Cara Raggi, ci spiega cosa c’è da ridere?
Una vicenda ridicola. Così Virginia Raggi definisce le indagini della Polizia che si è recata al Campidoglio e ha sequestrato tutti gli atti di nomina emessi da quando amministra la Capitale. Ed è strano che la definisca così, perché non fa assolutamente ridere. Nella migliore delle ipotesi, infatti, siamo caduti dalla padella nella brace. Avevamo un sindaco, Marino, onesto ma evidentemente incapace di gestire il Campidoglio.
Sta avvenendo altrettanto con la Raggi, sulla cui onestà non c’è per il momento motivo di nutrire dubbi, ma le cui capacità amministrative lasciano gravemente a desiderare.
Ancor più non fa ridere l’intera vicenda, perché si dovrà far notare che il povero Marino (che non ci manca!) era incalzato, nella sua inadeguatezza, da opposizioni ben determinate a liberarsene, tra cui proprio quella del M5S. La “sindaca” attuale, invece, se fosse per l’opposizione della sgangherata destra romana e del Pd di Orfini, navigherebbe incontrollata e nella massima serenità. A mettersi nei guai però ci pensa da sola, compiendo due errori ogni volta che opera una scelta, e considerato che un sindaco di scelte ne deve fare tante, si fa presto il conto dei guasti.
L’indagine che le appare tanto ridicola, infatti, non è piovuta dal cielo ma è stata innescata da un esposto presentato dall’ex capo di Gabinetto e magistrato Carla Raineri, che lei stessa aveva scelto.
Con ogni probabilità tutto risulterà in regola, o forse no. Intanto Di Battista urla onestà e la Raggi ride. Molto bene.