I 15 minuti di Gualtieri, 6 mesi dopo
Il titolo del convegno di lunedì scorso riprendeva lo slogan della campagna elettorale: “Roma a portata di mano: la città dei 15 minuti”. Il sindaco Roberto Gualtieri però ha potuto partecipare soltanto in remoto, a causa della positività al Covid.
Nelle stesse ore in cui si svolgeva il convegno sulla città dei 15 minuti, avveniva la chiusura per molte ore della tratta Battistini-Ottaviano della metro A, costringendo decine di migliaia di romani ad arrangiarsi. Invece sabato, 48 ore prima del convegno, c’era stata un’altra prova della scarsa conoscenza dell’orologio e delle romane cose da parte del sindaco e del suo entourage: un open day per il quale ci si poteva recare in municipio a richiedere il documento d’identità senza alcuna prenotazione. Ma il risultato è stato che migliaia di cittadini, esasperati dalle attese che oggi occorrono per l’appuntamento, ne hanno approfittato, e alla fine la maggior parte di loro non ha potuto comunque ricevere il servizio del Comune per le lunghissime file che si sono create. Gualtieri si è scusato promettendo altri appuntamenti simili.
Da ultimo, stavolta poche ore dopo la fine del convegno sulla città dei 15 minuti, un guasto ai cavi filobus sulla Nomentana mandava il traffico in tilt e i bus registravano ritardi abissali con ricadute anche sul traffico privato, da Montesacro fino a Porta Pia.
La “città dei 15 minuti” ha poi perso lunedì un altro primato: quello del monumento più visitato in Italia, il Colosseo, che ha ceduto lo scettro agli Uffizi di Firenze. Poca cosa, certo, ma a chi va a Firenze basta guardare per terra e intorno agli Uffizi per fare un confronto impietoso con la sporcizia e i “saltafila” e gli “antichi romani” minacciosi che trovi intorno al Colosseo e capire che per riprendere quel primato occorreranno 15 anni e non 15 minuti.
Sempre al convegno sui “15 minuti” è stata presentata una ricerca dell’osservatorio Izilab che dimostra come l’accessibilità alle scuole per i giovani romani sia decente intorno al centro, il I municipio, e ad “accessibilità più bassa” – diamola per buona, in questa forma educata usata dai ricercatori – in tutta l’area a ovest, XIV, XIII e XII municipio.
La stessa ricerca ci dice anche che l’indicatore sulla salute risulta elevato sempre intorno al centro di Roma e nelle zone adiacenti al Raccordo dove sono i grandi ospedali: ma la stragrande maggioranza dei romani vive molto più lontana dei 500 metri da un servizio sanitario previsti per ottenere un buon indice di salute.
La stessa ricerca ci dice anche che l’indicatore sulla salute risulta elevato sempre intorno al centro di Roma e nelle zone adiacenti al Raccordo dove sono i grandi ospedali: ma la stragrande maggioranza dei romani vive molto più lontana dei 500 metri da un servizio sanitario previsti per ottenere un buon indice di salute.
Sulla mondezza non si allenta poi la morsa dell’emergenza. Il sindaco si è dato sei mesi di tempo per trovare soluzioni al risanamento di Ama e all’individuazione dei siti per lo smaltimento. Per il momento i residenti di Cesano, Osteria Nuova e Anguillara Sabazia hanno scritto una lettera al sindaco Gualtieri e all’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi dichiarandosi contrari al progetto del biodigestore. Dopo la chiusura della discarica di Albano e il “no” di diverse Regioni a ospitare la mondezza capitolina, l’accentuarsi dell’emergenza è stato evitato dalla disponibilità dell’Emilia Romagna ad accogliere 11mila tonnellate di rifiuti trattati. Ora si punta ad aprire una discarica a Magliano Romano e a utilizzare cave esistenti per scaricare i rifiuti.
Gualtieri si era anche impegnato entro aprile a eliminare 100 mini discariche abusive: dal Comune fanno sapere di averne rimosse tre quarti.