La spiaggia dei Polverini
Negli ultimi anni grosse polemiche e pareri assai contrastanti ha suscitato la realizzazione di uno stabilimento balneare – il Tiberis – sulle sponde del fiume che bagna la Capitale. C’è anche chi si è lamentato del fatto che, con Ostia e Fregene così vicine, Roma non ha certo bisogno di rinfrescarsi lungo le rive di un fiume.
Eppure per millenni e ancora fino alla metà del secolo scorso, era proprio il Tevere il vero e unico “mare di Roma”, quello che i romani frequentavano d’estate per avere un po’ di refrigerio e fare il bagno. E questo nonostante la costruzione dei muraglioni del Lungotevere – realizzati per evitare i periodici disastri provocati dalle piene – avessero portato via per sempre, a partire dalla fine dell’Ottocento, le spiagge fluviali che erano presenti in centro città.
Per ovviare al problema e non impedire ai romani di bagnarsi nell’acqua del loro fiume, nel 1895 venne infatti aperto, nella zona dell’attuale lungotevere Flaminio – all’epoca ancora poco urbanizzata e dunque priva dei muraglioni – un nuovo stabilimento balneare, che venne chiamato “dei Polverini”.
La vista che si poteva godere all’epoca era bucolica e riposante, con la verde collina di Monte Mario, che svettava dall’altro lato del fiume, ancora totalmente priva di costruzioni, e con la spiaggia di sabbia finissima, su cui erano stati allestiti ombrelloni e capanni.
Il nome “Spiaggia dei Polverini” non è dovuto, come forse qualcuno potrebbe immaginare, al cognome dei gestori di quell’arenile, bensì proprio ai granelli finissimi di sabbia – fini come polvere e che furono per questo ribattezzati “Polverini” – che erano il vanto di quell’area del fiume.
Fino a tutti gli anni Venti dello scorso secolo, la spiaggia dei Polverini fu sicuramente la più frequentata dai romani. Poi, l’apertura della ferrovia Roma-Lido – che rese molto più agevole la possibilità di recarsi al mare – e anche l’utilizzo di parte della spiaggia come sede di una colonia marina per ragazzi – i cosiddetti “Marinaretti del Duce” – portarono lo stabilimento a un lento declino e alla sua chiusura dopo lo scoppio della guerra.