Disegnare il Papa sui muri, per ottimismo
Quando l’ho raggiunto al telefono era preoccupato che non rivelassi il suo nome. Non voleva – in particolare – che ci fosse un collegamento diretto tra lui e il murales del Papa apparso in un vicolo del Campanile a Borgo Pio, proprio vicino piazza San Pietro. Francesco, nella consueta veste bianca, era sopra una scaletta, con un pennello in mano segnava il tris della pace. In basso una guardia svizzera gli guardava le spalle. L’immagine è apparsa la mattina del 19 ottobre e nel primo pomeriggio è stata subito rimossa. L’autore è Maupal, al secolo Mauro Pallotta, artista divenuto celebre per un precedente murales dedicato a Bergoglio. Mi dice: “Nel 2014 feci Papa Francesco con gli occhiali, un po’ di pancetta e con la sciarpa della sua squadra del cuore (il San Lorenzo de Almagro) che fuoriusciva dalla sua borsetta nera; aveva le sembianze di un supereroe ma portava con se i veri valori cristiani. Umiltà e umanità. Fu twittato da Vatican Communication e praticamente finì nei tg e nei quotidiani del mondo intero.” Sul sito mauropallotta.it, le 250 stampe del Papa volante (50×70), sono state vendute alla cifra di 250 euro. Al momento risultano “sold out”.
La cancellazione immediata ha suscitato forti polemiche, in particolare nella rete, dove l’immagine è divenuta virale. Maupal riesce con le sue opere a essere intelligente, diretto e popolare. Coglie i sentimenti positivi che girano nell’aria. Subito dopo la rimozione sono apparsi nei social network fotomontaggi che hanno dato l’illusione di un ritorno immediato dell’artista su quel muro. Non era così. Durante la nostra telefonata era preoccupato. Temeva una denuncia? Inutile fargli notare che di lui si parlava ovunque ed evidentemente associandolo al murales di Borgo Pio. Poi dopo nove giorni Maupal incontra il sindaco Raggi la quale lo rassicura che “nessun ordine di cancellazione” è partito dal comune e che “ha attivato un’indagine interna per risalire al responsabile”. Proprio così! In occasione dell’incontro l’artista ha donato la prima stampa autografa dell’opera con “l’augurio di rivedere presto l’originale apparire su qualche muro della Capitale”.
La stretta di mano con la Raggi ha tolto di mezzo ogni timore. Inutile dire che quella cancellazione, per quanto stupida, ha favorito a rendere celebre l’opera in pochissimo tempo. Quando chiedo a Maupal come ha preso la rimozione del murales, mi dice che non vuole rispondere. Ma perché ha scelto di rappresentare il Papa: “Scelgo di raffigurare chi in quel momento lancia il messaggio più forte…e spesso questo Papa lo fa in versione estremamente positiva.” Alla vigilia della canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII (il 27 aprile del 2014) l’artista aveva affisso, in via Traspontina, sul cancello laterale dell’Auditorium della Conciliazione, un’opera che raffigura i due Papi santi insieme a papa Francesco, collocato al centro. “E’ un morphing” mi dice. Cioè: “La trasformazione morfologica dei loro volti che si fondono l’uno nell’altro in un’unica anima”.
Gli chiedo se crede in Dio: “Sono credente ma in qualcosa o in qualcuno lo sono tutti. Anche chi si professa ateo, crede in qualcosa”. In Rete c’è stata una sollevazione a favore del tuo murales. Come l’hai presa? “Il murale apparso e cancellato ha svegliato parecchi animi assopiti, specialmente di chi crede di possedere buonsenso e si è sentito preso in causa, quindi ha preso spunto per cominciare a metterlo in pratica; anche semplicemente dichiarando la propria contrarietà alla cancellazione di un messaggio così esplicitamente positivo.”
I murales di Maupal toccano i temi politici e sociali con uno spirito pop. Si pensi all’immagine della lupa Capitolina che si morde la coda (simbolo dei governanti romani), mentre Romolo e Remo mano nella mano se ne vanno verso qualche destinazione europea trascinando i trolleys, il titolo dell’opera è #esodati (al Quadraro, del 2015). O il travestimento di Trump #YesIcan (a Trastevere) con fungo atomico che scaturisce dalla sua folta chioma bionda e per restare in ambito internazionale la regina di Inghilterra in #yogaqueen (dipinto a Londra) o l’omaggio a Pasolini in via Fanfulla da Lodi al Pigneto. Oppure la lavatrice che pulisce il mondo a Dublino, qui il video. Maupal ha incontrato Papa Francesco durante l’udienza del mercoledì in piazza San Pietro e gli ha portato in dono, disegnato su una tavoletta di legno, il Super Pope. Non è riuscito a parlargli, l’emozione era tanta. Bergoglio gli ha dato uno scappellotto. Cosa avresti voluto dirgli: “Se potessi parlare con Papa Francesco gli direi di continuare così e credo che l’umanità intera debba ritenersi fortunata per il fatto che in questo momento storico abbiamo un Papa come lui”. Tu sei nato e cresciuto nel rione di Borgo Pio, come la vedi questa città: “Roma è una città particolare. Indubbiamente è stata amministrata in maniera pessima negli ultimi decenni ed ora risalire la china sarà veramente complicato…”. Già sta pensando al prossimo murales e ovviamente non vuol rivelare nulla. Presto vedremo un nuova immagine del Papa sui muri di Roma. Un ultima domanda, al sindaco di Roma Raggi, cosa le diresti? “Le farei un grande in bocca al lupo…”