Tre brevi storie vere, a Roma

Ogni giorno ci sono storie che hanno come sfondo il Covid, tante di queste le dimentichiamo, anche se ci colpiscono. Dimenticare è necessario, perché alleggerisce i pensieri.  Tre me ne sono rimaste in testa, eccole. 

Danilo Galli ha 40 anni e in giro c’è un’unica foto che lo ritrae con una scimmia sulle spalle, immerso nel verde. Deve avere una qualche dimestichezza con gli ambienti selvaggi e forse chissà, sarà anche per questo che da 11 anni è autista dell’Atac (deposito di Tor Pagnotta). Un tempo sufficiente per averne viste di tutti i colori sulle strade di Roma. Lo scorso 3 settembre Danilo era alla guida della linea 38 mentre effettuava la sua ultima corsa. Arrivato al Ponte di via delle Valli, più comunemente noto come Ponte delle Valli, il viadotto per intenderci che collega Monte Sacro col quartiere Trieste, vede una donna che sta per gettarsi di sotto. È a cavalcioni del viadotto, la signora. Danilo, appena la vede, ferma l’autobus lì dove si trova e corre verso di lei per tirarla giù dalla ringhiera. L’abbraccia e la riporta a terra. Altri colleghi di passaggio si fermano e insieme calmano la signora. I passeggeri della linea 38 che avevano assistito la scena attoniti, battono le mani. Arriva la polizia che prende in consegna la donna. Dopo un po’ di tempo Danilo Galli è raggiunto da una telefonata del Quirinale. Il presidente della Repubblica Mattarella gli concede il titolo di Cavaliere al merito. Lui reagisce così: “Ho fatto semplicemente quello che, trovandosi al mio posto, avrebbe fatto chiunque”.

Marian Barzyczak aveva 61 anni ed è morto dopo nove giorni di agonia al centro ustionati del Sant’Eugenio. Con la moglie Ursula aveva trovato rifugio al gelo notturno di questi giorni nella torretta abbandonata di piazzale del Verano. Senza dimora, ed ex camionista. I volontari della Comunità di Sant’Egidio e quelli dell’associazione Assobus onlus erano gli unici con cui avevano degli scambi, qualche battuta.  Su come siano andati i fatti non c’è completa chiarezza. Lo scorso 3 gennaio Marian avrebbe deciso di accendere un fuoco, per riscaldare lui e la moglie. Dovevano essere le 19.30. Altri ancora scrivono che avrebbe acceso una candela, sempre per ripararsi dal freddo. Qualcosa è andato storto e le fiamme sono divampate all’interno. I primi a rendersi conto sono stati tre autisti Atac, che sono accorsi con gli estintori per spegnere l’incendio. Ursula, che gridava “aiuto”, è rimasta lievemente ferita è trasportata al policlinico Umberto I. C’è invece chi scrive che Marian leggeva Olga Tokarczuk, la scrittrice polacca premio Nobel nel 2018, a lume di candela. Il cero si sarebbe rovesciato incendiando il materasso e in un attimo le fiamme lo hanno avvolto dietro la porta chiusa. Senza dimora da 10 anni, martedì 12 gennaio il suo cuore s’è fermato. Dall’inizio dell’inverno sono morte a Roma nove persone che vivevano per strada. In questi giorni presso le stazioni Termini e Tiburtina dormono circa 300 persone, gran parte di loro hanno più di 60 anni. Su change.org “Nonna Roma” ha lanciato una petizione per aprire le fermate della Metro la notte.

Adriano Urso è il pianista jazz di 41 anni morto d’infarto mentre faceva una consegna, domenica 10 gennaio. Si trovava in via Madrid, nel quartiere Roma 70, quando la sua 750 Special è andata in panne. Un rider particolare perché, contrariamente a quanto si era pensato all’inizio, faceva quel lavoro non per bisogno. Proveniva da una famiglia di musicisti, con una bella casa all’Olgiata dove i diversi componenti vivono insieme. Il fratello Emanuele ha raccontato a “Repubblica” che Adriano faceva il rider due volte a settimana, ma non per soldi. Era abituato a stare in mezzo alla gente. Invece era costretto a casa a causa del Covid e non suonava più in pubblico. Per lui era una sofferenza indescrivibile. Riteneva eccessivo chiudere tutto. Quando la sua auto si è fermata due persone sono accorse per dargli una mano a spingere. Adriano ad un certo punto si è sentito male, a nulla è servito il soccorso del 118. Un infarto lo ha sorpreso, non aveva problemi di cuore. Soffriva di pressione alta, che teneva sotto controllo. Da un paio di giorni sentiva un dolore intercostale al petto. Pensava di aver preso freddo. Era diplomato in violoncello e laureato in Farmacia. Il fratello ha ritrovato la macchina in mezzo la strada, con la borsa di JustEat e con il panino ancora dentro. Mercoledì 13 gennaio si sono svolti i funerali nella chiesa di Santa Gemma Galgani, dove tra anni fa Adriano Urso si era sposato.
I lavoratori dello spettacolo di Roma autorganizzati chiedono un “reddito di quarantena”, dal 23 febbraio 2020 sono a casa senza sapere quando potranno riprendere la loro attività. La loro piattaforma politica è più ampia, per leggerli basta andare sulla loro pagina Facebook.

[La foto del titolo è di Ho Visto Nina Volare ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.