Vedé li sorci verdi
Nel mondo disneyano ci sono i famosi elefanti rosa, quelli che vede Dumbo dopo essersi ubriacato. A Roma prima e poi, per diffusione, in tutta Italia, ci sono invece degli inverosimili topi, curiosamente di colore verde che, chissà perché, incutono terrore. Da cosa deriva questo strano modo di dire, apparentemente così stralunato?
Un modo di dire, anche ambivalente. Può essere usato per indicare un grosso problema o un momento decisamente difficile da superare. È l’uso più comune, con cui viene impiegato la maggior parte delle volte. In questo caso, vedere i sorci verdi assume un significato molto simile a vedersela brutta. Mentre farli vedere a qualcuno, invece, diventa una pesante minaccia, un po’ come farla pagare.
Sebbene in questo senso sia meno diffuso, l’espressione può essere usata anche in modo positivo: vedere i sorci verdi diventa così un modo di esprimere entusiasmo e meraviglia. I sorci verdi in quel caso, si trasformano in una sorta di sogno inatteso, straordinario, proprio come gli elefanti rosa di Dumbo a cui si accennava prima.
Ma perché si dice così? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro al 1936, infatti, in piena epoca fascista, un reparto speciale della Regia Aeronautica, la 205esima Squadriglia, di stanza a Roma, scelse di adottare come stemma tre topi di colore verde. La scelta, quale simbolo, di tre animaletti, si deve al fatto che la squadra era la prima a volare su aeroplani trimotori.
I piloti della 205esima Squadriglia dimostrarono in Italia e all’estero le proprie abilità, vincendo numerose competizioni e, perciò, lo stemma venne subito adottato da tutto lo stormo di cui facevano parte e che fu coinvolto nei bombardamenti bellici.
Dunque “vedere i sorci verdi” divenne sinonimo di vedere gli aerei sfrecciare sopra le proprie teste e cioè capire che stava per scatenarsi il finimondo, tra bombardamenti, esplosioni, allarmi e macerie.