Il Mercato dell’Unità

A Roma c’è un mercato che era già un mercato prima ancora di diventare un mercato. Il suo nome ufficiale è “Mercato dell’Unità” anche se tutti lo conoscono come il mercato di via Cola di Rienzo.

Ufficialmente nasce nel 1928 nello storico quartiere di Prati a Roma. Viene realizzato in un stile Neoclassico, con un grande portale monumentale che affaccia su via Cola di Rienzo che ancora oggi lo caratterizza, rendendolo un unicum tra i mercati rionali capitolini.

In realtà, fin dai primi anni del Novecento, da quando la zona dei Prati di Castello cominciò a urbanizzarsi e a trasformarsi nel futuro quartiere Prati, molti commercianti avevano l’abitudine di aprire dei banchi in quello spazio dove oggi ha sede il mercato coperto, pagando una quota giornaliera.

Proprio per questo si decide di costruire lì una struttura coperta, istituzionalizzando quella usanza e trasformando il mercato in una situazione ben strutturata e stanziale. Un mercato ideato su più livelli.

Quello che oggi è il garage sotterraneo, infatti, fino alla seconda guerra mondiale era un piano interrato nel quale avevano sede i banchi di pesce e le pizzicherie, mentre al piano terra erano presenti i banchi della frutta e della verdura.

Ma il pezzo forte del Mercato dell’Unità era il suo tetto, in cui trovava spazio una pista di pattinaggio, prima assoluta in Europa nel genere e grande attrattiva per tutti i romani.

Alcuni residenti e commercianti della zona, raccontano che ancora fino a tutti gli anni Ottanta del secolo scorso, il tetto del Mercato era aperto al pubblico e fonte di attrazione. La pista di pattinaggio non c’era più, ma in compenso era presente un punto ristoro, per spuntini, feste e aperitivi.

Il mercato toccò il suo massimo negli anni Sessanta, quando vantava più di 130 esercizi. Poi, poco a poco, iniziò un declino. Negli anni Settanta venne chiuso per diversi anni, al fine di permetterne la ristrutturazione. Quel restauro fece sparire le quattro belle fontane con la testa di lupa, un tempo poste all’interno.

Oggi i banchi sono ridotti a non più di trenta, colpiti dalla crisi, dalla modifica delle abitudini alimentari, dal progressivo invecchiamento e spopolamento della popolazione residente a Prati, dalla crescita degli ipermercati.

A peggiorare la situazione – come si lamentano molti dei vecchi commercianti presenti lì – c’è anche il problema del ricambio generazionale, con pochi figli che portano avanti l’attività dei propri genitori.
Insomma, un vero peccato.

One thought on “Il Mercato dell’Unità

  • 10 Agosto 2024 in 8:54
    Permalink

    Sono nata e vivo nel rione Prati a Roma. Conosco dunque molto bene il Mercato dell’Unità, dove anche mia madre e perfino mia nonna si rifornivano, perfino degli avanzi, in tempo di guerra. Sono dunque rimasta allibita nel constatare lo scempio che dello stesso è stato fatto – nonostante sia patrimonio artistico del rione, e dunque soggetto a tutela (dovrebbe) della soprintendenza delle Belle Arti – con l’allestimento, all’esterno, di baraccopoli di lamiera metallica, che dovrebbero “sostituire” i banchi della merce ma che, di fatto, avevo scambiato per “cabine”-ripostiglio di attrezzi di lavori in corso o addirittura water chimici per i soliti stranieri. E’ uno schifo e una vergogna. Già la zona è stata scempiata dall’allargamento del marciapiede di Via Ottaviano e sempre per accogliere questi vandali che, diversamente, non erano abbastanza “comodi” per affluire in massa, direzione il solito s.Pietro, con notevole disagio per noi cittadini che per fare la spesa o acquisti vari dobbiamo fare lo slalom nelle vie laterali. Senza contare il RUMORE, continuo, martellante e incessante. Già, in passato, era stato stravolto il mercato di Via Andrea Doria, sostituito da un orrido palazzone di cemento che c’entra come i cavoli a merenda con l’architettura della zona. Sarebbe ora di dire BASTA. Lasciassero in pace NOI CITTADINI, che qui ci abitiamo e lavoriamo. Via le baraccopoli, i banchi devono stare all’interno del mercato rionale dell’Unità, se vogliono, gli stranieri, fanno le scale ed entrano. troppa fatica? . E’ uno schifo e una vergogna, dire che sono indignata è ancora poco.

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.