Dio ti ama più di Ama
Periferia nord della città: Via di Settebagni, a due passi dal centro commerciale Porta di Roma. Se si imbocca la strada partendo dall’incrocio con via della Bufalotta e via di Casal Boccone, arrivati all’altezza del centro cinofilo Lanciani, accanto alla rotatoria che un tempo aveva la funzione (apparentemente eterna e insostituibile) di discarica “spontanea” per i rifiuti ingombranti del quartiere, volgendo lo sguardo sulla destra, non si può non notare un bellissimo prato fiorito, con aiuole curatissime, ricche di piante ornamentali, petali e corolle dai mille colori.
Oltre quel prato svettano le guglie neogotiche del nuovissimo tempio della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, interminabile nome ufficiale della religione di coloro che sono meglio noti al mondo come mormoni. Sopra le guglie giganteggia poi l’imponente statua dorata dell’angelo Moroni, colui che annunciò a Joseph Smith, fondatore di quella comunità, le verità oggi contenute nel cosiddetto Libro di Mormon.
Inaugurato nel 2019, il tempio mormone di Roma, tra i più grandi d’Europa, visibile anche dal Grande Raccordo Anulare all’altezza dello svincolo di Bufalotta, è forse l’esempio plasticamente più chiaro, insieme alla moschea di Monte Antenne, di una trasformazione della Capitale, da sede papale e centro esclusivo del cattolicesimo a città multireligiosa.
Se la costruzione della moschea sollevò a suo tempo uno strascico di fortissime polemiche, legate alla possibile perdita di identità religiosa e culturale della città di fronte alla costruzione di templi di religioni lontane dalla nostra storia, nulla di tutto questo è avvenuto per l’apertura del tempio mormone.
La chiesa dei mormoni è forse l’esempio plasticamente più chiaro, insieme alla moschea di Monte Antenne, di una trasformazione della Capitale, da sede papale e centro esclusivo del cattolicesimo a città multireligiosa
A una lettura superficiale si potrebbe pensare che il motivo di questa accettazione tanto silenziosa e pacifica stia semplicemente nel fatto che, mentre la maggior parte dei musulmani che frequentano la moschea di Monte Antenne viene da paesi del cosiddetto Terzo Mondo, i mormoni (la cui religione è originaria dello Utah) sono quasi tutti statunitensi benestanti, a volte biondi e con gli occhi azzurri, vestiti con immacolate camicie bianche, o in giacca e cravatta: persone da poter considerare più rispettabili anche perché più vicine e simili a noi. Eppure a questa innegabile differenza “etnica” se ne aggiunge un’altra ben più importante, anche se meno evidente: la differenza di approccio operata dai mormoni, e non da altre comunità religiose, nei confronti del territorio.
“Helping Hands”, Mani Che Aiutano
Fin dal suo arrivo nella zona di Porta di Roma, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha infatti adottato una efficacissima politica di apertura al quartiere che la ha accolta: nessuna opera di evidente proselitismo religioso, bensì un più intelligente “mettersi al servizio” della comunità locale.
Prima la bonifica, a proprie spese, della discarica abusiva presente nell’area adiacente quella in cui oggi sorge il tempio. Discarica sostituita, come detto prima, da splendide aiuole fiorite. Poi l’organizzazione di visite guidate gratuite presso il nuovo centro religioso, visite che hanno ottenuto un ampio successo e hanno visto la partecipazione massiccia degli abitanti del quartiere, incuriositi dalla possibilità di conoscere dall’interno la nuova costruzione coi suoi nuovi esotici abitanti.
Ma il vero capolavoro sul piano di quella che potrebbe essere definita la strategia di marketing della comunità dei mormoni, è stata l’organizzazione periodica di iniziative di pulizia e riqualificazione di aree degradate.
Armati di una pettorina, in perfetto stile Retake – l’associazione di volontari che organizza spesso flash mob per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti – i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni hanno pensato bene di ripulire dall’immondizia le vie e le piazze, non solo della zona che ospita il loro tempio, ma di tutta la città, spingendosi fin sulle spiagge di Ostia.
Il tutto non per caso, bensì seguendo le direttive di un programma che i mormoni rispettano da anni, denominato Helping Hands e che qui a Roma è stato realizzato anche grazie alla collaborazione ufficiale con le istituzioni cittadine e municipali, oltre che con Ama. Enti che hanno subito accolto, promosso e apprezzato, anche via social e sui propri canali comunicativi, l’aiuto arrivato dai mormoni.
Di fatto, però, più che collaborare con questi enti, ciò che è avvenuto è che “Helping Hands”, ha finito per sostituirsi quasi totalmente alle istituzioni pubbliche, depauperandone in larga parte il ruolo, grazie all’evidenza di essersi dimostrato un sistema più rapido, efficace e concreto di quelli adottati da chi è formalmente preposto ad occuparsi di compiti come quello della pulizia delle strade e che per anni ha di fatto lasciato nel degrado le aree poi risistemate in poco tempo dai mormoni.
Mormon AirB’n’B
L’arrivo dei mormoni nell’area di via di Settebagni ha anche avuto riflessi anche su quella che è l’economia quotidiana del quartiere. Se già a partire dagli anni Ottanta e Novanta, con la creazione nella stessa zona della cosiddetta Bethel, il centro nazionale della congregazione dei testimoni di Geova, che ha sede a poche centinaia di metri in linea d’aria dal nuovo tempio mormone, molte delle case e delle attività commerciali della zona erano state acquistate o affittate da cordate legate a quella congregazione religiosa, un processo analogo si è riprodotto in quest’ultimo anno con i mormoni, complice anche la crisi e il lockdown legato alla pandemia.
I mormoni, che al momento sembrano aver maggiore liquidità economica rispetto ad altri gruppi cittadini, hanno così “colonizzato” e preso in affitto quasi tutte le palazzine di nuova costruzione che sono sorte nella zona di via della Bufalotta adiacente il parco della Marcigliana, oltre a molte di quelle presenti a Porta di Roma.
Inoltre, in una città in cui il fenomeno delle case vacanza ha avuto un brusco stop per il Covid e la conseguente crisi del turismo, l’area di Porta di Roma sembra fare eccezione. Molti abitanti hanno infatti cominciato ad affittare i propri appartamenti o alcune stanze per brevi periodi ai membri della Chiesa provenienti da fuori Roma, soprattutto dagli Stati Uniti, e inviati qui in missione.
Ma il vero capolavoro sul piano di quella che potrebbe essere definita la strategia di marketing della comunità dei mormoni, è stata l’organizzazione periodica di iniziative di pulizia e riqualificazione di aree degradate
“In un momento come questo sopravvivo solo grazie ai mormoni”, mi ha confidato una signora, proprietaria di uno degli appartamenti costruiti da Caltagirone a pochi metri dal centro commerciale di Porta di Roma e che, per ovvie ragioni, mi chiede di non rivelare il suo nome: “Vengono qui dallo Utah ma anche da altre parti d’Italia e magari restano una settimana, o un mese. Pagano bene, in contanti e poi sono gentili, puliti e sempre puntuali. Meglio di così? Ecco sì, ovviamente mi hanno regalato una copia del libro di Mormon e mi hanno spiegato un po’ di cose sulla loro religione, però non sono insistenti, non vogliono convertirmi a tutti i costi”.
Proselitismo religioso o politico?
Nonostante la “poca insistenza” nel fare proselitismo riscontata dalla signora di Porta di Roma, il numero dei mormoni italiani ha già avuto una crescita decisa in questi ultimi anni ed è forse destinato a crescere ulteriormente proprio grazie alla nascita del loro tempio romano: dai circa 6.000 che erano agli inizi del 2000, si è passati a quasi 30mila.
Se il trend di crescita dovesse restare questo, è possibile che, di qui a pochi anni, almeno nella Capitale, la loro presenza possa assumere un peso importante anche su un piano sociale, economico e politico.
A differenza di quanto avviene per i testimoni di Geova, che professano un esplicito distacco per le questioni mondane (e quindi anche per quelle amministrative e istituzionali), nei paesi in cui la loro presenza è già forte, a partire dagli Stati Uniti, i mormoni giocano esplicitamente un ruolo nello scacchiere dei giochi politici, sebbene preferiscano assumere incarichi mai di prima linea e che non finiscano troppo sotto i riflettori.
Favorevoli alla poligamia ma contrari ai matrimoni gay, negli Usa i mormoni si trovano quasi sempre schierati nel fronte conservatore. Il caso più noto è stato quello di Mitt Romney, esponente mormone che partecipò alle primarie repubblicane per la carica di presidente degli Stati Uniti e che, per qualche tempo, sembrò quasi potesse anche ambire a vincerle. Lo stesso avviene in Sudamerica, dove la loro presenza si è moltiplicata in modo esponenziale nell’ultimo decennio: mormoni sono, ad esempio, alcuni dei più stretti collaboratori di Jair Bolsonaro, attuale presidente del Brasile.
Curioso che a Roma, invece, il primo uomo politico che abbia dato impulso e forte visibilità istituzionale alle iniziative dei mormoni sia quel Giovanni Caudo, ex vice di Ignazio Marino, attuale presidente del Terzo municipio e tra i più quotati candidati di centrosinistra alle elezioni per il prossimo sindaco della Capitale, previste per l’anno venturo.
Certo in questo suo ruolo di apripista”gioca un ruolo importante l’aspetto territoriale, poiché il tempio mormone insiste sul territorio amministrato proprio da Caudo, ma di certo il paradosso che ne risulta è evidente.
Il tempo che manca alla prossima elezione per il sindaco di Roma – prevista per aprile 2021 – è davvero troppo poco per supporre che la comunità della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni abbia in quella circostanza un qualsiasi ruolo, anche marginale, nel determinare le scelte politiche cittadine. Diverso però è il discorso se si guarda in prospettiva.
Il silenzioso e finora poco evidente arrivo a Roma dei mormoni, potrebbe, di qui a una decina d’anni, avere un peso molto più importante di quanto oggi si possa anche solo immaginare. Il loro ruolo potrebbe infatti essere, in qualche modo, simile a quello giocato per anni dalla comunità ebraica romana: fortemente minoritaria su un piano numerico, però colta e capace di tessere relazioni pubbliche di alto livello. E, in un’epoca ormai remota, un secolo fa, capaci di esprimere un sindaco Ernesto Nathan (considerata da diversi storici il miglior primo cittadino di Roma) e alcuni presidenti del Consiglio.
Accadrà lo stesso anche per i mormoni? Davvero troppo presto per dirlo, ma intanto io, personalmente, un paio di euro comincerei a scommetterceli.