Bici & Alici: verso il mare con la “Regina Ciclarum”

Mattina del 15 novembre, aria finalmente frizzantina, giusta, leggero vento da nord. Giornata da specchiarsi nei laghi, anche nel Tevere. Un toscano, un romano, due norvegesi all’appuntamento con le due ruote. Dalla FAO al mare , sulla “regina ciclarum”.

Per una volta non sarà la Roma L’Aquila a portarci su per l’Appennino verso est, ma stavolta l’ovest, il mare lì dove il sole tramonta col pensiero rivolto ai  “frittini” di Fiumicino. Il dubbio ci assale: meglio i frittini o la buzzicona (la figlia) al Borghetto dei Pescatori di Ostia? Ci pensiamo dopo.
Oggi non scarponi ma pedali, mi verrebbe da dire petali di una città che non si smentisce ricca di chiusure e lavori ma libera aperta verso il mare da Porta Ardeatina. Ci aspettano 59 km tutti ciclabili, quelli giusti, forse, per questo poker over 60.

Colpo di pedale e via, Cristoforo Colombo, EUR, Vicoletto del Cappellaccio, ciclabile Roma sud, detta Regina Ciclarum, un nome bellissimo, evocativo, carico di emozioni e storia. Da mettersi lì a pensare, ma non troppo, purtroppo, alla civiltà romana. Mettiamoci un prefisso “in”, ma non sempre. Diventa inciviltà con i calcinacci gettati dalle spallette.
Il ponte romano cancella i cattivi pensieri, ci accoglie con due rampette e curvette di classe dove non tramonta il colpo di pedale di una volta mai appannato. Il raccordo, il grande GRA, il Sacro GRA secondo Rosi ci cintura, ci cinge e ci accoglie lì dove Cesare, ultimo pescatore di anguille, viveva, secondo la genialità visionaria del grande regista. Mezzocammino, ma che mezzo….. siamo sì e no a un sesto. Ora arriva il bello. Rendiamo onore al “Sacro GRA” con 300 metri protetti che lo fiancheggiano e poi via, rapiti dalla campagna romana. Copertoni tacchettati quelli giusti per questi geniali e non veniali tratti. Sterrato, sterratino, ghiaino, asfaltino, per finire in un sentierino di canne dove si passa da soli sperando di non incrociare altri pensionati in senso inverso. Un incontro c’è, e fortunato. Due cicliste armonizzate e sinuose con linea delle loro bici da corsa si fermano. Ci cedono il passo con un bel buongiorno ed un sorriso. Regali. Occhi luminosi, caschetto che cela la folta chioma. La fortuna a due ruote.

A sinistra forse Casal Bernocchi, forse Vitinia, a destra l’autostrada dei voli low cost, tracce di urbe lontana sbiadita e silenziosa per noi che parliamo, da incerti ornitologi, di garzette, aironi cenerini, fagiani che si sollevano al nostro frusciante passaggio. Il Tevere ci accompagna, prima a destra e poi sinistra (senza riferimenti politici). Ancheggiante, scivola con noi, lo carezziamo, amoreggiamo con le sue sponde fino al collettore che ci regala altri volatili di incerta conoscenza. Sembra di volare nello stretto della vegetazione, grande la nostra abilità di evitare foglie e rametti con rapidi piegamenti della testa.  Due, tre strappetti che richiedono destrezza  e pedalate “en danseuse” in piedi sulle pedivelle. Il Galibier de’ noantri. Poesia della lingua. Un bel sogno. Carezze dolci di piante su volto, braccia e cosce sfiorate per rimanere in tema di sensualità.

Finalmente asfalto, è il caso di dirlo, linearità e ciclabilità su pista da Parco Leonardo a Fiumicino. L’aria è più salina e il nostro sudore pure, quando ci fermiamo, alla chiesa di Sant’Ippolito. Bellissima, oggi appare tutto striato e screziato dal sole dai raggi freddi. Ripartiamo le onde sono vicine, ma che onde, mare piatto e forse ancora caldo per qualcuno in slip che sfida questa tavola.  Fuor di metafora noi ora a tavola, a Fiumicino. Col profumo scegliamo i frittini. Alici e paranza. “Dai andiamo è ora” Scivoliamo verso sud, verso il faro, fiancheggiamo una spiaggia deserta di novembre. E non si sarebbe nemmeno soli, il bagnante si sbraccia e saluta. Ciclabile dritta, una spada, il vinello bianco non aiuta a essere frecce. Qualche curva dove non c’è…..

Contro corrente verso il Ponte della Scafa e, una città umile, un borghetto di calce e sudore della domenica ci viene incontro ospitale dove la fantasia e i mattoni hanno fatto il resto. Proseguiamo. Contrasti forti di questa sponda destra che regala emozioni e pensieri che disorientano. Pochi metri avanti e solo parole anglofone, eleganza smisurata ed esclusiva nei luoghi e nelle imbarcazioni: Blue Dolphin, Docking 9 e via di seguito.

Ponte della Scafa, acido lattico, 44 km; ma ora Ostia nord con i suoi, i nostri ricordi di quel 2 novembre 1975, quell’Idroscalo, quei borghetti distratti, quel monumento bianco più volte sbeffeggiato. Ciao Pasolini, ora noi verso sud, ti lasciamo ai tuoi 100 anni con pista ciclabile, elegante, protetta, lineare, bella, raggiante, ma non c’entra la Raggi che l’ha inaugurata, accompagnata da solite polemiche e contrasti. Oggi ha 48 mesi. Stabilimenti tanti, troppi, un male italiano, per chiedere permesso per bagnarsi i piedi d’estate. Oggi nessuno ti fila. Spiaggia deserta oggi ad Ostia. Sole e mare cominciano a corteggiarsi vicini prima del bacio delle 17. A sinistra il Borghetto, con Sabrina, figlia di Anna Longhi, la buzzicona di Albertone, la onoreremo la prossima volta con le vongole e gli spaghetti.
Il contachilometri segna 55. Uno sforzo e siamo a 60. Ricordi dei nostri 60 ma non Km.

Un ultimo km per il nostro millepiedi di felicità, Castefusano dove le bici riposano appoggiate ai sedili. E pure noi. Carlo, Francesco, Tom e Anna le guardano con dolcezza, pensano ad oggi, e senza rammarico, alle montagne che ci aspettano dopodomani. Tutto funziona, oggi la Roma Ostia sferraglia veloce. Così doveva essere senza incertezze.
Roma Piramide, ci dividiamo, Roma ci ringhiotte, ma oggi non è da dimenticare. Profumi e indelebili ricordi. Traffico esagerato che ci accompagna verso casa.

Percorso ciclabile : Viale Terme di Caracalla, Porta Ardeatina, Via Cristoforo Colombo, Via Laurentina, Viale dell’Atletica, Viale Val Fiorita, Vicolo del Cappellaccio, Ciclabile Roma Sud, Grande Raccordo Anulare, sterrato, Parco Leonardo, ciclabile fino a Fiumicino, Ponte levatoio  Due Giugno, Fiumicino sud, Via Costalunga, Via Monte Cadria, Ponte della Scafa, Via Tancredi Chiaraluce, Parco Pasolini, Via dell’Idroscalo, Ostia Sud, Lungomare di Ostia, Capolinea Treno Ostia Lido.

Percorso pedonale: fino alla stazione Parco Leonardo col treno per Fiumicino aeroporto. Attraversare la Portuense e poi 7 km sulla ciclopedonale fino a Fiumicino.

 

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