Cenciotti, una candidata di famiglia
Fabiola Cenciotti non ama la femminilizzazione dei ruoli, lo dice subito. E dunque, a 51 anni, da oltre 20 pilota di Alitalia, madre di due figlie di 7 e 9 anni, ci tiene a spiegare che lei è candidata a sindaco – e non sindaca – di Roma, per il Popolo della Famiglia.
Non lo dice, ma un po’ di nostalgia per un certo mondo in cui le differenze erano apparentemente più marcate forse un po’ ce l’ha. Non a caso, parla con orgoglio della Prima Repubblica, tra il 1988 e il 1989, quando ha iniziato a fare politica nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana. “Durante la Prima Repubblica una delle conditio sine qua non per accedere come militanti era frequentare una scuola di formazione politica”, ricorda, citando un corso gestito dal Vicariato, a via della Pigna, che all’epoca seguì con Mario Adinolfi, fondatore e leader del Pdf. Poi venne il Partito Popolare, quello di Mino Martinazzoli, dopo l’inchiesta Mani Pulite del 1992, che rivoluzionò lo scenario politico italiano. A quel punto però le strade di Cenciotti e Adinolfi si separarono: lei più vicina al centrodestra, lui al centrosinistra.
Nel 1997 Fabiola Cenciotti cominciava la sua carriera di pilota, mentre in politica seguiva la bussola di Francesco Cossiga e Clemente Mastella, che col loro Udr nel 1998 concorsero a sostenere il primo governo italiano guidato da un ex comunista, Massimo D’Alema.
Da allora sono passati oltre 20 anni, siamo entrati nella cosiddetta III Repubblica. Da poco, da un paio d’anni, Fabiola Cenciotti, che vive nella zona di Corviale, nell’XI municipio, ha ritrovato il gusto della passione politica, col Pdf di Adinolfi. Che ad aprile scorso ha provato a proporre la sua candidatura al centrodestra, che però ha candidato allo scranno più alto del Campidoglio un uomo, Enrico Michetti.
Ad aprile Mario Adinolfi l’aveva presentata come potenziale candidata del centrodestra. Oggi invece lei corre da sola, con il Pdf: cosa è accaduto, nel frattempo?
La mia candidatura col centrodestra è saltata perché gli equilibri del centrodestra rispondono a delle dinamiche partitiche e a una filosofia della politica d’apparato che non ci interessa. Noi avremmo voluto che sposassero l’autenticità dei nostri temi, piuttosto che una gestione troppo pragmatica delle preferenze elettorali. In realtà, volevamo spostare l’asse dall’ideologia alla centralità della persona, a quanto sia fondamentale reinserire nel dibattito politico l’idea della famiglia. Questo tipo di concettualità non è stata apprezzata, evidentemente, e hanno presentato i loro candidati ( Michetti e Simonetta Matone come candidata vice sindaca, ndr).
Ma è evidente che nessuno ha il big picture, il grande quadro in testa, probabilmente neanche io. Oggi siamo 15 candidati (a Roma Report per ora risultano 12 candidati, ndr). Questa frammentazione secondo me è figlia di un disorientamento…
Qual è la sua priorità elettorale?
Rimettere la famiglia al centro del dibattito politico. Per me la famiglia è un contenitore dove nascono dei valori e dei principi non negoziabili. Il primo in assoluto è il diritto delle persone a nascere, e ricordo che Giovanni Paolo II definì l’aborto un genocidio. Ritengo che la denatalità sia la tragedia del nostro secolo. Porta a un impoverimento materiale, umano, della famiglia. Andrà a creare delle conseguenze economiche e sociali inenarrabili.
Per me la famiglia è un contenitore dove nascono dei valori e dei principi non negoziabili
Ma questa lotta alla denatalità, declinata sul piano della città, di Roma, come funziona? Da sindaco, che strumenti pensa che avrebbe a disposizione?
Per invertire anche a Roma questa tendenza, va incentivata la natalità e va combattuto l’aborto. Roma deve festeggiare la nascita di ogni suo figlio con un bonus bebé di 2.500 euro, ovviamente raddoppiato se il bambino dovesse avere dei problemi, dovesse essere un portatore di handicap. Ma la cosa più importante sulla quale puntiamo, è il reddito di maternità, con 1.000 euro puliti al mese..
Quella però è una proposta di legge di iniziativa popolare, ferma da anni in Parlamento. Quali sono le altre vostre priorità per Roma?
Un altro valore non negoziabile che può generare una famiglia, è il diritto al sostegno dei più deboli. E dunque ritengo che per gli anziani, che rappresentano le nostre radici e la nostra memoria, Roma deve incentivare le case di comunità. Sono dei centri di sussidiarietà, di mutualità, dove l’anziano potrebbe non solo ricevere beni e servizi ma anche coltivare relazioni intergestionali. L’anziano ha bisogno di luoghi di convivenza civile. Si potrebbero anche ripristinare all’interno dei parchi e delle aree verdi quegli edifici lasciati abbandonati a se stessi, per creare appunto delle case di comunità.
Altri temi importanti?
Il diritto ad avere una mamma e un papà. Noi siamo contrari ai due padri e alle due madri, personalmente ritengo che sia una visione distorta della vita…
Le unioni civili? Se io guidassi l’amministrazione capitolina, sarei completamente contraria
Ma da sindaco, come pensa di intervenire su questo tema?
Con il no alle unioni civili, per esempio. Se io guidassi l’amministrazione capitolina, sarei completamente contraria.
Un’altra cosa che mi preme particolarmente è il quoziente fiscale familiare, che è anche di spettanza comunale, non abbiamo bisogno di funzioni che ci vengano riconosciute dalla Regione Lazio. Significa diminuire le tasse con l’aumentare dei componenti del nucleo familiare, una totale riparametrazione dei criteri Isee. Non so se lei abbia mandato i suoi figli al nido: io e mio marito abbiamo avuto degli Isee pazzeschi, quindi nonostante io sia cittadina romana ho avuto meno diritti di tanti altri, per poter accedere a un nido comunale.
Oltre a questo, vogliamo anche la libertà scolastica. Le mie figlie vanno dalle Salesiane. Si devono parificare le scuole pubbliche, quelle statali e quelle non statali, fosse anche solo per frenare questo diffondersi dell’ideologia gender.
Quarto punto, estirpare l’economia del male e dichiarare guerra alle dipendenze giovanili. Nel III Municipio Silvio Rossi ha istituito con altri psicologi un osservatorio su alcol, droga e ludopatia. Questo è un tema che va sviluppato su base municipale.
Un’altra cosa che mi piace, i nido-famiglia, quelle piccole comunità familiari create all’interno di un appartamento, con una figura pedagogica ben precisa, la tagesmutter, e che serve d’aiuto alle famiglie nella fase di reinserimento al lavoro delle mamme, come è stato nel mio caso. Ci sono dei fondi europei, per questo, per Roma si tratta di 6 milioni di euro, una bella cifra, che può servire anche per questo.
Per lei, donna pilota e madre di due bambine, questa campagna elettorale rischia di essere più dura che per altri candidati, e degli uomini in particolare.
No. Alitalia è una compagnia di grande duttilità mentale e grande levatura professionale, chiederò loro per i 45 giorni pre-elezioni di avere dei turni che mi consentano di fare campagna. Non andrò in aspettativa.
Come farà la campagna elettorale?
Io sono povera, non ho grandi sponsor. Siamo un gruppo di famiglie che girano sul il territorio sui banchetti, che fanno il passaparola tra gli amici degli amici. Mi rivolgo spesso alle comunità parrocchiali per affinità elettiva, naturalmente: sono un obbediente del santo Padre, sono cattolica. Ricevo telefonate dai simpatizzanti del Popolo della Famiglia e vado a incontrare tutti.
Virginia Raggi è la contraddizione fatta persona
Il Pdf è un piccolo partito. Per lei l’obiettivo minimo qual è? Quale sarebbe la sua soddisfazione, al primo turno?
Il Pdf prese l’1,32%, voglio arrivare al 2%. Lo so, sono briciole. Non è facile cercare voti, perché quello che ci rispondono spesso gli elettori è che si tratta di “un voto perso”. Ma non lo è, è un progetto. Poi ci sarà il ballottaggio, che consentirà di esprimere un voto politico.
Tra i candidati e le candidate oggi in lizza, a chi si sente più vicina?
A chiunque voglia, in qualsiasi modo, sposare l’autenticità del mio tema: chi ha intenzione di rimettere la famiglia al centro del dibattito, chi ha intenzione di sponsorizzare la proposta di legge sul reddito di maternità, sarà il benvenuto.
Infine, che giudizio dà della sindaca uscente, Virginia Raggi, che è stata anche la prima donna alla guida del Campidoglio?
Raggi è la contraddizione fatta persona. Faccio degli esempio. Lo stadio di Tor di Valle: ma le sembra normale che nel 2016 uno dei punti di fondo della linea del M5s fosse la totale contrarietà allo stadio e oggi invece il sindaco non solo sposa questa idea ma la enfatizza perché dice che glielo chiedono i tifosi e i cittadini?
O le piste ciclabili. Cinque anni fa si volevano creare 150 km di piste connesse e sicure. Ora, in prossimità della fine del mandato si butta catrame e cemento sulla banchina del Tevere per ripristinare una pista. Ritengo che questa sia pura demagogia elettorale.
Emergenza rifiuti? Io sono a favore del termovalorizzatore. Non è normale che dopo quattro anni di sussidiarietà e mutualità tra Comune e Regione, tra Raggi e Nicola Zingaretti, nell’ultimo anno assistiamo a una diatriba, anche nelle aule di tribunale, tra le due istituzioni sui rifiuti e ancora dobbiamo trovare un sito di smaltimento? Ora abbiamo trovato Albano, giustamente: ma perché non abbiamo iniziato cinque anni fa?
Per carità !