Ecco il Totti Sound

Mi chiamo Francesco Totti, a lungo atteso, è arrivato. Prima, brevemente, alla Festa del Cinema, poi in sala, bloccato quasi subito dal Covid, su Sky e infine su Prime Video, il lungometraggio di Alex Infascelli pare aver riunito critica e pubblico. Non era facile non cadere nella retorica, e Infascelli non l’ha fatto, nel raccontare, anzi, nel far raccontare se stesso da quell’anti-Maradona che è Totti.
Del docufilm (lo chiamo così perché c’è una piccola parte recitata, in fondo) si è scritto e detto parecchio. Meno dei suoi suoni, della sua musica. Non c’è una colonna sonora originale – esclusion fatta per due pezzi originali del regista Infascelli – ma una selezione di brani che è opera di Roberto “Bob” Corsi.
Non sarei onesto se non dicessi di essere un fan di Bob, che è un dj, un produttore e un distributore di musica, con l’etichetta GoodFellas (che è anche una casa editrice). E che ha già musicato una bella serie come Il Miracolo di di Niccolò Ammanniti. E dunque ecco le domande che gli ho fatto dopo aver visto il film di Infascelli. È stato un veloce botta e risposta via email.

Conoscevi già di persona Totti, visto che siete dello stesso quartiere, Porta Metronia?
“Non conoscevo personalmente il giocatore, però ricordo di averlo incrociato qualche volta giovanissimo nel quartiere quando ci abitava ancora e si diceva fosse forte forte. L’ho poi incontrato sul set di Alex Infascelli davanti alla Manzoni, che è stata anche la mia scuola elementare, dove hanno girato la scena delle paperelle. Ovviamente essendo tifoso della Roma non potevo che essere felice di dare il mio piccolo contributo ad un lavoro dedicato ad un giocatore che mi ha fatto ‘volare’ per buona parte della mia vita.

Dei gusti musicali di Totti hai scoperto qualcosa, lavorando alla selezione musicale? Quanto è stato coinvolto direttamente nelle scelte musicali?
“Totti non è stato coinvolto nelle scelte della selezione musicale, che sono il frutto del lavoro di Alex e mio. Poi, da quello che mi dicono, so che ha molto apprezzato tutto il lavoro, inclusa la colonna sonora. Ma non credo che la musica sia la sua priorità nella vita”.

Roberto Corsi

Mi ha colpito l’uso di Gioca Jouer di Cecchetto. Se non erro, si sente in sottofondo nel video della festa di compleanno di Totti. Però poi è il tappeto musicale dei titoli di coda. Una scelta super anni Ottanta.
Gioca Jouer l’abbiamo ripresa nei titoli di coda per sdrammatizzare un po’ il pathos e il dramma di tutta la scena finale del suo addio al calcio e riportare tutto su una dimensione più giocosa. Alla fine il calcio quello è, così come è anche l’attitudine di Francesco, persona e campione capace di sdrammatizzare tutto con una battuta e rendere ogni suo gesto atletico in campo sorprendente e disincantato allo stesso tempo.
Gli anni Ottanta comunque un po’ c’entrano perché in fase di preparazione della colonna sonora con Alex avevamo deciso che il mood dovesse richiamare un po’ quelle atmosfere li, magari utilizzando dei suoni più leggeri del periodo che potessero evocare un sapore estivo della sua (e nostra) gioventù. Un ghiacciolo fresco d’estate, una ‘madeleine’ che riportasse un po’ del profumo del tempo perduto”.

E invece Baglioni? A un certo punto ho pensato che amplificasse l’effetto-lacrimuccia… O è stato per il titolo del pezzo, Solo?
“La scelta di Baglioni abbiamo pensato potesse essere perfetta per raccontare la storia di un addio al grande amore di una vita. In fondo Baglioni nel testo quello racconta, e una volta provata sulle immagini montate ci siamo trovati tutti, Alex, io e chiunque la vedesse, ad avere i lucciconi agli occhi. Baglioni poi è il cantore di uno spleen tutto romano. Di una Roma popolare, forse un po’ ‘semplice’ e desueta, ma che racconta bene, a parere nostro, il rapporto tra Totti e la città. Usare Venditti, scelta ovvia per quel momento, ci sembrava didascalica, scontata e troppo da servizio di Sky. Se ci fai caso, in nessuna scena, come scelta di regia, c’è una delle tante musiche, a volte bellissime, che vengono utilizzate di solito come accompagnamento musicale nei servizi sportivi delle TV dedicati ai grandi campioni”.

Ho trovato personalmente un po’ pesante la scelta del brano Anima Christi. Forse perché il contesto non mi pareva così sacro.
“La scelta di un brano di musica sacra come Anima Christi è un momento mistico che il regista ha voluto inserire per raccontare un aspetto spirituale di Totti. Dalla benedizione che riceve da Papa Wojtyla (lo vediamo in una delle foto di repertorio, con lui bambino insieme alla mamma Fiorella), ai tanti momenti in cui si segna e guarda verso il cielo. Il film di Alex è pervaso da richiami alla religione e Francesco ha una grande connessione con la Roma cattolica, venendo da una famiglia molto religiosa”.

C’è anche un certo uso dell’elettronica. Penso ai Ratatat e a TimeCop 1983, o ai Le Matos.
“La scelta di artisti come Ratatat, Timecop 1983, Le Matos, etc. arriva da una prima reference che Alex aveva dato, ovvero la musica di John Carpenter. Ovviamente il mood horror ed ansiogeno dei synth di Carpenter non potevano funzionare per raccontare questa storia, quindi ci siamo immersi in un mondo di artisti che partissero da quel tipo di scrittura musicale, ma che utilizzassero toni, timbriche e ritmi più adatti al nostro scopo.

Quali sono state le difficoltà a “musicare” il docufilm, se ce ne sono state? E che criteri hanno guidato la scelta?
“Il documentario ha avuto una gestazione molto lunga, e creare una colonna sonora senza un compositore ci ha dato da una parte la libertà nel poter scegliere le musiche secondo le nostre esigenze, ma allo stesso tempo ha ci creato la difficoltà di trovarle nel mare magnum della musica in generale e di dare un’ omogeneità a tutto il lavoro.
Non sembra, ma all’interno del film c’è tantissima musica, dai nomi che abbiamo già citato a Robert Miles, Costanza Francavilla, Teho Teardo, A Wingled Victory For The Sullen e tanti tanti altri e abbiamo dovuto, come sempre, dover coniugare l’utilizzo di così tanta musica con un budget a disposizione. Molti artisti utilizzati li abbiamo scoperti e contattati attraverso siti super indipendenti come Bandcamp. Questa è la playlist con l’elenco completo dei brani utilizzati. Ci sono anche due brani che Alex Infascelli ha composto e suonato ad hoc per questo progetto che però non sono disponibili sulle piattaforme digitali.

Per finire, In che progetti sei impegnato attualmente?
“Il 9 dicembre uscirà sulla piattaforma mondiale di Netflix il nuovo film di Sydney Sibilia L’Incredibile Storia de La Repubblica Delle Rose, un film prodotto da Groenlandia che racconta una storia vera accaduta in Italia nel 1968, di cui ho avuto il piacere di curare la colonna sonora. Sto inoltre completando come music supervisor Anna,  la nuova serie di Niccolò Ammaniti (dopo l’esperienza condivisa de Il Miracolo) che dovrebbe uscire nel 2021 su Sky e ho da poco iniziato a lavorare per una nuova serie tv co-prodotta da Wildside e Amazon Studios intitolata Bang Bang Baby”.

 

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