Il signore dell’anello – 4
L’avvicinamento verso sud del Grande Raccordo Anulare, sembra disegnato da un qualche ingegnere pazzo, o da qualche strano folletto, di quelli che si divertono a mettere zizzania di nascosto. Passata la Casilina, è tutto un allargamento e restringimento continuo di carreggiate e d’immissioni, che impongono alle autovetture in entrata e in uscita dei poco pratici incroci a ics, capaci solo di creare un perenne traffico.
Romanina, Tuscolana, Anagnina, condividono questo destino. Tanto che la strana e incongrua “variante dei lampadari” arriva quasi come un sollievo. È stata ribattezzata così quella parte di raccordo che, costeggiando alcuni capannoni commerciali – quasi tutti negozi di lampade – non segue un tracciato parallelo a quello del senso opposto di marcia, ma viaggia a serpentina in modo autonomo. Una soluzione resasi necessaria quando, per allargare a tre corsie per senso di marcia il GRA, si è evitato di abbattere proprio quei capannoni.
La variante dei lampadari termina poco dopo, in una discesa che, superata l’Appia, porta al grande sottopasso che, poco prima del Giubileo del 2000, permise di ricongiungere l sovrastante percorso dell’Appia Antica.
Il placido GRA
Sembra quasi un confine quel sottopasso, oltrepassato il quale, con la strada che risale ritornando in superficie, si arriva in una zona apparentemente più ampia, rettilinea e meno densamente costruita rispetto alla precedente.
È più un’illusione ottica che una realtà effettiva, ma le uscite dell’Ardeatina, della Laurentina, fino quasi alla Pontina, paiono suggerire maggiore relax alla vista e alla guida. All’altezza della via del Mare ecco che si incrocia nuovamente il fiume. Siamo nel suo lato sud, opposto a quello della diga e anche qui è quasi impossibile vederne il corso, nonostante la strada lo scavalchi con un ponte.
All’altezza della Roma-Fiumicino non è difficile notare frotte di autovetture che imboccano per quella strada. In realtà non tutti vanno verso l’aeroporto, perché la strada è stata concepita per convogliare lì anche chi è diretto alla Magliana, alla Pisana. Questo però permette di liberare il percorso successivo da una parte del traffico e d procedere più spediti.
Verso il ritorno
È un’illusione che dura poco, perché prima di via del Pescaccio, nuovi gruppi di autovetture s’immettono copiosi, provenienti dal litorale, ristabilendo una densità di traffico che non lascia correre rischi di horror vacui.
C’è un grande area di servizio poco dopo, quella di Pisana Interna, ma stavolta non ha senso fermarsi. Il mio viaggio nel grande anello romano sta per volgere al termine e per ritornare al punto di partenza. Ho già superato Casal Lumbroso e quell’uscita trentatré che è l’ultima fra le tante. Trentatré, come gli anni di Cristo.
Un viadotto in leggera curva, mi indica che stiamo ormai per avvicinarci nuovamente all’Aurelia. I sessantotto chilometri volgono al termine. Metto la freccia e quasi mi viene un po’ di nostalgia, come quando finisce una vacanza. E allora, per sentire meno la mancanza, quando prendo l’uscita uno zeppa di traffico, metto a palla un pezzo dei Tiger Fregna, come fossi il più trucido dei coatti:
G.R.A. sali su sta deathproof car
Se famo tutto er giro de la città
Famme ‘na pippa a du’ piotte sul viadotto
Inchiodo quando sburo e te ‘nfroci sul cruscotto!