Le promesse di “Roma veloce”
Nel progetto Italia Veloce, il piano di investimenti in infrastrutture per il rilancio dell’economia presentato dal governo a inizio luglio, cioè una serie di “grandi opere” considerate strategiche e la cui realizzazione sarà affidata a commissari speciali, c’è anche una parte significativa dedicata alla Capitale.
Alcune di queste opere, però, provocano da anni dibattiti accesi.
Cominciamo, nel dettaglio, con gli interventi che il governo vorrebbe attuare e finanziare (ma non completamente, almeno in certi casi).
Sotto le voci “Rinnovo e miglioramento del parco veicolare”, “Potenziamento e valorizzazione delle linee ferroviarie, metropolitane e tranviarie esistenti”, “Completamento delle linee ferroviarie, metropolitane e tranviarie in esecuzione” vanno una serie di interventi per la rete metropolitana e quella ferroviaria di Roma. Per esempio, 5 nuovi treni per la metro A, 12 per la B e 4 per la C (per quasi 200 milioni di euro, 170 dei quali finanziati dallo Stato) , a cui si vanno ad aggiungere la manutenzione straordinaria per i treni già esistenti di metro A e metro B (72 milioni), nonché vari interventi sulla linea, B1 compresa (280 milioni, di cui 225 dallo Stato).
Poi c’è la trasformazione della Roma-Lido in metropolitana e il cosiddetto “upgrading tecnologico” della Roma-Viterbo, per una spesa di oltre 400 milioni. Ancora, piccoli interventi sulla Roma-Giardinetti (che poco tempo fa la sindaca Raggi aveva detto di voler trasformare in metro) e altri più consistenti interventi di manutenzione straordinaria su ferrovie regionali in concessione. Ci sono poi oltre 1 miliardo e 100 milioni di euro per l’ultima tratta della metro C, da San Giovanni a Piazza Venezia, anche se occorre trovare circa 340 milioni non assicurati dallo Stato o da altre fonti.
Sotto la voce “Estensione della rete di trasporto rapido di massa” va invece la “mitica” funivia di cui parla Raggi da prima che fosse eletta sindaca: la “Battistini – Torrevecchia – Casalotti G.R.A” (o più semplicemente Funivia Casalotti), a cui si aggiunge la Funivia Magliana, cioè la “Eur Magliana Mb – Villa Bonelli Fs”: complessivamente, circa 140 milioni di euro interamente finanziati dallo Stato.
Per le tranvie, si annunciano quella tra piazzale Verano e Piazzale Stazione Tiburtina, quella di via Palmiro Togliatti (complessivamente un po’ più di 200 milioni), ma ci sono anche quasi 160 milioni di euro per l’acquisto di nuovo materiale rotabile per le altre linee di tram.
A questo elenco di opere, si aggiungono poi alcuni interventi indicati solo con il titolo, ma senza dare menzione del costo: l’estensione della Metro C verso piazza Mazzini, il prolungamento della B oltre Rebibbia.
Nel piano trovano spazio anche altri interventi. Per esempio, la trasformazione ferroviaria della linea Roma-Aeroporto di Fiumicino, che dovrà diventare ad Alta Velocità (se ne parla da anni) e anche la creazione di un collegamento dello scalo con la Roma-Civitavecchia, per favorire il trasporto dei turisti da crociera. Ma si riparla anche della costruzione della quarta pista di Fiumicino, che era stata già bocciata a ottobre 2019 dalla commissione del ministero dell’Ambiente che deve verificare l’impatto ambientale delle opere. Ora l’idea viene ripresentata, tra le proteste di ambientalisti e residenti, anche se il Ministero dice che il progetto in realtà va rivisto, per renderlo compatibile col territorio.
Nel frattempo, si finanzieranno per 136 milioni di euro lavori per lo sviluppo del settore cargo del Da Vinci.
Nel settore del trasporto finisce anche la ciclovia Grab (il cosiddetto Grande Raccordo Anulare delle Bici), che secondo i piani attuali del Comune vedrebbe la luce tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.
Un’altra opera che fa discutere da anni è l’Autostrada regionale tra Roma e Latina, che costa secondo il governo oltre 2 miliardi, di cui 1,5 miliardi da trovare. La Pontina viene considerata da anni una delle strade più pericolose d’Italia, ed è percorsa non solo da pendolari ma anche, d’estate, dai bagnanti. Il progetto risale in realtà agli anni 60, quando la parte sud della provincia di Roma rientrava nella famosa Cassa del Mezzogiorno. Il comitato che si oppone alla costruzione della nuova autostrada (che sarebbe a pedaggio, e sui pesa intanto un contenzioso legale tra le aziende che avevano partecipato al bando per la costruzione) ha presentato una serie di proposte per la messa in sicurezza della Pontina e il rafforzamento delle linee ferroviarie. Chi sostiene il progetto, tra cui alcuni sindacati, ritiene che la nuova espansione economica di Pomezia necessiti di collegamenti veloci con Civitavecchia proprio attraverso l’autostrada.
Il piano del governo parla anche di interventi (dal costo di 170 milioni, di cui 90 da reperire) tra Grande Raccordo Anulare e sulla Roma-Fiumicino, per ridurre il traffico realizzando delle corsie complanari al Raccordo tra Via Casilina e lo svincolo di Tor Bella Monaca, e potenziando lo svincolo della Tiburtina. E tra le priorità indicate, il potenziamento a 4 corsie della Via Salaria, ma senza alcun dettaglio.
Per quanto riguarda le ferrovie, è previsto il rafforzamento della linea Roma-Pescara, e anche della Genova-Roma. Ma soprattutto il completamento del cosiddetto Anello ferroviario, con la chiusura della parte nord, il nodo di Pigneto, quello di interscambio della stazione Tiburtina; il potenziamento delle linee verso i Castelli Romani; i raddoppi Campoleone-Aprilia-Nettuno, Lunghezza-Guidonia, che servono l’area metropolitana e i suoi pendolari. Questi ultimi interventi costerebbero circa 3 miliardi e 360 milioni (di cui 1,7 miliardi ancora da trovare).
[La foto del titolo è di Giampaolo Macorig ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]
un libro dei sogni, se fossero gente seria i progetti esecutivi erano già pronti nel cassetto ed ora vi doveva esser una profusione di gare ed invece, pur con i soldi stanziati.. il nulla.
Magari fossi smentito ed il problema era solo il mio pessimismo di pendolare utente del bus 780, viadotto della Magliana. Una volta avevo scritto chiedendo di far allungare di 3 fermate il 781 per raddoppiare i collegamenti Magliana/villa Bonelli con Metro B. Risposta? zero.. se non sanno allungare una linea di autobus di 3 fermate.. ho i miei forti dubbi sulla capacità di attuare quanto descritto nell’articolo