La Dolce Vintage
L’ultimo esempio, in ordine cronologico, si è avuto martedì 28 giugno. In quella Ostia che, negli ultimi anni, è stata citata quasi esclusivamente per questioni di mafia o di ordine pubblico, migliaia di persone si sono riversate in riva al mare, per animare una curiosa sfida fra dj dai capelli bianchi.
Ad animare la serata, è arrivato Frankie Hi-Nrg, un vero pezzo da novanta, sia per la sua notorietà, sia per il decennio in cui è stato maggiormente in auge. Poi c’era Stefano Righi, in arte Johnson Righeira, personaggio strafamoso negli anni ottanta, grazie al successo di “Vamos a la playa”.
E soprattutto c’era lui: Paolo Pasquali, il dj che animò anche il film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Un personaggio che è diventato la quintessenza stessa del revival, a partire dal nome d’arte con cui è divenuto famoso: Doctor Vintage.
Dunque, se gli ingredienti sono tutti “dantan”, il successo di uno spettacolo, a Roma e dintorni, pare assicurato, anche quando l’evento non può essere certo annoverato fra quelli più popolari, per tipologia e per fiche d’ingresso, come nel caso della serata ostiense.
Contemporaneamente, nella stessa data di fine giugno, lo Stadio Olimpico veniva invece riempito da Cesare Cremonini, cantautore che, da venticinque anni, ci ricorda sempre quanto sia bello andare in giro su una Vespa, proprio come facevano Audrey Hepburn e Gregory Peck, ai tempi di Vacanze Romane.
Qualche giorno prima, era stato invece Vasco Rossi a fare un grande bagno di folla, al Circo Massimo, presentandosi con parole che sembrano il mantra di un reduce: “Eh già, io sono ancora qua”. Prima ancora, a chiamare a raccolta i romani, ci aveva pensato anche sua maestà “Agonia”, ovvero il settantunenne Claudio Baglioni.
Sarà che, dopo due anni di stop, gli organizzatori di spettacoli e serate, per non sbagliare, puntano molto sul classico, certo il cartellone di eventi che sta animando la Roma del 2022, sembra arrivare, quasi per intero, dritto dritto dal secolo scorso. Il tutto con l’approvazione delle folle, che paiono gradire certe scelte “belle époque”, anche quando puzzano quasi di ripiego e di mancanza d’idee.
È pur vero che, a breve, arriveranno a Roma anche i concerti dei Maneskin e di Achille Lauro, di Ultimo, di Elodie e di Carl Brave e forse il discorso potrebbe cominciare a cambiare. Ma per intanto, è la generazione dei boomer ad aver preso e a mantenere saldamente il centro della scena.
Forse non è tanto e non è solo il segno di un invecchiamento dell’età media degli abitanti capitolini. Penso che più che altro ciò avvenga per una questione di rassicurazione. Dopo anni traumatici, in cui la pandemia prima e le notizie sulla guerra poi, hanno scosso i romani, rilassarsi sulle note tipiche di anni apparentemente più spensierati, come gli Ottanta e i Novanta, in fondo fa piacere a tutti. Anche a chi, in quegli anni, non era ancora nato.
E lo stesso accade anche quando si guarda ancora più indietro. Quando nella più importante via dello shopping romano, come via Cola di Rienzo, si decide di ripartire a organizzare eventi, come non accadeva più dal 2019, la scelta ricade, anche in quel caso, su un’idea enormemente vintage. E così, l’inizio della bella stagione, viene salutato da una grande sfilata di macchine degli anni Venti e Trenta del novecento.
Risultato: cinquantamila romani si riversano, fra Bugatti e Balilla, per le vie di Prati, ad assaporare il gusto di cento anni fa. Un periodo che, per ovvie questioni anagrafiche, nessuno dei partecipanti può davvero avere vissuto, ma che mantiene in sé il fascino di un’epoca leggendaria, favoleggiata e dunque, forse, più felice e spensierata dell’attuale.
Il fascino rassicurante di una Roma sparita, probabilmente mai esistita, ma che, lentamente, sta permettendo ai romani di rimettere il naso fuori di casa, senza essere per questo spaventati dalle novità – spesso poco incoraggianti – del presente.