Qui Radio Libera
“Ma come ti è venuto in mente di scrivere un libro sulla radio?”. È stata una delle domande più ricorrenti che mi hanno fatto dopo la pubblicazione, a fine 2019, del mio primo libro sul fenomeno delle radio libere di metà anni Settanta, che s’intitolava “Quelli della radio”.
L’idea era nata nel 2018, d’estate, un periodo adatto a ben altro che la scrittura. Mi ero messo al computer sfidando la calura agostana e con il desiderio, dopo 40 anni di onorato servizio da conduttore radiofonico, di tirare le somme. Di sicuro i presupposti non sono stati dei migliori: la prima versione è andata persa nei meandri bui dell’hard disk, credo sia stato in assoluto il giorno della mia peggiore arrabbiatura, faccio ammenda per l’incoscienza, non avevo salvato nulla! Per fortuna possedevo ancora le registrazioni delle interviste contenute nel testo: in due settimane ho riscritto tutto.
Il primo libro, cosi come questo secondo “Qui Radio Libera”, appena uscito, si basa in larga parte, anche se non del tutto, su interviste a noti e meno noti personaggi radiofonici che erano presenti quando i primi segnali, come lucine natalizie, illuminarono la modulazione di frequenza (FM) italiana.
Ricordo ancora una celebre voce, di cui non rivelerei il nome neanche sotto tortura, dirmi: “Ma cosa lo scrivi a fare un libro sulle radio libere, che al giorno d’oggi non gliene frega niente a nessuno?”. Davvero incoraggiante, considerato che, da scrittore esordiente, sarei dovuto passare anche per il secondo e fondamentale step: trovare una casa editrice.
M’impegnai a fondo e finalmente dopo circa un anno il libro vide la luce. Di sicuro non era stato un gioco da ragazzi.
Lo confesso, ho amato la radio e la amo ancora, ma come una bella donna viziata, in tanti anni non si può dire che mi abbia completamente ricambiato, anzi. La mancanza di autostima in più di un’occasione mi ha impedito di compiere il grande salto verso vette più elevate, più un pizzico di sfortuna. Nella vita puoi avere tante frecce al tuo arco, ma se non hai la persona giusta che ti aiuta a scagliarle rischi di rimanere a bocca asciutta, e io quella persona non l’ho mai trovata.
Per tornare al mio nuovo libro, fin dall’inizio ho deciso di scrivere un testo poco autoreferenziale, affidandomi semmai a chi più di me aveva una solida e ampia esperienza radiofonica. L’imperativo categorico è stato quello del divertimento: non ho mai avuto velleità da scrittore e in alcuni passaggi si nota la mia idiosincrasia per la punteggiatura. Il lockdown, quello di marzo per intenderci, mi ha paradossalmente dato una mano, permettendomi, con la scrittura, di esorcizzare le paure del periodo, suscitate da un male tanto brutale quanto sconosciuto.
Alla fine è nata una versione ampliata del precedente libro che avevo scritto, con il materiale che secondo me serviva a renderlo quasi completo. Ho analizzato gli elementi che hanno influenzato le prime radio libere italiane. C’ho messo un po’ della mia esperienza personale, per poi arrivare al cuore dell’opera: 34 interviste, non solo a coloro che lavorano davanti al microfono ma anche alle maestranze, spesso non citate, ma di importanza equivalente.
“Qui Radio Libera” è un viaggio lungo lo Stivale attraverso le testimonianze di chi la radio l’ha fatta e la continua ad amare. Sono quelli della radio, dalla Rai a Radio Montecarlo fino ad arrivare ai network e le antenne locali che ogni giorno davanti al microfono inventavano qualcosa e provano ancora a farlo, sebbene imbrigliate dalle logiche del clock e della playlist.
Ho parlato anche con i primi antennisti che agli albori della radiofonia all’epoca definita “pirata”, andavano a recuperare i trasmettitori militari della Seconda guerra mondiale per adattarli alle trasmissioni in Fm: sono aneddoti unici, non facilmente reperibili altrove. Gran bella esperienza quella delle radio libere italiane! Ho cercato di trasmetterla ai lettori, spero d’esserci riuscito.