Che cosa succede alla Fontana di Trevi?

Questa corrispondenza audio è stata originariamente realizzata da Checchino Antonini e Mattia Pelli per RSI, la Radio Svizzera Italiana, ed è andata in onda il 27 novembre 2024.

 

Ascolta l’audio:

 

Leggi la corrispondenza: 

Da un po’ di tempo circolano sul web alcuni video di turisti spaesati che cercano monumenti nascosti dietro impalcature, reti e pannelli. Succede a Roma dove Rete Due ha un testimone oculare: il “nostro” Checchino Antonini.
Ciao Mattia, buongiorno a tuttз. Il Giubileo incombe, lo abbiamo detto più volte nei nostri dialoghi dell’alba. E in questo momento, in città sono aperti ben 137 cantieri, alcuni davvero così invasivi da provocare una rivoluzione nel traffico circostante e una ridefinizione, anche acustica, del paesaggio urbano. Altri 32 progetti sono in fase di gara e 27 stanno iniziando i lavori adesso.
Ai progetti specifici per il Giubileo si sovrappongono quelli finanziati dal PNRR, il piano dell’Unione Europea per la ripresa e la resilienza varato dopo la pandemia. Inoltre, e questo è un vizio tutto italiano, alcuni lavori sono incastonati nella cornice del Giubileo solo per approfittare di una procedura davvero molto più snella che consente ai costruttori di saltare a piè pari le perplessità di urbanisti e cittadini grazie ai poteri commissariali conferiti al sindaco per il grande evento.  

Comunque alcuni dei cantieri non nascondono del tutto i monumenti, penso alla Fontana di Trevi che – sì – è stata recintata per alcuni lavori di manutenzione straordinaria, ma i pannelli sono trasparenti e hanno fatto il giro del mondo le immagini della passerella che è stata allestita per consentire il passaggio dei visitatori.
Dal 9 novembre e fino alla fine dei lavori, questo palazzo-fontana simbolo della Roma Barocca (risale al 1765 e il cantiere era iniziato una trentina d’anni prima) sarà visitabile solo attraversando questa passerella, in 130 persone alla volta. Sebbene sia senz’acqua, la prospettiva è davvero spettacolare per via della distanza ravvicinata con le statue. Si calcola che ogni giorno visitino la fontana tra le 8mila e le 12mila persone. Ora ne sapremo di più perché la passerella ha dei sensori per contare la gente. Successivamente l’amministrazione comunale ha annunciato che ragionerà sull’eventualità di un biglietto, a costi contenuti, si parla di un paio di euro, per decongestionare un po’ questo angolo di città.

L’idea non è nuova, se ricordo bene l’aveva già tirata fuori il ministro Franceschini qualche anno fa a proposito di questo scorcio di Roma reso indimenticabile anche da film come “La dolce vita” di Fellini.
Hai ragione Mattia, era il 2017 mentre la sindaca di allora, Virginia Raggi aveva pensato a un percorso obbligato con dei tornelli che permettessero di passare davanti alla fontana ma senza fermarsi. C’è chi sostiene, tuttavia, che il biglietto non risolverà il problema. Già ora gli ingressi contingentati dovrebbero funzionare da deterrente ma lunedì mattina, giornata particolarmente uggiosa per questa città, sono andato a dare un’occhiata e ho trovato più di cento persone in fila, sotto una pioggerella incessante, altre 130 sospese sulla passerella e moltissime sparse nella piazza circostante, in uno dei rioni del centro storico più attraversato dai flussi del turismo.
Recintare, militarizzare e trasformare questi luoghi in parchi a tema è ormai un fenomeno tipico delle località turistiche ma non risolve il problema: la cifra è troppo bassa per essere un disincentivo al sovraffollamento e alzarla significherebbe escludere i più poveri dalla possibilità di fruire di un monumento che dovrebbe essere un bene comune e non una merce. Sarebbe, come a Venezia, solo modo un per generare introiti nelle casse pubbliche. Un geografo come Filippo Celata va giù duro: si tratterebbe di uno «stupro dello spazio pubblico».  

C’è chi sostiene che il Giubileo porterà questi problemi al massimo livello, insieme a te – Checchino Antonini – avremo modo di monitorare la situazione ma ora toglimi una curiosità: se la fontana di Trevi è senz’acqua immagino che non si potranno lanciare le monetine ed esprimere un desiderio?
E qui ti sbagli, Mattia: la sovrintendenza ha aggiunto una vasca davanti alla fontana per permettere di non rinunciare al rito. Per chi ancora non lo sapesse, chi lancia una monetina nell’acqua mettendosi di spalle, tenendo gli occhi chiusi e con la mano destra sulla spalla sinistra, secondo alcuni, avrà la garanzia di tornare a Roma. Secondo altri, chi lo fa può esprimere un desiderio nella speranza che si avveri di lì a poco. Tutto ciò frutta una media di tremila euro al giorno, in monete di ogni Paese, che la Caritas, grazie a una convenzione con il Comune, spenderà per opere di assistenza ai più poveri.

Già, ma da quanto tempo va avanti questa storia?
Viene da molto lontano, così pare, da quando i soldati dell’esercito di Agrippa nel 19 d. C., di ritorno in città ormai esausti, si dissetarono alla fonte di Salone, che si trovava a 20 km di distanza da dove sgorga l’acqua oggi, grazie alle indicazioni di una ragazza. Da questa circostanza la fonte è detta anche acqua vergine. Successivamente Agrippa fece costruire un acquedotto per portare l’acqua nel punto dove attualmente sorge il monumento per rifornire le Terme Pubbliche in Campo Marzio. Fino a pochi decenni fa, l’usanza era che le ragazze facessero bere l’acqua vergine ai loro fidanzati prima che partissero e i bicchieri venivano rotti per simboleggiare che l’evento era irripetibile, e così anche la fedeltà era assicurata.
Invece l’architettura della Fontana di Trevi rimanda a significati allegorici relativi al mare, all’andirivieni delle onde. Infatti, al centro del blocco marmoreo c’è il dio Oceano, e ai lati due cavalli: uno calmo e uno agitato. Come può essere il mare. 
Ma questa, come si usa dire, è un’altra storia…

(La foto della Fontana di Trevi è stata pubblicata sul sito del Comune di Roma)

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