Magnani: Mamma Roma o Mamma Lazio?
In città c’è un nuovo, bellissimo murale di Lucamaleonte. Ritrae, su un’intera facciata di un grande palazzo del Tiburtino Terzo, l’attrice più amata da tutti i romani: Anna Magnani. Nannarella è raffigurata in tre diverse pose, in bianco e nero, su uno sfondo anch’esso nerissimo. Unici colori a ravvivare la composizione, sono il giallo e il rosso di due rose. Giallo e rosso. I colori della città, certo. Ma anche (soprattutto?) i colori dell’AS Roma, la società calcistica che ha finanziato quest’opera.
Era già successo a novembre, al Tufello. Anche il quel caso, lo stesso Lucamaleonte era stato chiamato dalla Roma, per realizzare un grande ritratto di Gigi Proietti, attore da poco scomparso e grande tifoso romanista. Dunque, per analogia, adesso verrebbe spontaneo pensare che anche la Magnani sia stata una tifosa giallorossa e, per questa ragione, sia stata scelta come soggetto dai finanziatori del murale.
“Ma de che? – mi fa, con una certa sicurezza, un amico, grande tifoso biancoceleste – Nannarella era della Lazio. Sti cafoni de romanisti ce la vojono fregà! Se starà a rivoltà nella tomba, porella!”.
La fonte è decisamente di parte e quindi, per questo, non affidabilissima sul tema. Però la pulce nell’orecchio me l’ha messa. Urge dunque un controllo e una verifica: di che squadra sarà stata, davvero, Anna Magnani? È una domanda che non mi ero mai posto prima, ma che ora comincia a incuriosirmi.
Cominciano così le mie ricerche sul tema. E, con le ricerche, comincia anche una lunga sequenza di sorprese. Già a un primo rapido controllo, mi appare subito una serie interminabile di affermazioni contrastanti, di prove apparentemente decisive, però immediatamente smentite da altre, oltre che di sapienti depistaggi, che danno, di volta in volta, Nannarella come una sicura tifosa laziale e come un’altrettanto sicura tifosa romanista.
Roba che pare avere poco da invidiare ai più grandi misteri della storia italiana: dalla morte di Enrico Mattei, a Gladio, alla P2. A quanto pare, la posta in gioco è troppo alta. Nannarella è un grande simbolo della città. Per qualcuno è anzi il simbolo della città, con l’articolo determinativo. Perciò non è possibile regalarlo agli odiati cugini. Costi quel che costi!
C’è da dire che, a contribuire al mistero della Magnani tifosa sia della Roma che della Lazio, ci si è messo anche un film. Uno dei più intensi fra quelli che lei abbia interpretato: “Bellissima”, di Luchino Visconti. In una scena di questa pellicola, ambientata in un ristorante, nel giorno del derby capitolino, c’è un cameriere che le si avvicina gridando: “Forza Roma!”. A quel punto lei, sdegnata, lo manda apertamente a quel paese. Ecco dunque un primo indizio: Magnani è della Lazio!
Peccato che, nella scena immediatamente successiva di quello stesso film, in cui lei scende in riva al Tevere con Walter Chiari, l’attore veronese – che in quella vicenda ha il ruolo di un seducente imbroglione – per ingraziarsela, si finga simpatizzante della Lazio, ma lei gli risponda con forza di essere una tifosa romanista. E così, a livello d’indizi, la Roma pareggia subito il conto: 1-1.
Ma d’altro canto stiamo parlando di un’opera cinematografica, quindi, per definizione, di una finzione scenica.
Non è invece una finzione scenica il Cinegiornale Luce del 1951, che ci mostra il reportage di un incontro fra Roma e Sampdoria, avvenuto durante il campionato di quell’anno. La macchina da presa, oltre a mostrare le immagini della partita, spazia anche sugli spalti, dove, fra i tifosi romanisti, c’è proprio lei: Anna Magnani.
Sembra essere un colpo decisivo, il 2-1 per la Roma, che smonta definitivamente i sogni laziali di annoverare Nannarella fra i propri tifosi. Se non fosse che, negli archivi della SS Lazio, spuntano invece delle immagini dell’attrice, abbracciata e portata in trionfo da alcuni giocatori biancocelesti di quell’epoca. Siamo di nuovo in parità: 2-2.
Spaziando invece sul web, la confusione regna sovrana.
Numerosi sono infatti gli articoli, i post, le pagine social, i video – scritti e girati più o meno di recente – che cercano di portare acqua al mulino dell’una o dell’altra tesi. Se ne trovano un po’ dappertutto, inclusi i siti ufficiali delle due squadre calcistiche capitoline. Ma si tratta quasi sempre di documenti viziati dal tifo degli autori e privi di una qualche documentazione che corrobori l’una o l’altra versione. Ne potete trovare numerosi esempi anche voi, facendo una semplice ricerca su Google.
Attraverso queste ricerche, si giunge però anche a scoprire un uno-due micidiale, il possibile colpo del ko, quello che sembra far pendere definitivamente la bilancia a favore della testi di Nannarella romanista. Si tratta, in ordine cronologico, di un libro datato 1956 e di un evento datato 1983. Il libro, intitolato “L’aquila e i lupi”, è scritto da Golfiero Colonna, un produttore cinematografico che conobbe personalmente Magnani e che ne attesta il tifo sulla sponda giallorossa.
L’evento del 1983, ha invece come scenario lo Stadio Olimpico di Roma. In quell’anno, l’allora presidente della Roma, Dino Viola, prima di un Roma-Milan, consegnò una targa al figlio di Anna: Luca Magnani. La targa recava la seguente scritta: “Ad Anna Magnani, artista universale, che nel suo grande cuore ha sempre nutrito la passione giallorossa. La Roma Campione d’Italia dedica il suo ricordo affettuoso”. Luca ritirò la targa, senza battere ciglio. Se lei fosse stata laziale, il figlio certamente avrebbe chiesto di rettificare quella scritta.
Il discorso è dunque definitivamente chiuso, a favore della Roma? La Magnani era davvero una tifosa giallorossa, come parrebbero attestare il libro di Colonna e la reazione del figlio Luca alla targa regalatagli da Dino Viola? Forse. Eppure, potrebbe esistere anche un’altra ipotesi. Un’ipotesi che finirebbe per smontare tutte le congetture finora fatte, assegnando Nannarella ad entrambe le tifoserie.
E se fosse stata calcisticamente bigama?
A corroborare questa tesi, apparentemente bizzarra, viene in nostro soccorso un altro mito capitolino: la Sora Lella. Già, perché, a chi si stupiva che una donna come Elena Fabrizi, considerata la quintessenza della romanità e quindi immaginata da molti come romanista, fosse anche una grandissima tifosa della Lazio – notizia, questa sì, attestata da numerose prove, inclusa l’immancabile foto dei biancocelesti che campeggiava nel suo ristorante all’Isola Tiberina – la Sora Lella rispondeva così: “Ao, ma se quann’ero regazzina io, la Roma manco esisteva?!”.
Ed eccolo il punto sul quale dobbiamo fare molta attenzione: le date di nascita. Quella di Elena Fabrizi è il 1915. Quella di Anna Magnani, di sette anni più anziana della Sora Lella, è il 1908. Quella della AS Roma è invece il 1927. E ci vorranno poi alcuni anni, prima che la Roma inizi ad essere in grado di rivaleggiare alla pari con i cugini laziali, che, fino agli anni Trenta, continuavano a rappresentare la più forte squadra della Capitale e dell’intero Centro-Sud Italia.
Dunque, con molta probabilità, per tutta la sua infanzia e la sua giovinezza, anche Anna Magnani non ha potuto che fare il tifo per la Lazio e non per una Roma all’epoca inesistente, ancora di là da venire.
E forse, col passare degli anni, una volta fondata la nuova società, ottenuta la vittoria romanista dello scudetto del 1943, grazie poi al fascino del nome e dei colori di una città che Nannarella amava follemente e di cui era diventata un simbolo in tutto il mondo, ecco che, dentro Anna, si è fatta pian piano strada una simpatia anche per l’altra squadra capitolina.
Questa ipotesi finirebbe per spiegare anche le contrastanti leggende, quelle che vogliono Anna Magnani tifosa dell’una e dell’altra squadra. Avrebbero, alla fin fine, ragione tutti, nonostante le apparenti contraddizioni: Nannarella era diventata della Roma, ma era nata della Lazio.
Non sarebbe il primo caso di cambio di casacca o di bigamia calcistica. Certo è un’ipotesi che potrebbe far storcere un po’ il naso ai puristi e che farebbe davvero orrore a un ex calciatore come Eric Cantona, colui che un giorno disse: “Puoi cambiare tua moglie, il tuo partito, la tua religione, ma mai, mai puoi cambiare la tua squadra di calcio del cuore!”.
Cantona, però, non ha mai conosciuto Nannarella. E poi è nato in Francia, mica a Roma.
Quello che è certo, è che noi romani resteremo sempre innamorati di Nannarella, di qualunque squadra sia stata davvero. Saremo sempre legati a lei, nonostante quel piccolo mistero sul suo tifo calcistico, mai rivelato in modo esplicito, in nessuna delle sue interviste.
Le resteremo affezionati, magari immaginandocela che ci guarda dall’alto, mentre vola come un’aquila nel cielo. E più in alto sempre volerà, col suo cuore grosso, mezzo giallo e mezzo rosso, core de sta città, unico grande amore de tanta e tanta gente, che ha fatto innamorà, grande amore che non finisce davvero, biancazzurro nel cuore e nei colori del cielo!