La poltrona avvelenata del Campidoglio
Negli ultimi anni sono avvenute tante e tali cose senza senso che tutto è diventato verosimile, anche Enrico Letta candidato sindaco di Roma. E’ chiaramente inutile spiegare quanto sia improbabile che possa verificarsi, eppure in molti si sono esercitati elencando vantaggi e svantaggi e misurando opportunità e rischi: insomma, chiacchiere. Il fatto è che il futuro di Roma continua ad essere avvolto da una coltre indecifrabile di opzioni e alternative, una più svogliata dell’altra. Si è arrivati al punto che la poltrona di sindaco della Capitale è ora utilizzata nei retroscena di palazzo come una moneta di scambio passivo: “prendila tu, così ti rovini” – “No, grazie, tienila tu, così ti accolli il disastro”. E’ questo, secondo i bene informati, il ragionamento che più intrattiene i vertici (il vertice!) del M5S: la conquista del Campidoglio è a un soffio, basta solo non sbagliare completamente il candidato, ma vale la pena farsi carico di quel disastro amministrativo andando incontro a un più che verosimile flop? Vale la pena prendere Roma, insomma, e rischiare poi di non riuscire più a insidiare Renzi?
Quanto e se questi argomenti stiano davvero interferendo con le scelte del M5S lo sapremo presto, ovvero appena conosceremo il nome del candidato. Da lì sarà facile capire se fanno sul serio oppure no.
Lo stesso problema, ma per motivi diversi, si registra altrove: i nomi dei corteggiati sono molti, ma quasi nessuno lascia intendere una reale disponibilità. Tra i tanti, in area Pd, solo Giachetti sarebbe davvero pronto a partire, con quante reali possibilità di successo non è dato ancora sapere. Marchini procede per la sua strada, forse meno determinato di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Ad ogni modo dopo tante dichiarazioni d’amore per Roma, vuole sapere quanto è corrisposto.
E poi c’è la destra, la Cenerentola di Roma: ridotta al lumicino, senza idee né iniziativa, fatta eccezione per i Marò sul presepe, s’intende. Da quelle parti il treno in partenza è quello della testimonianza, a dire: noi c’eravamo, anche se non ve ne siete neanche accorti.