Uno sguardo enigmatico. “Aspettando Godot”, le fotografie di Enzo Ragazzini
Sono in mostra fino al 16 aprile gli scatti e gli studi realizzati da Ragazzini nel corso della sua lunga carriera, qui raccolti con l’intento di comunicare il senso di aspettativa dei soggetti ritratti a loro insaputa: scorrono così davanti gli occhi del visitatore le attese per un semplice autobus, quelle riprese in un caffè della stazione o più semplicemente la condizione umana nelle grandi città.
Le foto sono state realizzate tra il 1965 e il 2022 in tutto il mondo: dal Maracanà di Rio De Janeiro, dal Perù al Nepal, fino alla stazione Termini di Roma, e dipingono la perplessità dell’individuo posto di fronte ai problemi di una società non sempre benevola nei confronti della gente semplice. Come questa scelta di immortalare i poveri sia stata fatta da un professionista che vive e lavora in un grande casale in Toscana – un uomo che è peraltro vissuto nella “swinging London”- non è spiegato al visitatore, cui viene invece mostrato con orgoglio un documentario celebrativo di trenta minuti.
Resta il fatto che i suoi lavori assumono un senso se si pensa alle tante attese quotidiane o esistenziali della vita di ciascuno, oltre a mostrare una visione quasi tridimensionale nella tecnica della stampa.
Ragazzini nasce a Roma nel 1934 e inizia a lavorare come fotografo professionista nel 1958; nel 1963 realizza per il padiglione degli architetti Gae Aulenti e Carlo Aimonino tutte le immagini elaborate fotograficamente; a partire dal 1966 esegue le copertine dei Penguin Books. Nel 1971 gira un reportage dal titolo “Pensare Brasile” che vince il primo premio a Cannes per il miglior documentario europeo. Si è dedicato alla fotografia industriale nel corso degli anni.
Una carriera soddisfacente di un professionista forse sopravvalutato dalla sua “cerchia” che lo dipinge, in un tabellone biografico, come “genio” a tutti gli effetti: con buona pace di tutti quegli artisti di genio che non possono vantare amicizie influenti.
“Aspettando Godot”, Studio Ria Lussi, Via della Pace 32.