Angelo Cesselon e il manifesto cinematografico d’autore. Una mostra a Montesacro

Nelle “Sale Regeni” del III Municipio è allestita, con ingresso gratuito, l’esposizione permanente dedicata a Angelo Cesselon (1922-1992), il maestro dei cartelloni cinematografici, che racconta la sua arte e il suo legame con il territorio di Montesacro, in cui visse e dipinse per lungo tempo.

Autore di oltre 3.000 opere da ritrattista, come un “regista che non ha strumenti ma solo immagini” così da “mettersi nei panni di chi guarda” (Cinzia Baldazzi, critica letteraria), Cesselon è stato ricordato – nel corso della cerimonia di inaugurazione – insieme a quegli artisti cartellonisti i cui dipinti talvolta arrivavano a Hollywood, come “La mia bocca brucia” che ritraeva Marilyn Monroe.

L’attività di questi artisti, già nei primi manifesti eseguiti come litografia, denotano il lavoro prezioso realizzato con la tempera su carta: cosa che richiedeva una mano ferma, perché non si poteva sbagliare (pena ricominciare da capo) per ottenere il risultato di un’immagine densa, talvolta ironica e sempre valida cromaticamente.

La pittura di Cesselon fu ispirata alle opere di Giovanni Boldini ed Ettore Tito, così che, fin da giovane, ebbe modo di sperimentare un linguaggio originale rispetto alle modalità espressive del suo tempo, che privilegiavano invece l’aspetto aneddotico della scena, mentre Cesselon usava condensare i temi dei film in pochi elementi, evidenziando i volti dei protagonisti. L’originalità delle composizioni, la ricchezza cromatica dei toni del rosso, del fucsia, del verde e dell’azzurro, il tocco veloce e sintetico, rappresentarono una novità nella cartellonistica cinematografica degli anni 50.
Nella composizione degli spazi si evidenzia l’osmosi tra pittura e cinema: il primo piano si confonde con il campo lungo, un dettaglio sullo sfondo costringe lo sguardo a una sorta di zoom, le linee verticali e orizzontali ricordano il movimento del carrello.

Le opere esposte sono state scelte (e riprodotte in stampa) tra i numerosi manifesti conservati nell’Archivio “Angelo Cesselon”, una preziosa raccolta – curata dalla figlia Alessandra – in cui sono conservati quadri, schizzi preparatori e foto di scena.

Tra i riconoscimenti ottenuti dall’artista spiccano la “Spiga Cambellotti” (1955) e la Mostra Personale promossa dall’ANICA (1991) presso il Palazzo delle Esposizioni.

Mario Monicelli lo ricordò come “un personaggio, famoso per la capacità di rappresentare il film con le immagini. Noi registi ci tenevamo che fosse lui a dipingere la pubblicità dei nostri film perché lo stimavamo e conoscevamo il suo valore”.

Presso la Sala Regeni, III Municipio, Piazza Sempione 1, dal lunedì al venerdì, 9-18.

 

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