Roma, provincia di Livorno
Ci stanno conquistando? Zitti zitti, i livornesi, si stanno facendo largo alla guida di Roma. Ci hanno messo qualche secolo, o meglio un paio di millenni, ma ora sono in Campidoglio. E non possiamo neanche contare sulle oche perché lancino l’allarme, come accadde quando arrivarono i Galli.
Citata già da Cicerone come città antica, l’antica Labrone ha origini etrusche, come Roma. Ma non è nata sulla consumazione di un fratricidio, come quello di Romolo ai danni di Remo. La leggenda vuole che a fondare la città che oggi è Livorno fu Ercole Labrone, cioè il semidio Eracle dei greci, gran lavoratore, mai domo.
E in effetti, questi livornesi chiamati uno a uno dalla sindaca Virginia Raggi, sembrerebbero venuti a lavorare a Roma: Gianni Lemmetti, assessore alle Finanze dopo aver ricoperto lo stesso ruolo nel capoluogo toscano; Filippo Nogarin, ex sindaco, ora consulente part time per il Bilancio; Francesca Martini, ex assessora al Lavoro, ora all’assessorato al Verde, come Alessandro Aurigi, ex assessore all’Urbanistica. Sennonché, non sono venuti per un lavoro precario, ma per governare pure loro il Campidoglio.
Da Livorno, in realtà, veniva anche Luca Lanzalone, ex presidente Acea, arrestato per la vicenda dello Stadio della Roma: l’avvocato d’affari genovese è stato infatti stato consulente della giunta di Nogarin, prima di consigliare Raggi.
Livorno è tosta. La città moderna è nata quasi come costola pisana, quando il vescovo diede alla famiglia Orlandi il castello locale. Poi però la sua fortuna è venuta proprio dalla disgrazia di Pisa, quando il porto di quest’ultima è finito interrato e Livorno è stata nobilitata anche con la costruzione del Fanale, il grosso faro medievale. E la città ha continuato a svilupparsi grazie al commercio, passando da un regime all’altro, dai Visconti ai Medici, ospitando anche una comunità internazionale, dai britannici ai turchi, passando per portoghesi, corsi, olandesi. Ed è diventata poi una città industriale e di innovazioni, giunte qui prima che in molte altre zone d’Italia, tra ferrovia, telegrafo, telefono, illuminazione elettrica pubblica, cinema, raggi x, asfalto stradale.
E la politica? A Livorno, e tra poco saranno cent’anni, è nato il Partito comunista italiano. Mica poco. In tempi più recenti, nel 2014, Livorno è stata anche una delle prime città governate proprio dal M5s, e Nogarin è diventato sindaco. Ma nel 2019 i Cinque Stelle, che dovevano fare la rivoluzione, hanno perso le elezioni, eclissati al primo turno dal centrosinistra (che poi ha vinto) e dal centrodestra.
Ecco, proprio qui ci coglie un dubbio: non è che invece di arrivare come conquistatori, questi livornesi hanno chiesto l’asilo politico?
[La foto del titolo è di Allan Watt ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]