Domani a Roma torna il caos di sempre
Il 15 ottobre è il giorno del giudizio, il D-day o come lo vogliate chiamare.
Nel bene e nel male finisce la Roma a scartamento ridotto, con meno traffico, meno manifestazioni, meno turisti cui ci eravamo abituati in questi due anni, finiscono gli arresti domiciliari od obbligo di dimora cui siamo stati in varie fasi costretti.
In parte, fortunatamente, tutto questo è già finito e in fondo, ma anche in superficie, ne siamo contenti.
Il movimento di persone era già di molto aumentato negli ultimi due mesi. Piazza del Pantheon tutte le mattine è quasi completamente occupata da una lunga coda a spirale di turisti che vogliono visitare il tempio di tutti gli dei, ora dedicato a Maria e anche ai nostri Re e a Raffaello.
Le arterie principali e molti autobus riproducono quei meravigliosi ingorghi cui eravamo abituati, Viale Trastevere, Viale Marconi, la tangenziale, viale Regina Margherita, la Colombo, la Tiburtina e la Tuscolana, la Casilina e la più sapida Salaria, etc, sono tornate quasi al loro antico fulgore di nuove consolari delle automobili.
Gli autobus, anche grazie ai controllori che li evitano come la peste, mantengono un livello di capienza intorno al 110% su alcune tratti e in alcuni orari, come da consuetudine centenaria. Gli studenti che hanno potuto hanno differenziato con bici, motorini e monopattini, o con il SUV della mamma, ma il grosso prende ancora i mezzi, tanto più che è gratis dato che i controllori, come detto, non salgono quasi mai.
Delle metropolitane si sa che a Roma non si può che dir bene, vagamente affollate però lo son diventate, la cura del ferro non ha funzionato quanto sperato e la città resta ancora un po’ anemica.
L’immondizia è tornata a tracimare dai nostri cestini, cassonetti, raccoglitori condominiali o angoli di strada grazie al ritorno dei turisti e di molti lavoratori dentro il GRA prima e le Mura Aureliane poi.
Le chiusure avevano ovviamente ridotto drasticamente la popolazione romana e con questa anche i rifiuti, nonché la non graziosissima consuetudine dei ristoratori di buttare i sacchi appena fuori dal locale o all’angolo della strada in attesa dello squaletto dell’AMA.
Oggi credo fosse il turno del vetro: ho visto caricare centinaia di bottiglie che fuoriuscivano dai sacchi, qualcuna precipitava fuori dal mezzo ed esplodeva in mille pezzi per strada vicino all’operatore e ai passanti.
A tutto questo però dobbiamo aggiungere le migliaia di coperti all’aperto che occupano parte sempre più importante del centro e della periferia delle nostre città, tavolini e sedie per tutti: un milione di posti a sedere!
Ma a tutto questo meraviglioso, coloratissimo e profumatissimo caos quotidiano manca ancora un pezzo importante: il ritorno dell’adorato ceto impiegatizio per il quale da domani finisce il tanto amato smart working. Croce e delizia dei negozianti e dei gestori di tavole calde del centro storico e dintorni, sono attesi come il figliol prodigo per il quale si sgozzerà più di un vitello e un capretto.
Gli impiegati dovranno spostarsi come un tempo dalle periferie al centro della città, dall’hinterland alla città e la sera tornare indietro, e i più fortunati tra noi potranno tornare a fare i flâneur osservandoli, mescolandosi a loro.
Torna il ceto impiegatizio croce e delizia di un intero settore dell’economia capitolina
L’ottimo Brunetta, coronando il sogno di una vita, ha potuto far suonare per loro al campanella e rimandarli da domani di nuovo tutti in ufficio, in presenza. Domani infatti in teoria tutti i dipendenti pubblici, qualche centinaia di migliaia di persone che lavorano nella Capitale, torneranno nei loro uffici. In più, come se non bastasse, questi e i loro colleghi del comparto privato dovranno fare i conti con l’entrata in vigore del decreto sul Green Pass obbligatorio per andare appunto in ufficio.
Non mancheranno per questo le manifestazioni che sembra il prefetto Piantedosi voglia decentrare, forse al Circo Massimo davanti alla Bocca della Verità al foro Boario.
In ogni caso, domani Roma vivrà una delle sue numerosissime giornate campali a 2773 anni dalla sua fondazione e dopodomani sarò un po’ peggio e il giorno dopo chissà. Domenica però si vota per eleggere il nuovo sindaco.
[La foto del titolo è di SunshineCity ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]
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