dal 2015, quando aveva 19 anni. I suoi brani sono pieni di messaggi sessuali, e anche questo non sfugge alla regola (I’m a petty ass bitch, don’t try me… I’ll send a screenshot to your mommy / Don’t trip ‘cause that shit won’t fly, please).  

The Sacred Souls: Easier Said Than Done
Questo invece sembra un pezzo soul dal passato, ma è un brano nuovo di zecca di una band che si è formata soltanto nel 2020 e ha già parecchio successo proprio per questo suo taglio nostalgico.

Gyedu-Blay Ambolley: Footprints
L’attacco di questo brano ricorda un po’ un classico, Inner City Blues di Marvin Gaye, ma poi il musicista ghanese Gyedu-Blay Ambolley – una stella del jazz-funk non solo africano, ci costruisce sopra un ritmo Blue Note.

Lucrecia Dalt: Atemporal
Qualcuno ha parlato di bolero fantascientifico per la colombiana Lucrecia Dalt che, trasferitasi a Berlino, suona musica elettronica piuttosto sperimentale, dopo gli esordi dance.

Louis Cole: Dead Inside Shuffle
C’è tanto Stevie Wonder dentro l’attacco di questo pezzo dell’americano Louis Cole, cantautore e polistrumentista che non disdegna la musica elettronica e anzi la fonde col jazz.

Kutiman & Dekel: My Everything
Altro pezzo pop che suona molto retrò, “My Everything” di Kutiman, musicista e produttore israeliano ormai da diversi anni sulla scena, che nel suo album miscela tanti stile diversi.

Cool Customer: Word To The Mother
Il newyorkese William Allocca è Cool Customer, l’autore di questo pezzo trascinante che mette insieme jazz, hip hop e molta elettronica.

Open Mike Eagle: Multi-Game Arcade Cabinet
Rap + elettronica 8 bit: un grande effetto, per questo pezzo di un esponente del rap underground.

Souad Massi: Dib El Raba
Comincia come un pezzo country, si direbbe, ma poi la voce è araba. Lei è una cantautrice berbera algerina, che vive in Francia e si esibisce in mezzo mondo. E questo è un pezzo folk ispirato a Bob Dylan e Joan Baez, dice. 

Bomba Estéreo & Manu Chao: Me Duele
Loro sono colombiani (il loro pezzo più famoso è Fuego) e forse in Italia sono più noti per aver lavorato con Jovanotti. Qui suonano una cumbia con la chitarra riconoscibilissima di Manu Chao (E fa male, e fa male, e fa male, e fa male, finché non fa più male, dice il ritornello).

Bedouin Soundclash with The Skints: Shine On
Nel gioco delle assonanze, questo comincia un po’ come un pezzo dei Madness (e in effetti i canadesi Bedouin Soundclash vengono dallo ska e suonano da una ventina d’anni), poi però diventa un gradevole inno pop.

The Black Lips: Love Has Won
Garage band americana, sulla scena ormai da un bel po’, e con concerti in mezzo mondo, anche se non ha mai sfondato. Il loro stile sembra quello di una qualche band punk-rock inglese. Pezzo non male.

The Dears: Instant Nightmare!
Suona retrò, con quei violini, anche questo bel brano dei canadesi (di Montreal) Dears.

Fake Palms: Visions
“Visions”, dei Fake Palms (canadesi pure loro, ma di Toronto), completa l’angolo rock nostalgia. Questo brano suona molto più punk degli altri due.

 

[La foto del titolo è relativa al concerto degli Stereolab a Ciampino, il 10 novembre 2022)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.