Viale Jonio, l’acquedotto e le caditoie
Per chi il 20 settembre si fosse trovato a passare nella zona di viale Jonio, il dubbio di trovarsi in una calle di Venezia era più che giustificato. Le strade erano diventate un fiume, un Canal Grande. Data la vicinanza della zona con quel fiume, qualcuno avrà forse pensato che l’Aniene fosse esondato, come in una vecchia canzone di Corrado Guzzanti, nelle vesti di Antonello Venditti.
“Strade allagate acqua nei piedi e su di noi, cuori bagnati ed i miei schemi contro i tuoi – diceva quella canzone – Il cellulare cade in acqua nella via. Me l’hai raccolto, hai detto ‘Scusa è colpa mia’. Lo guardi e leggi il messaggino di Daniela! E da quel giorno mi hai dimenticato, ma… ti ricorderai l’esondazione dell’Aniene!”
Però l’Aniene non era esondato. Il problema, che ha provocato un allagamento di vastissime proporzioni, è stata la rottura di un tubo sotterraneo, uno di quelli che fungono da vero e proprio acquedotto e trasportano l’acqua necessaria per un intero quartiere. Una fatalità, forse evitabile con una migliore manutenzione da parte di Acea, forse no.
Quello che invece risulta certo, anche perché da mesi nel terzo Municipio – quello in cui ricadono le strade coinvolte dall’inondazione – si dibatteva dell’argomento, con diverse question time e interrogazioni presentate in merito dall’opposizione, è che le caditoie, proprio nella zona di viale Jonio, risultavano in gran parte ostruite e necessitavano di una manutenzione. Manutenzione che non avrebbe certo impedito la rottura del tubo, ma avrebbe forse permesso un rapido deflusso dell’acqua, limitando i danni poi causati alle auto e ai negozi della zona.
Leo Longanesi diceva che l’Italia è un paese in cui alla manutenzione si preferisce l’inaugurazione. Quello di viale Jonio è sicuramente un caso fortuito, ma proprio mentre la manutenzione delle caditoie restava lettera morta, il Terzo Muncipio, il giorno prima del “disastro del tubo”, provvedeva all’inaugurazione in pompa magna della nuova sistemazione di piazza Sempione.
Una sistemazione che è stata fonte di feroci polemiche, criticata per le modalità d’intervento e per i costi ritenuti da qualcuno eccessivi, oltre che per il problema dello spostamento di una statua della Madonna, spostamento poi cassato dal progetto definitivo. Una sistemazione che, un po’ a sorpresa, è stata criticata persino dallo stesso presidente del Municipio, Paolo Marchionne, che si è lamentato pubblicamente per l’assenza di alberature nella piazza.
Forse, smentire finalmente quella vecchia e amara battuta di Leo Longanesi, diminuire in città il numero delle inaugurazioni, aumentando quello delle manutenzioni, manutenzioni anche banali, anche apparentemente non urgentissime – come era il caso delle caditoie di viale Jonio fino a due giorni fa, salvo poi divenire urgenti e indispensabili a causa dell’imprevista rottura del tubo – potrebbe risultare decisamente utile per tutti noi e utilissimo per Roma.