Nino Frassica: solo quando scrivo libri mi sento davvero libero

Davanti al pubblico di fan e amici accorsi numerosi alla libreria Mondadori di piazza Cola di Rienzo, dove presentava il libro insieme a Giovanni Veronesi, l’attore e comico siciliano si confessa senza remore: “Quando ero giovane, dalle mie parti, a Messina, andavano forte Franco e Ciccio, ma io non li amavo: preferivo Cochi e Renato”.
Ammette inoltre che la sua comicità paradossale spesso non viene compresa: “Sul set di Don Matteo mi viene spontaneo improvvisare delle battute, ma mi devo trattenere”. E a proposito del nuovo arrivato, Raoul Bova, aggiunge : “Mi trovo bene, è un bravo ragazzo e non sporca, talmente a modo che mi sono accorto di lui solo dopo il sesto episodio”.

 

 

C’è chi gli chiede quali comici attuali sono di suo gradimento: “Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Valerio Lundini”. Conferma inoltre d’essere un grande amico di Maurizio Ferrini dai tempi di Quelli della Notte.

Cita anche Indietro Tutta: “Improvvisavamo tutto”. E a proposito del libro aggiunge: “I libri da scrivere mi piacciono perché sono l’unica situazione dove mi sento veramente libero, in altre i miei testi vengono controllati”, a conferma che lo spettro della censura aleggia ancora oggi.

“C’ho messo un anno e mezzo a scrivere Piero di essere Piero: quando mi vengono le battute le scrivo nei posti più impensati, anche sui copioni, però a volte quando le rileggo non riesco a capire la mia calligrafia”.

Come promesso, gli ho chiesto di firmare in chiave anni 80 la mia copia del libro che ha scritto quasi quarant’anni fa, Il libro di Sani Gesualdi: “Siccome a Quelli della notte citavo sempre ‘il libro di Sani Gesualdi’, una casa editrice mi chiese di scriverlo sul serio e da allora non mi sono più fermato”.
A proposito di spoiler: prossimamente vedremo Frassica nelle vesti di prete e l’anno prossimo condurrà un nuovo programma su Rai 2.