Il cinema va allo Stadio

All’inizio venne “Ladri di biciclette”. Il capolavoro del neorealismo, è forse il primo grande film italiano in cui uno stadio romano ottiene un ruolo da protagonista. Nella drammatica scena finale, infatti, Antonio Ricci e suo figlio Bruno, sostano accanto a quell’impianto sportivo che oggi si chiama Flaminio, ma che all’epoca manteneva ancora il nome di “Stadio Nazionale”. Lo fanno proprio mentre si sta giocando una partita di campionato: Roma-Modena.

Che in quel momento il calcio non fosse ancora un irrinunciabile rito nazionale, come sarebbe diventato di lì a breve, lo dimostrano le parole di Antonio, così poco addentrato nelle questioni calcistiche, da dover chiedere al figlio Bruno se il Modena fosse o meno una buona squadra. Sarà proprio la folla che sciama fuori dallo stadio, a stoppare Antonio nel suo tentativo disperato di rubare una bici, salvo poi commuoversi e lasciarlo andare.

I mostri

Quando, nel 1963, Dino Risi girò il film a episodi “I mostri”, dall’Italia del dopoguerra si era passati a quella del boom e il calcio era ormai diventato il protagonista assoluto della vita romana e nazionale. Tanto che il personaggio interpretato da Vittorio Gassman in quella pellicola, è disposto a qualunque sotterfugio pur di recarsi allo stadio – che non è già più il Flaminio, bensì l’Olimpico – per vedere la Roma.

D’altronde, sempre Gassman, quattro anni prima, nel 1959, nel film “L’audace colpo dei soliti ignoti”, per seguire la Roma – o perlomeno per dire alla polizia di averla seguita – non si era risparmiato un costoso viaggio a Milano, pur di assistere a un Milan-Roma insieme a mille tifosi giallorossi, di cui 12 pregiudicati – “Una percentuale irrisoria, tra i laziali è molto maggiore” dirà in commissariato – dagli spalti di San Siro.

The Games

Nel 1970 lo stadio Olimpico sarà il protagonista anche di un film inglese, intitolato “The Games” e ribattezzato in Italia “I formidabili”, ambientato durante le Olimpiadi di Roma del 1960. La leggenda vuole che, nelle scene girate all’Olimpico, per simulare gli spalti gremiti, il regista Michael Winner abbia utilizzato ben quarantamila manichini.

Squadra antiscippo

È il 1976 e Tomas Milian, per la prima volta nei panni del noto commissario Nico Giraldi, sotto la regia di Bruno Corbucci, si recherà allo stadio Olimpico a seguire il derby, allo scopo di seguire alcune sue indagini, con tanto d’immagini della vera partita Roma-Lazio inserite all’interno del film.

Il tifoso, l’arbitro e il calciatore

Sei anni dopo, anche Pippo Franco seguirà un derby all’Olimpico, nel difficilissimo ruolo di tifoso “bigamo” sia della Roma che della Lazio, correndo di curva in curva, dalla Nord alla Sud, pur di non scontentare né il padre né il suocero, tifosi l’uno della Roma e l’altro della Lazio.

L’allenatore nel pallone

Nel 1984 il proprio ingresso all’Olimpico, ma non sugli spalti, bensì sulla prestigiosa panchina della Longobarda, lo farà Lino Banfi, alias Oronzo Canà, il mitico “Allenatore nel pallone”, che riceverà una lezione di calcio dalla Roma, subendo un umiliante 5-1 nella sfida contro i giallorossi.

Ultrà

Dalle risate con Banfi, al dramma con Claudio Amendola: nel film “Ultrà” del 1991, lo stadio Olimpico non è più lo scenario di goliardici scontri fra squadre e tifosi, ma è il teatro di sangue e violenze che contrappongono polizia e tifo organizzato.

Acab

Il tema del tifo violento all’Olimpico, è anche al centro del film “Acab”, del 2012. Un tifo violento che, stavolta, non è guardato dal punto di vista degli ultrà, bensì da quello dei poliziotti che si trovano per lavoro a dover fare fronte al fenomeno.

Lo chiamavano Jeeg Robot

“Er botto più grosso de tutti i botti, de tutti i bengala, de tutti i derby, de tutta la storia del calcio”: la lotta all’ultimo sangue fra Jeeg Robot e lo Zingaro, per sventare un attentato all’Olimpico durante il derby, è una delle scene cult di uno dei migliori film realizzati negli ultimi anni.

 

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