Figure da cani
Forse qualcuno ricorda la vicenda, balzata un anno fa agli onori delle cronache, del ritrovamento di un inaspettato tesoro di 24 mila euro, avvenuto nella cuccia del cane della senatrice Monica Cirinnà e del marito Esterino Montino.
Era il 18 agosto 2021. Furono proprio i due coniugi a denunciare il curioso ritrovamento, avvenuto casualmente, mentre il figlio stava demolendo la cuccia insieme a un operaio. A seguito di quella denuncia, la procura aveva poi confiscato il denaro.
Ora, non si sa se su propria iniziativa, oppure se mal consigliata dai propri legali, la senatrice del Partito Democratico, tramite l’avvocato Giovanni Gori, ha chiesto un po’ a sorpresa al gip di “disporre la restituzione” della somma in suo favore, opponendosi alla confisca, poiché quei 24 mila euro si trovavano nel suo terreno.
Secondo il giudice delle indagini preliminari, però “la richiesta di restituzione non può essere accolta, poiché opera in questo caso la disciplina delle cose ritrovate”. Tale disciplina prevede che quanto sia stato ritrovato in modo fortuito, spetti solo per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore.
Nel caso specifico, dunque, anche a Fabio Montino, figlio di Esterino e all’operaio Fabio Rosati, per la quota di un quarto ciascuno. Dunque, per il momento, in attesa di chiudere tutti gli aspetti processuali della vicenda e di definire meglio le eventuali quote spettanti a ciascuno, le banconote restano sotto sequestro.
Certo è che, al di là degli aspetti legali della vicenda, per Monica Cirinnà questa richiesta si è ora trasformata in un clamoroso autogol a livello d’immagine. E proprio in campagna elettorale. Già lo scorso anno, sui giornali e sui social, era partito un florilegio di sospetti, di battute, di meme, d’ipotesi più o meno fantasiose su come quei soldi fossero finiti in una cuccia.
Dato poi che la cuccia era di proprietà di due noti rappresentanti politici, i sospetti al veleno si erano sprecati da parte dei loro avversari. Ottenendo sempre un grosso seguito social ad ogni nuovo post pubblicato contro i due esponenti PD e ad ogni nuova battuta, più o meno cattiva o più o meno ironica, ideata su di loro e sul loro cane.
Visto quel precedente, perché sfidare ora la sorte e, anziché attendere la conclusione dell’iter giudiziario, andare a reclamare subito del denaro, di cui i due coniugi protagonisti della vicenda non parrebbero avere urgenza, data la loro serena condizione economica?
Oltre agli emolumenti da senatrice di lei e da sindaco di Fiumicino di lui, infatti, la coppia è anche proprietaria di una fiorente azienda agroalimentare. Proprio quella nei cui terreni è stato ritrovato il “tesoro”.
Ovviamente, saputo della sua richiesta di restituzione dei soldi scoperti nella cuccia, il sarcasmo social su Monica Cirinnà – e sul suo cane – è tornato a scatenarsi: “Povero cane: dopo una vita di sacrifici ha perso tutto!” ha commentato qualcuno. “Quei soldi non li possono dare a lei, perché la richiesta deve essere espressamente fatta dal cane” ha sentenziato un altro.
Certo, dall’entourage di Monica Cirinnà ci si è affrettati a dire che quei soldi sarebbero poi stati subito devoluti in beneficienza, ma i suoi avversari hanno comunque avuto gioco facile nel mettere in giro la voce che la onlus che la senatrice avrebbe poi indicato come beneficiaria della donazione, sarebbe stata un’associazione politicamente amica e che, secondo qualcuno, lei stessa presiede.
Preso atto di tutto ciò, spero dunque per Monica Cirinnà che questo strano autogol comunicativo sia voluto. Che i suoi spin doctor e i suoi social media manager, abbiano scelto per lei la strategia del “bene o male purché se ne parli” e che dunque far parlare di sé, anche se male e per una questione fin troppo “chiacchierata”, finisca per risultare utile alla sua rielezione in Senato.
Perché se così non fosse, l’immagine che ne esce è abbastanza indifendibile. Cioè quella di una donna benestante ma fin troppo attaccata al denaro, capace di mettere a rischio persino la propria carriera politica, in una fase delicatissima in cui in gioco è il futuro del paese, pur di richiedere – legittimamente, per carità – qualche soldo in più, tra l’altro di dubbia provenienza, indifferente alla ricaduta negativa sulla sua immagine che tutto ciò avrebbe provocato.
Perciò sì, non c’è altra spiegazione: devono averglielo suggerito i suoi spin doctor, per farle avere della pubblicità gratuita in campagna elettorale. Che geni assoluti che sono i collaboratori di Monica Cirinnà! Oppure, in alternativa: che figura da cani!