Librerie aperte o no?

Dal 20 aprile anche nel Lazio potranno riaprire librerie e cartolibrerie (mentre le cartolerie hanno già riaperto). La decisione del governo – che diverse Regioni hanno poi interpretato in modo diverso, in alcuni casi non applicandola proprio – è stata al centro di polemiche.

Anche i librai – che in questo mese di lockdown hanno subito una crisi fortissima, e che in diversi casi hanno fatto ricorso alla vendita per corrispondenza – si sono divisi.

Ma anche chi ha deciso di aprire ha chiesto l’applicazione di alcune misure di sicurezza e ha chiesto interventi per tutto il settore, che era già provato anche prima della crisi del coronavirus.

Vi raccontiamo qui, con le parole dei protagonisti, due casi diversi. Una libraia che ha scelto di aprire (Bookish) e una coppia di librai (Libreria Teatro Tlon) che invece ha deciso di trasformare il proprio teatro-libreria in un centro di distribuzione di beni per persone bisognose. Entrambe le librerie però continuano a vendere per corrispondenza.

 

Ci vediamo il 21 aprile

Giorgia Sallusti è la proprietaria della libreria Bookish di Montesacro

“Io ho deciso di riaprire, ma con orari e giorni ridotti al minimo: dal martedì al venerdì e dalle 10 alle 14, a partire dal 21 aprile. Riapro per diversi motivi: perché una realtà piccola come la mia non riesce a sostenersi soltanto con le spedizioni, per quanto siano state un salvagente essenziale in più di un mese di chiusura. Riapro perché avendone la possibilità, e in tutta sicurezza, voglio che pian piano anche Bookish riprenda il suo posto nel territorio. Riapro, non da ultimo, perché alcuni clienti tra i più affezionati me l’hanno chiesto. 

Sono comunque tra i firmatari del gruppo LED librai editori e distribuzione che ha firmato una lettera aperta a Giuseppe Conte, pubblicata su minima&moralia.

Sostengo l’idea che la riapertura dovrebbe essere questione che ogni libreria decida da sé in piena coscienza, perché va tenuto conto delle diversità fra librerie e delle specificità territoriali; e anche riaprendo io stessa sostengo la posizione del gruppo LED e dei firmatari soprattutto su due questioni fondamentali:

1) La libertà di movimento di librai e lettori: proprio ieri (il 15 aprile, ndr) è uscita la circolare dei vigili che considera i libri «merce non essenziale» e che consente di andare in libreria SOLO se questa è nel tragitto fra alimentari e farmacie, in netto contrasto con dpcm e ordinanza della regione Lazio. Quindi che senso ha riaprire se le persone non possono venire in libreria?

2) Reti di protezione economica per le librerie, soprattutto quelle indipendenti, e in generale per tutto il comparto editoriale in special modo medio-piccolo e indipendente.

Da martedì 21 riaprirò la saracinesca e Bookish tornerà a lavorare nel solito modo, in una Roma ancora diversa: sono curiosa di scoprire come andrà”.

 

Apriamo, ma non per vendere

Nicola Bonimelli e Michele Trionfera, librai della Libreria Teatro Tlon

“La libreria resta chiusa, ma la serranda non è abbassata: le attività proprie della libreria andranno avanti, come hanno fatto nel corso del mese di marzo, con le consegne a domicilio e la conversione delle tipiche attività divulgative in iniziative social. Allo stesso tempo, la Libreria Teatro Tlon si mette a disposizione del territorio come strumento di solidarietà. In collaborazione con il Municipio VIII di Roma, già attivo con le iniziative di sostegno alla cittadinanza previste dal servizio Municipio Solidale – che vanno dalla spesa a domicilio alla diffusione sul sito dei tutorial per rimanere allenati – la Libreria Teatro Tlon cambia veste e diventa un punto di raccolta e smistamento di beni primari che i cittadini vorranno condividere con la parte della comunità più bisognosa.

Data l’attuale situazione di emergenza sanitaria causata dal Covid-19, nelle scorse settimane la libreria è stata costretta a chiudere al pubblico, mantenendo però la vendita dei libri con il sistema delle consegne a domicilio. Non solo un esercizio commerciale, una libreria indipendente e di quartiere è un luogo di incontro, socialità e relazione. Questa modalità di conoscenza e scambio è al momento impossibile a causa del confinamento sociale.

Oggi, pur avendone la possibilità, in base al DPDM del 10 aprile, i librai – ed editori dell’omonima casa editrice Tlon – hanno deciso di non riaprire la libreria il prossimo 20 aprile 2020. Una decisione che comporta una rinuncia, ma che viene messa in campo a favore di una presa di responsabilità scaturita dall’idea che sia pericoloso dare alle persone un pretesto per uscire di casa in questo momento.

La Libreria Teatro Tlon manterrà la sua attività principale di vendita di libri che, data la chiusura al pubblico, verrà portata avanti tramite le suddette spedizioni: il 10% di ogni acquisto verrà donato al Municipio Solidale per aiutare a finanziare le altre attività di sostegno alla cittadinanza. Le porte si apriranno solo tre volte a settimana (sui canali social della libreria sarà possibile trovare tutti i dettagli), non per la vendita ma per la raccolta di beni che i volontari del Municipio Solidale e/o gli stessi librai potranno consegnare a chi ne farà richiesta. 

Anche i libri, come beni primari, saranno messi a disposizione grazie alle donazioni di lettrici e lettori che vorranno partecipare. Tra le attività pensate in questa nuova veste, la Libreria Teatro Tlon dà vita al Diario Comunitario e Solidale: i librai si mettono a disposizione per ascoltare le parole delle cittadine e dei cittadini al fine di offrire il supporto per affrontare insieme questo momento. Non possiamo incontrarci, ma abbiamo tutti bisogno di raccontarci. Ora più che mai la libreria diventa un luogo di incontro che, anche a distanza, ci dà modo di mettere insieme testimonianze che donne e uomini, ragazze e ragazzi, vorranno condividere con la comunità. Un racconto collettivo di speranza e memoria, donato al futuro per testimoniare, ancora una volta, la nostra vocazione alla resistenza.

La libreria è uno spazio sociale. Al momento questa socialità non è possibile, ma possiamo declinarla in solidarietà: mettiamo a disposizione i nostri spazi per le iniziative solidali del territorio. Nello stesso tempo, decidiamo di non riaprire la libreria come punto vendita e invitiamo i nostri clienti ad acquistare online sui nostri canali. Così proviamo a impedire una pericolosa mobilità: ora più che mai, per essere solidali bisogna essere responsabili”. 

[La foto del titolo, di Fabio Rava, mostra in realtà volumi di polistirolo; è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

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