Più fiducia e meno rancore per Roma
C’è una strada diversa per vivere a Roma, ed è quella della fiducia reciproca, più che del sospetto. Una fiducia che riduca il risentimento e la rabbia che trova sfogo nelle pagine internet dedicate alla città.
Non basta la buona volontà dei singoli per raggiungere questo risultato, anche se a volte abbiamo l’illusione che tutto si basi sull’educazione per tenere, per esempio, le strade e le piazze pulite. Le azioni dei singoli cittadini devono essere sostenute dai servizi pubblici: lì dove io non posso arrivare c’è la collettività.
A Roma la carenza dei servizi pubblici – si consideri solo lo stress prodotto per arrivare da un punto ad un altro della città – provoca un forte disagio che spesso suscita sentimenti repressivi o sanzionatori.
Ne ho trovato conferma in un post recente su Facebook dedicato alla sporco, ai vetri rotti delle bottiglie di birra, ai resti di cibo abbandonato, che riempiono Piazza Testaccio. Si tratta di uno spazio che è tornato a vivere con la sistemazione degli ultimi anni (mercato spostato altrove, fontana di Piazza dell’Emporio ricollocata). Tanti nonni, famiglie e ragazzi ci passano i pomeriggi. Verso sera c’è chi prende l’aperitivo. Insomma, parecchia gente da una certa ora in avanti. Di conseguenza i rifiuti aumentano, come anche i comportamenti che volontariamente o meno producono degrado.
In questa situazione c’è chi se la prende con gli zozzoni, senza però tuttavia trovare una via d’uscita al problema. Si ipotizza infatti di doverli multare, gliperò servirebbe un controllo continuo per beccarli in flagrante. Ovviamente c’è chi pensa di multarli, gli zozzoni, chi pensa all’installazione di videocamere, che una qualche forza dissuasiva forse ce l’hanno, ma pure in questo caso andare a rivedere ogni giorno i filmati per ogni pezzo di carta o bottiglia lasciata a terra non è facile, lo ammetterete.
Non manca chi vuole un maggior controllo, con pattuglie di quartiere. O coloro che invece vorrebbero organizzarsi in ronde di volontari che fanno da guardia al territorio.
Pensate veramente che tutto ciò possa rendere la convivenza serena?
Ma nella migliore delle ipotesi quale sarebbe il risultato? Una piazza vivace, con la possibilità di sedersi, di prendere il fresco e bere un bicchiere di qualcosa, credo non dispiaccia a nessuno. A Lisbona, per esempio, in quelle zone dove la frequentazione è maggiore ad un certo punto della sera tutto finisce (più o meno), e strade e piazze vengono pulite, tanto che il mattino dopo è difficile trovare rifiuti. Bisogna fare i conti con le inevitabili conseguenze provocate da una grande numero di persone che circola e per quanto possano essere educate finiranno per sporcare.
Quindi, perché non chiedere con più forza una pulizia a fine serata? Non è un servizio che i cittadini gradirebbero? Perché non chiedere una gestione diverse delle aree e dei quartieri gentrificati? Bisogna uscire dalla logica delle accuse nei confronti di ignoti che devono essere puniti per loro infrazioni, in questo modo non si riescono a mettere a fuoco le responsabilità e ancora di più le soluzioni.
Far crescere la sensibilità di chi trascorre una serata in una piazza è una cosa buona e possibile, basterebbero dei cartelli simpatici, e svuotare i secchi con più frequenza, per fare un esempio. Ma senza un intervento coordinato pubblico, non se ne esce.