Ingarellasse
Anche in questo caso – proprio come avvenuto per l’espressione romanesca “sei n’accollo”, di cui abbiamo parlato in altri articoli – a rendere il termine “ingarellasse” noto in tutta Italia, ci ha pensato soprattutto Michele Reich, in arte Zerocalcare, che di questo modo di dire fa largo uso, sia nel suo eloquio personale che nei suoi fumetti.
Chi è di Roma, sa bene che “ingarellasse” significa entrare improvvisamente in competizione per qualcosa o con qualcuno, a volte anche con uno sconosciuto e in modo spesso improvviso e improduttivo. La sfida che ne nasce può infatti essere causata da validi, ma anche da futili motivi e può portare a qualcosa di utile, oppure, il più delle volte, restare fine a se stessa. Il termine, per estensione, a volte poi prende anche il significato di “incaponirsi”.
L’etimologia di questo modo di dire potrebbe risultare piuttosto intuitiva: ingaggiare una gara, si trasforma facilmente, con una sorta di crasi – cioè di sintesi fra più parole – in “ingarellare”, dunque, detto in romano in “ingarellasse” per qualcosa o con qualcuno.
C’è però chi dice che alla nascita del termine abbia contribuito anche il nome di una nota fabbrica italiana di motociclette: la Garelli. Spesso, infatti, le sfide improvvise che venivano ingaggiate erano proprio quelle fra motociclisti. Da qui “ingarellare”, parola che racchiude in se un suono che, oltre a includere la parola gare, evoca anche le moto.
Non sarebbe la prima volta, d’altronde, che un termine poi passato nell’uso comune, nasce da un marchio commerciale. L’esempio di maggiore successo è, ad esempio, la parola scotch, che in italiano indica oggi tutti i nastri adesivi, anche se in origine scotch era solo la marca di un particolare tipo di nastri.