La cartolina / 143

Entrare, sedersi, assaggiare un altrove non solo geografico.
Può capitare che sia, comunque la si veda, già piccolo miracolo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Al monopattino la sosta è consentita.
Tanto più che, specie a confronto col resto, non starà lì troppo a lungo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

I souvenir confermano: è Roma.
Ma forse si capiva anche senza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Si può prelevare la bellezza, lasciandola lì dov’è.
Un caso quasi unico.
Che sempre ha a che fare con gli occhi di chi guarda.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Lotta col tempo, la quercia che fece ombra al poeta.
E questa resistenza, supportata dal ferro, risulta a sua volta poesia.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Quasi tutto è questione di punti di vista.
Il palazzo in fondo coi cavalli sopra, per dire, non ha il televisore.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

C’è chi associa Roma e abitanti a una certa indolenza.
Sì, qualche volta è vero.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Dare, ricevere. O anche solo immaginarselo.
Una città è sempre fatta dei fili che ci connettono.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Il monsignore, per evidenti questioni anagrafiche, non è più tra noi.
Ma è in arrivo il compleanno della targa.
Sarebbe elegante, come regalo, una pulita.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Il continente è giusto.
Si potrebbe provare a ragionare sul divieto.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

Siamo, non c’è dubbio, capitale mondiale di un’importante religione.
Ma è pure vero che eravamo qua prima.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro
 

 

§

E quindi può venire in mente che a forza di leggere si finisca per trascurare la spada.
Poi certo, magari è solo il caso.

 

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Passerà.
Anche se sì, sembra una battuta.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Non basta avere le ali, per essere angeli.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

A Roma è un attimo.
Nasci lavoro in corso, e diventi skyline.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

E va bene, è ancora luglio.
Aspettiamo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sopra i trenta gradi, certe insegne diventano didascalia.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sarà pure che l’essenziale è invisibile agli occhi.
Ma è difficile che senza sguardo possa esistere bellezza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Lo sport fa bene, e serve a tenere sotto controllo il peso.
Ma la vita non è perfetta lo stesso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Non c’è dubbio che l’arte, in città, stia tra le cose che contano.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Figurano senza dubbio, mangiare e bere, tra le colonne della città.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

E se fosse proprio il passato a dirci che il futuro è possibile?

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sarebbe immobile la città, e sola, se non ci fosse qualcuno ad attraversarla.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sarà che c’è il sole, ma il quattro a quattro tra scimmie e divieti appare comunque un buon risultato.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

C’è grande attesa, e speranza.
Frattanto è chiaro che il cavallo, per il trasporto urbano, non basta più.
Resterebbero, in alternativa, le ali.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

L’incontro tra natura e storia che produce geometria.
Ogni città, ma soprattutto questa, è da qui che nasce.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Certi spazi condominiali, a Roma, sono al tempo stesso collettivi e appartati.
Un po’ bene comune e un po’ città segreta, riescono nel mezzo miracolo di rendere il dentro un luogo aperto.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È religione aggiuntiva, a Roma, la bellezza.
Sempre restando, è chiaro, negli occhi di chi guarda.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È chiaro a Roma, forse più che altrove, come quella col tempo sia l’unica partita che non si può vincere.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Poi dice che per fare le cose a Roma ci vuole tanto.
Uno che lavora, e tre che guardano.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Siamo la lotta continua tra ordine e caos.
Teatro della partita è il tempo.
Solo una rimonta potrà portarci ai supplementari.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Dell’incontro di natura e architettura è fatta, anzitutto, una città.
Nei casi più fortunati si aggiunge l’arte.
Il rapporto tra nuvole e lacrima, con ogni probabilità, rimane casuale.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Qualche volta, specie a Roma, funziona così: tocca sudarsela passo dopo passo.
Illuminati dalla convinzione che a un certo punto si andrà più spediti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Le scale hanno a volte il compito aggiuntivo di offrire una presa di fiato alla città.
Una volta sistemati sedie e tavolini, un caffè o una birra saranno forse quintessenza di gioia pedonale.
Nel frattempo, si fa come al solito.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si può solo salire, oppure scendere.
Per certe vite, come per certe pagine della storia, va così.
Nessuna possibilità di pianura.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Spalle al fiume, la panchina potrebbe essere un ottimo posto per ascoltarlo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Riconoscere una città da uno scorcio è materia per esperti.
Ma il frammento di colonna vicino alla tigre è indizio.
E suggerisce che con la lupa sono quasi sorelle.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Un po’ torre di controllo, un po’ Medio Evo.
Perfino i fili, per affinità, abbozzano una merlatura.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Certi assaggi di città raccontano storie.
Con differente grado di mistero.
Qui, per esempio, è chiaro che c’è sotto qualcosa.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Il punto vero, per godersi una città, è non avere fretta.
Solo la sosta, perfino se obbligata, favorisce lo sguardo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ci sono cose fatte per la gloria di Dio.
E cose fatte per le necessità degli uomini.
Roma le mischia, e le confonde.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si può scherzare sul fatto che di solito c’è tutto il tempo per accorgersene.
Oppure no.
Rimane il fatto che una fermata d’autobus, e ciò che rappresenta, sono uno dei luoghi in cui la città si specchia.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Costituiscono pezzo raro, le fontanelle a più bocche, nella potabilità cittadina.
Una cosa di cui vantarsi.
Però poi questi, a guardare bene, sempre nasoni sono.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Fa bene qualche volta la vecchia speranza, cara agli umani, che ci sia luce all’uscita del tunnel.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Dipende anche dal rapporto che si ha con le feste.
Ma può succedere, in certi periodi, di vedere cartelle della tombola quasi ovunque.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Quadrato a chi?

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Visto il grande successo di San Pietro dal buco della chiave, è normale che si tenda a replicare.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Animale che lavora duro: quattro lettere.
La città sembra suggerire, ma non è detto.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Stare tra i simboli della città, come il Colosseo e pochi altri, è roba da re.
Dunque è giusto ricambiare facendosi corona.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Sta a casa sua il merlo, tanto più se poggiato sui merli.
La confidenza che ha col cielo, da migratore, lo porta all’altezza dei santi.
E tutto dice che romani, a volte, si diventa.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Dice: a Roma di parcheggio non ce n’è neanche l’ombra.
E invece.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Una grande città è anche il luogo in cui viviamo in tanti, diversi.
Solo non incontrarsi rende l’amore impossibile.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Può capitare di essere diversi, anche molto.
E scoprire a un certo punto di avere qualcosa in comune.
Come fosse un’illuminazione.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Così come quelli in cartellone all’Opera, anche questi ciuffi che sbucano spettinati sono in fondo “sconfinamenti”.
È il caso, che suona la sua musica.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si può supporre che il nome della strada scompaia a primavera sotto le foglie.
E poi ricompaia in autunno.
E che a guardarlo, di anno in anno, si cresca.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Impressiona, quell’acqua che scorre sui muscoli di marmo e li fa sembrare carne.
L’autore dev’essere stato uno bravo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Del letto rifatto – dignità e disciplina che sopravvivono ai rovesci – dovremmo forse parlare, quando parliamo di decoro.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Il cielo di Roma, che qualche volta pare dipinto, ci mette del suo.
Ma appare normale, conoscendo la storia del santo, la confidenza degli uccelli.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Dici “torre”, e ancora non hai detto niente.
Una viene dal passato. L’altra da Marte, forse. Ma non è detto.
D’altra parte una città è proprio tempo che incontra lo spazio.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

La soluzione, è chiaro, sta nella sistemazione del cartello, che magari è già avvenuta.
Ma intanto toponomastica chiama enigmistica.
E aggiunge un gioco ai giochi possibili in città.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È soprattutto questo, Roma.
Lo spazio di un incontro irripetibile tra gli umani e il tempo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si mischiano spesso, in qualche punto di Roma, passati diversi.
Nemmeno il pino, che è lì da un pezzo, li conosce tutti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

A certe temperature la sosta, oltre che vietata, non è nemmeno consigliabile.
Meglio andare, affidandosi a ogni protezione possibile.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Anche nella città del tempo lungo, qualche volta, si ha la sensazione che tutto scorra.
Sarà magari la vicinanza del fiume.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È chiaro che non c’entra niente.
Però quell’immobilità, benché dovuta al marmo, fa immaginare che il semaforo sia rosso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Una delle cose interessanti, in una strada, è vedere dove porta.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Galleria e arte, d’altra parte, sono fatte per stare insieme.
Perfino senza biglietto.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ci sono ottime possibilità che dietro il tronco d’albero ci sia una finestra.
E molto poche che sia tonda.
Ma solo andare sul posto ce ne darebbe certezza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Può succedere che un ponte dedicato alla musica ricordi uno strumento.
La luna di giorno – un friccico, probabilmente – aiuta le cose a sembrare possibili.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

L’acqua, di cui i nasoni sono simbolo e veicolo, è all’origine di questa città.
La chiamiamo Tevere, o Tirreno, ma quello è.
Sembra giusta, dunque, un po’ di riconoscenza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Guardarsi allo specchio e vedere come si era da giovani. A pensarsi eterni, può capitare di montarsi la testa.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

 

È chiaro che i due muri si parlano, anche se non è chiaro cosa si dicano.
Forse che la bellezza, qualunque cosa sia, non è uguale per tutti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Trovare armonia tra pubblico e privato è il sogno di ogni città.
Quando succede, a volte, è una visione che ipnotizza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Il verde delle erbacce si può supporre, il rossiccio dei mattoni disposti ad arco pure.
Del travertino non serve parlare.
Il resto, un po’ Rothko un po’ prova colore, per chi vuole è soprattutto gioco.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È passato un sacco di tempo.
La verginità è persa, e non sappiamo bene cosa misurare.
Ma siamo ancora qui.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

In effetti un po’ d’acqua per cui non serve pagare, specie quando comincia a fare caldo, ha tutta l’aria di una benedizione.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Il divieto d’affissione tecnicamente è rispettato.
Rimangono, è chiaro, altri problemi.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Quando si è fatti per stare insieme, è inutile fingere di ignorarsi.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È un corpo, la città.
Cui ogni tanto succede di mangiare pesante.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

A chi li guarda con attenzione, può perfino succedere che alcuni angoli di città diano la sensazione
di ricambiare lo sguardo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si affrontano, scala e muro, rappresentando idee diverse di città.
L’una connette, l’altro nega.
Roma, come è evidente, prosegue. Perciò da qualche parte si deve pur passare.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Poesie, graffiti, contatori, brevi testi su Roma.
Si fa presto a dire “lettura”.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Benché in relazione piuttosto stretta col divino e la sua luce, siamo comunque città.
Dunque faccenda soprattutto umana.
In certi casi si vede benissimo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

In certi avvallamenti, nel ritmo disuguale, nell’andatura stortignaccola, è come se la scala condividesse la fatica che può volerci a percorrerla.
E anche questo le dona.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Di umani, geometria e caso è fatta soprattutto una città.
Al menù, guardando bene, mancava giusto un dolce.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

La sensazione, a distanza, è che Maria sia uscita da uno dei dipinti, e poi dalla chiesa, per riscaldarsi al sole di Roma.
Ma è chiaro che per capire meglio occorrerebbe avvicinarsi.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Può perfino succedere che la tutela della bellezza diventi essa stessa bellezza.
L’importante è non pretendere di capire sempre tutto.

 

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Il naso a becco, oppure proprio il becco.
Quell’occhio un po’ così.
E la netta sensazione di essersi già visti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ci sono un sacco di punti in cui Roma sembra finire.
Poi di solito invece ricomincia, che è la sua vera specialità.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

E poi sì, ogni tanto sembra tutto un tale casino, che viene solo da alzare gli occhi al cielo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Si dice che la vita sia la più grande opera d’arte.
Ma pure allearsi, arte e vita, può dare i suoi frutti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

E va bene: qualcosa è andato storto.
Ma non è detto che non si possa ripartire.
Una “A”, in materia di nuovi inizi, può già essere buon segno.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Di sicuro non si addice, la sosta, a così tanta possibilità di esplorare.
Un cartello è perciò di divieto.
L’altro, forse, di esortazione.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

C’è stato un tempo in cui il Circo Massimo era sede di battaglie navali.
Dunque magari siamo di fronte a una ricostruzione storica.
Altro che allagamento.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È stare vicino, e restarci, che determina la coppia di fatto.
Non c’è per forza bisogno di somigliarsi.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Una luce che arriva da dentro, un riflesso che svela il davanti.
Il mescolarsi di cose diverse definisce una città.
Ed è la somma, come sempre, che fa il totale.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Mutano, al mutare dei tempi, anche i tragitti dell’amore.
A lungo ha viaggiato per lettera, e oggi sceglie altre forme.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Vogliamo bene alle fontanelle col nasone, che ci dissetano e ci distinguono.
Forse è per questo che qualche volta ci sembrano perfino angeli.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Appare più chiaro che altrove, in certi punti, che la città è mosaico.
E tutti quanti siamo tassello.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Quando non c’è mercato potrebbe sembrare un posto qualunque, ma è Roma.
Città che mescola il nuovo e l’usato, da secoli.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ai più ispirati può perfino venire in mente l’Impressionismo.
Ma la bellezza sta anche nel fatto che forse le anatre rimediano qualche avanzo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

A Roma, per essere onesti, non siamo mai andati fortissimo quanto a skyline.
Ma abbiamo le nostre certezze.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Difficile, in assenza di volo, parlare di stormo.
Rimane il dubbio tra caso e costellazione.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ce ne sono un sacco così, specie di una certa età.
Sempre a sfogliare quegli affari di carta.
Mai uno smartphone, un social, niente.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

A forza di dare retta a feste importate e trascurare la Befana, ci ritroviamo così.
Senza una scopa, né qualcuno che sappia come usarla.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ci sono pezzi di città che parlano della gente anche quando la gente non c’è.
Succede ai sampietrini levigati dal passaggio, ai cestini piazzati come sentinelle del decoro.
Perfino, forse, a una striscia pedonale che qualcuno ha spostato col piede.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Chissà se il nastro è lì per proteggere i rami da noi, o noi da loro.
Di certo aiuta a ricordarci che siamo tutti città, nastro compreso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Ha le sue regole, l’estetica, ma fanno i conti con il gusto di ognuno.
Appare tag, rara e magnifica, anche la traccia dell’antica norcineria.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Quasi sempre la colleghiamo a un luogo e a un tempo precisi. E finiti.
Poi magari viene fuori che la dolce vita, invece, è un modo di prenderla.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sette colli, più un po’ di posti che hanno “monte” nel nome.
Senza contare che spesso la vita è salita di suo.
Aiuta, di solito, distribuire piccoli premi lungo il percorso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Nemmeno l’eleganza di mattoni disposti come il parquet può eguagliare i sampietrini.
Sarebbe bello se il cane, bianco com’è, si chiamasse Travertino.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

La luce di ieri nella città di oggi.
Le luci di oggi sul campo di ieri.
Di domani, per adesso, niente certezza.
Come quando le squadre sono ancora sullo zero a zero.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È possibile che ci sia un punto in cui l’ordine ribalta il caos, e l’abbandono diventa installazione, la miseria geometria.
Nel mentre condividiamo con la città, passando oltre, santa pazienza.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Le cose sono, quasi sempre, gli occhi con cui le guardiamo.
Perciò quelle ali, anche di volo impossibile, vorremmo fossero le nostre.
Per i colonnotti, immobili e disciplinati, il desiderio forse è lo stesso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Imbacuccare le mura, in passato, è stato compito di grandi artisti.
Visti i tempi, proviamo ad arrangiarci da soli.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

Per essere certi che il riflesso vero del lampione si rifletta davvero nella vetrina illuminata a prescindere, non c’è che andare sul posto.
Da lì, appresa la verità, la si potrebbe comunicare con una cartolina.

 

§

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Capita, a volte, di separarsi.
Ciascuno cercando di raggiungere un sopra.
Rimane in qualche caso il ricordo del sotto da cui siamo partiti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sarà che siamo abituati al contrario.
Rimane il fatto che stupisce, d’istinto, l’idea di una religione che ci guardi dal basso.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Difficile trovare, per la raggiera di pancali, una motivazione pratica.
Dunque si fa strada l’ipotesi che stiano lì, davvero, a imitazione del sole.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Sarà che la bellezza è contagiosa.
Sarà che il ferro un po’ ci piace, come dimostra il gazometro.
Così non è escluso che l’imbragatura, che sta alle colonne come l’apparecchio ai denti, piano piano venga voglia di tenercela.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Possibile che a spostarlo nel museo giusto, con la luce giusta, il quadro salirebbe di molti gradini.
Possibile che il segno lasciato dalla sua rimozione, nella folla delle vernici intorno, paia esso stesso bellezza.
Valla a capire, l’arte.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

C’è stato un tempo in cui i piccioni frequentavano in esclusiva le piazze del centro.
Ora stanno in ogni quartiere, periferie comprese.
Anche questo, a pensarci bene, li rende romani.
Timorosi, qualche volta, di scendere ancora.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

È Roma anche lo specchio, il bianco, la scala a tortiglione.
L’immagine riflessa, soprattutto, lo svela.
Scombinata come dentro un Picasso, magari per lo sfizio di adattarsi al nuovo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

C’è qualcosa di circolare nel discorso della città, che ogni volta sembra finito, e invece ricomincia.
Si tratta, in effetti, di capire se e quanto ce ne importa.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Una pozzanghera, dopo la pioggia, si può trovare in qualunque città.
Quasi mai però è possibile vederci dentro i sampietrini che ricamano il cielo.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

 

La piccola scala domestica è affacciata sulla grande scala di città.
Come volesse, a modo suo, farsene prosecuzione. 
Il confronto con i migliori è a volte fonte di ispirazione e sogno.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Alla fine, soprattutto, siamo questo.
Clamorosa e in parte casuale bellezza poggiata sulle rovine del tempo.
Oltre che, a conti fatti, una squadra.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Appare croce, con tutto il rispetto, anche l’antenna.
Immagine riflessa di un credo abituato alla mondovisione.
In mezzo il pino, comunque la si pensi sul mondo e ogni altrove, è di sicuro simbolo di Roma.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

“Questa città è una giungla”, qualche volta, può anche essere un complimento.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Non si può essere tutti re, o regine.
Anche di pedoni è fatta una città.
Come i “dissuasori”, lì a impedire che qualcuno in macchina si sfranga per le scale.
Ci vuole spirito di squadra, e occhi aperti.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Qualche volta proprio il fiume, da cui nasce questa città che chiamiamo eterna, sembra parlare di pace, e di lentezza.
Dev’essere che se uno è eterno non c’è tanto bisogno di avere fretta.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

§

Non è nota la destinazione del cammino.
Quello della fede, con ogni evidenza, è già intrapreso.
Tra le ipotesi figura una panchina che basti per tutte.

 

 

§

Roma è primatista mondiale di scritte in latino.
E piena di graffiti come mille altre città.
È quasi sempre difficile capire le une e gli altri.
Vantiamo dunque, quasi senza rivali, un’ignoranza che spazia tra i millenni.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

A pensarci bene, una delle cose migliori che si possono fare in una città, una delle più alte, forse è proprio giocare.

Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro

 

 

§

Non ha rivali, Maria, in termini di culto cittadino.
Forse perché madre, come la lupa per i gemelli.
Basta farsi un giro.
Quasi ovunque la vediamo assistere muta ai nostri quotidiani sforzi.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

 

§

Le curve di design della spider. Il graffito. I manifesti strappati che fanno pensare a Mimmo Rotella. La scritta in alto, perfino.
“Arte” è una parola che può voler dire tante cose diverse. Come “città”.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

Giungla, presepe, ghetto, ferro, piuma.
La città è quasi sempre un misto tra quello che ne facciamo e quello che ci sembra di vederci.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

 

Abbiamo gabbiani. E poi piccioni, cornacchie, storni, pappagalletti verdi, rondini quando è stagione.
Non c’è traccia di colombe della pace, che invece servirebbero come il pane.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

Lento ma inarrivabile, il tram è grande esperto della città.
A volte si ha perfino l’impressione che riconosca i posti.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

A piedi, o in bicicletta, si può vedere cosa succede un po’ più in là: se i due percorsi si incontrano, e come; se questo pezzo di Roma, che sembra ovunque, è veramente Roma.
A sinistra, oltre la vegetazione, dovrebbe esserci un fiume.
Se a prescindere dal colore ci parrà biondo, allora sì.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

A chi cammina in città tanto per farlo, il percorso può sembrare poetico, di suo.
Accade a volte di ricevere un bonus, come il goccetto regalato dall’oste a fine pasto.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

Ciascuno fa i conti con le proprie inclinazioni.
Il colonnotto storto e il cartello sul ponteggio ce lo ricordano.
Quasi simmetrici, e almeno in apparenza, meno soli.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

Roma è anche il luogo che persone nate altrove hanno contribuito a far diventare ciò che è.
Ad alcuni di loro – un patriota piemontese, un calciatore armeno – la città tributa forme diverse di riconoscenza.
Ci si può leggere, sottinteso, un elogio del movimento.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

§

I sampietrini in primo piano, il travertino del parapetto, l’andatura mossa di chi è adagiato sui colli.
Tre indizi fanno una prova.
Se una città ha il suo stile, uno spiraglio a volte basta e avanza.

(Foto di Fabio Bedini, testo di Alessandro Mauro)

 

96 thoughts on “La cartolina / 143

  • 6 Gennaio 2023 in 12:12
    Permalink

    Mi ha sempre fatto rabbia che Roma non avesse vetrate gotiche come Parigi. Grazie Fabio Bedini e Alessandro Mauro per aver fatto giustizia regalandomi una piccola Sainte- Chapelle

    Risposta
  • 13 Gennaio 2023 in 10:58
    Permalink

    Se di architettura si parla, sono d’accordo:)Il gemellaggio delle vostre visioni Fabio Bedini e Alessandro Mauro già mi suggerisce il contrario. Non sconfino nel mio vissuto:) daje,bravi sempre

    Risposta
  • 20 Gennaio 2023 in 15:12
    Permalink

    Pure Piazza Navona sede di battaglie navali. Spero al passato. Senza selfie a triremi e al canoista premiato …non diamo idee pericolose

    Risposta
  • 27 Gennaio 2023 in 11:56
    Permalink

    Eh già. Come spesso nella vita, i pericoli e le insidie si addensano sulla strada asfaltata, che pare comoda e facile . il sentiero dove c’è da esplorare, perciò, resta sempre il meno battuto .

    Risposta
  • 3 Febbraio 2023 in 11:29
    Permalink

    Per me un nuovo inizio è, di per sé, una buona notizia. Il mio terrore è che le cose restino sempre uguali senza più cambiamenti all’orizzonte. Mi sa che sono minoranza però, anche in questo.

    Risposta
  • 10 Febbraio 2023 in 11:42
    Permalink

    Ecco un’alleanza che mi suona parecchio spericolata. Come forse, tutte le più belle e intense.

    Risposta
  • 17 Febbraio 2023 in 10:59
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    Mi raccomando: guardate in alto stando seduti, quando la strada è a così alto rischio di inciampo.

    Risposta
  • 24 Febbraio 2023 in 11:52
    Permalink

    Non si può mai conoscere tutta: è una delle sue bellezze.

    Risposta
  • 3 Marzo 2023 in 11:58
    Permalink

    Ahahahah. Grazie a voi Fabio Bedini e Alessandro Mauro, scopro affinità elettive che non avrei sospettato mai. Ci vuole occhio, appunto.

    Risposta
  • 10 Marzo 2023 in 11:09
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    La tutela la vedo. Quanto al resto, ormai vi credo sulla parola. Se io fossi Polifemo saprei dove rubare uno stuzzicadenti.

    Risposta
  • 17 Marzo 2023 in 10:56
    Permalink

    Perché avvicinarsi? Ma non lo vedi? E’ Lei. Alessandro Mauro e Fabio Bedini, se Woody Allen non avesse firmato da tempo Scoop, sarebbe il film che vorrei veder realizzato da voi, autore e paparazzo

    Risposta
  • 24 Marzo 2023 in 17:57
    Permalink

    Il menu mi pare di sicuro molto umano tanto che saluta con un sorriso: quale dolce migliore?

    Risposta
  • 31 Marzo 2023 in 10:12
    Permalink

    La condivide e la sostiene: si avvalla accanto al mancorrente. Bello vedere le cose con i vostri occhi Fabio Bedini e Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 8 Aprile 2023 in 10:08
    Permalink

    Vero, gente impegnativa, ma pur sempre umani. A prima vista, uno mi era parso un angelo, ma, visto che imbraccia le tavole della legge…Anche se scritte bene, non sono farina del suo sacco:)
    Grazie per questa Roma bella bella e auguri Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 14 Aprile 2023 in 9:45
    Permalink

    Tra gli altri segni scorgo pure un pugno chiuso; ma io, chissà che leggo. C’è gente che diffida dei graffiti perché restano enigmatici. A me, invece, piacciono proprio per questo. Ogni lettura affascinante conserva sempre uno spicchio misterioso.

    Risposta
  • 21 Aprile 2023 in 10:32
    Permalink

    Insomma Roma, icona della “bella e impossibile”. Perfino il tetto è parecchio inospitale. Fosse un po’ meno spiovente, darebbe la fantasia di sdraiarcisi a raccogliere il primo solicello di stagione.

    Risposta
  • 28 Aprile 2023 in 15:36
    Permalink

    Chissà a quanti portoni ho rinunciato di bussare sicura che non ricambiassero lo sguardo. Che bella cartolina! Grazie di mostrarmi le stesse cose con altri occhi, Sandro Mauro e Fabio Bedini,

    Risposta
  • 28 Aprile 2023 in 15:40
    Permalink

    Che bello vedere le stesse cose con altri occhi. Grazie Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 5 Maggio 2023 in 9:36
    Permalink

    Ahahah. Al corpo pesante della città forse non guasterebbe un pizzichino di manutenzione in più.

    Risposta
  • 12 Maggio 2023 in 9:33
    Permalink

    Io li vedo , schiena contro schiena, pronti al duello finale. Chi l’ha detto che le donne sono più sensibili? Grazie di regalarmi il vostro sguardo gentile sulla città Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 19 Maggio 2023 in 10:35
    Permalink

    Vorrei tanto rispetto verso i problemi, quanto tocca averne verso i divieti. Meno male che ci sono i murales e Fabio Benini e Alessandro Mauro che ce li mostrano.

    Risposta
  • 26 Maggio 2023 in 9:44
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    Acqua protagonista, il primo piano lo merita tutto. Bravi. Sempre nella speranza che non ne arrivi troppa dall’alto. Non tutta in una volta.

    Risposta
  • 2 Giugno 2023 in 10:13
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    Di certo incommensurabile la simpatia dei due fantasmi ansiosi di raccontarsi. Tra rabbia, acqua e cielo.

    Risposta
  • 9 Giugno 2023 in 9:17
    Permalink

    A me, che son rimasta indietro con il programma, i quadrati fanno pensare a Mondrian. Temo probabile un tentativo, rimasto a metà, di restaurare il travertino. Fabio Bedini e Alessandro Mauro, grazie sempre per metterci in moto l’immaginazione.

    Risposta
  • 16 Giugno 2023 in 10:11
    Permalink

    Vero, neanche il cancello esclude e, se mi trovassi lì dentro, mi sentirei comunque all’aperto. Grande armonia davvero, Fabio Bedini e Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 23 Giugno 2023 in 10:06
    Permalink

    Sìììì. Si rispondono: questa è già bellezza. Cioè, non muri di gomma. Beh, grazie sempre per i suggerimenti Alessandro Mauro e Fabio Bedini.

    Risposta
  • 30 Giugno 2023 in 9:15
    Permalink

    Questa vale per chi si sentiva bella da giovane. Spesso, invece, l’autostima è una conquista fatta di strati sovrapposti, come la corteccia di un albero secolare. Roma di Romolo e Remo era davvero più bella di quella di Giulio II e di tanta altra storia che si è sommata?

    Risposta
  • 7 Luglio 2023 in 9:37
    Permalink

    Fin qui non ho mai desiderato la maternità. Ma vedere una manina che traccia una frase così è l’essenza della felicità.

    Risposta
  • 14 Luglio 2023 in 9:07
    Permalink

    Ponte della Musica mi viene da immaginarlo sospeso nel vuoto, del resto, la sua apparenza lunare , incoraggia. Soprattutto non avrei sospettato il profilo e la visione che offre dal Ghetto, grazie Fabio Bedini e Alessandro Mauro

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  • 21 Luglio 2023 in 9:34
    Permalink

    Bello il nascondino delle finestre. Mi piacerebbe un bel po’ se nottetempo si scambiassero di posto. Belli i giochi che inventate, Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 28 Luglio 2023 in 8:53
    Permalink

    Bene così, arte è di tutti. Io, per esempio, amo quel Malcom X con il suo “white is not better” vedo bene o è un mio miraggio?

    Risposta
  • 5 Agosto 2023 in 8:34
    Permalink

    Ahahah. Di certo Porta nel verde, che si affaccia da ogni dove. Bellissimo scorcio.

    Risposta
  • 12 Agosto 2023 in 9:43
    Permalink

    Ahahah, a me ricorda vigili appostati , pronti a multare. Rispettati assai di più dei semafori, temo. Bella e inquietante. Ferragostana. Pare di sentire le cicale.

    Risposta
  • 26 Agosto 2023 in 15:54
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    Andare, il senso di marcia diventerà certezza un passo dopo l’altro, stagione dopo stagione. A me il caldo serve a questo: a mettermi in moto. E’ fatica ma é pure adrenalina

    Risposta
  • 1 Settembre 2023 in 9:59
    Permalink

    Mai dire mai: il Pino ha l’aria del buon ascoltatore con cui, prima o poi, si confidano tutti.

    Risposta
  • 8 Settembre 2023 in 10:36
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    Vero, almeno per gli umani capaci di sensibilità verso la Storia. Mi piace tanto la vostra visione del mondo, Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 15 Settembre 2023 in 10:09
    Permalink

    Grandi inquadrature e definizioni. Grazie per lo sguardo ironico e/o poetico che ci prestate per cavalcare bellezze e inciampi de ‘sta città.

    Risposta
  • 22 Settembre 2023 in 9:15
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    Ognuna fa scacco in un gioco diverso a seconda di chi guarda.

    Risposta
  • 29 Settembre 2023 in 10:20
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    Li definirei i migranti meglio accolti, tanto da risultare ormai piuttosto stanziali. Non mi riferisco ai Santi, che di quelli non se ne incontrano già da un pezzo.

    Risposta
  • 6 Ottobre 2023 in 9:31
    Permalink

    Bravi, Fabio Bedini e Alessandro Mauro. Immagine, parole e letto a baldacchino con gli oggetti tutti in ordine sotto la tettoia, sono una cosa sola. Questo è respirare insieme alla città. Lezione commovente. Per tutti.

    Risposta
  • 13 Ottobre 2023 in 9:17
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    Altroché. Risultano perfino un tantinello sexy. Mettono di buon umore, diciamo così:)

    Risposta
  • 20 Ottobre 2023 in 8:06
    Permalink

    Quel che si conta son le primavere. Nuoce alla bellezza interiore, più ancora che all’aspetto, conservare dell’età solo i propri autunni.

    Risposta
  • 27 Ottobre 2023 in 11:21
    Permalink

    Condensato di bellezza. Proprio così. Le cose spettinate sono vita. Arte. Grazie Fabio Bedini &Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 27 Ottobre 2023 in 14:07
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    Proprio così. Nelle cose spettinate c’è vita. Nei luoghi di frontiera, arte. Condensato di bellezza: grazie Fabio Bedini &Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 3 Novembre 2023 in 8:52
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    Ahah, che occhio. Cartolina fulminata, cartolina fortunata: scala la mia personale classifica di preferenze. Bravi Fabio Bedini &Alessandro Mauro. Mai prevedibili.

    Risposta
  • 10 Novembre 2023 in 10:15
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    Grande, coraggiosa, Foglia: non è da tutti amare chi ti presenta il conto e, fin dal primo incontro, puoi leggerne il prezzo.

    Risposta
  • 17 Novembre 2023 in 10:09
    Permalink

    Ahahahah. Non vi tenta, piuttosto, dare una sbirciata oltre le tendine? Sarà perché io vado a piedi. E poi, la curiosità è femmina, si sa.

    Risposta
  • 24 Novembre 2023 in 11:27
    Permalink

    Pare decisamente “chiamato” dall’alto questo merlo e, con quell’atteggiamento attento, più capace di risposte di un sacco di umani. Romano alato, benvenuto a te.

    Risposta
  • 1 Dicembre 2023 in 10:38
    Permalink

    Ammiro la rubrica, e vi assegno lo scettro. Ma, da lettrice non imparziale, mi viene da dire: da Regina. So come si chiama l’edificio, ma non ne vediamo che una facciata

    Risposta
  • 8 Dicembre 2023 in 10:18
    Permalink

    Come no. La città parla chiaro e si schiera, dico io.

    Risposta
  • 15 Dicembre 2023 in 10:49
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    Spiare da una serratura ha qualcosa di intrigante e sexy. Le sbarre non mi fanno lo stesso effetto. Magari son gusti…

    Risposta
  • 23 Dicembre 2023 in 14:07
    Permalink

    Ahahah. E che bella. Fatta di onde…A proposito. Al posto di “Navigatori”, nel riflesso, io che ho le traveggole, leggo popolo di “Tramatori”. Chissà che ne pensa l’Eterna Città

    Risposta
  • 29 Dicembre 2023 in 13:32
    Permalink

    Ahahahah, la tombola, fantastica, Alessandro Mauro e Fabio Bedini. Non mi sarebbe mai venuta in mente, infatti ” dipende dal rapporto che hai con le feste”

    Risposta
  • 5 Gennaio 2024 in 11:06
    Permalink

    Qui è quel che appare. In genere, per lasciarsi abbagliare da un barlume all’uscita, ci vuole parecchia, ma parecchia immaginazione.

    Risposta
  • 12 Gennaio 2024 in 20:33
    Permalink

    Non so se è il naso adunco, ma certo non hanno facce che incoraggino ad avvicinarsi…pensare che per bere devi quasi baciarli: perché disegnarli così?

    Risposta
  • 19 Gennaio 2024 in 21:52
    Permalink

    Quasi lo specchio di un camerino, pronti per entrare in scena nella città. Altra bella cartolina, Fabio Bedini e Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 26 Gennaio 2024 in 14:35
    Permalink

    Alla perfezione manca la gloriosa fabbrica della Birra Peroni, quella tradizionale…Ma si sa, è difficile trovare tutto ciò che ci piace riunito in un unico angolo di mondo

    Risposta
  • 2 Febbraio 2024 in 14:59
    Permalink

    Fortuna che la cartolina si contempla da fermi. A me qua colpisce l’incrocio dei pali della luce a forma d’arco, o archetto per strumenti musicali…

    Risposta
    • 18 Febbraio 2024 in 23:14
      Permalink

      Fa anche un po’ Medio Oriente e muezzin, ma in una città al centro del mondo deve trovare spazio per tutti e tutto.

      Risposta
  • 10 Febbraio 2024 in 19:47
    Permalink

    Luci su ciò che fa spettacolo mentre nelle strade per tornare a casa si fatica a scansare le buche.

    Risposta
  • 23 Febbraio 2024 in 13:03
    Permalink

    Infatti non riconosco. E resto intrigata invece dai tanti enigmi : l’ombra incappucciata, il disegno di un capro/satiro…Immagine sibillina, più esoterica che famigliare. Forse, come dicono, è tutto negli occhi di chi guarda.

    Risposta
  • 5 Marzo 2024 in 12:46
    Permalink

    Il raccoglimento e l’allegria del sole. Cosa volere di più? Grazie di offrirci i vostri “cantucci” Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 8 Marzo 2024 in 13:20
    Permalink

    Uscendo di casa, con tutta probabilità, chiunque incontri sarà più in alto o più in basso di te. Ah, ce ne stanno davvero poche di vite capaci di sfilarsi da questa brutta vecchia storia.

    Risposta
  • 22 Marzo 2024 in 9:36
    Permalink

    Di che umore sarà al ritorno, in cima alla scalinata? Si sentirà soddisfatto di sé e fisicatissimo? Lo meriterebbe.

    Risposta
  • 29 Marzo 2024 in 18:41
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    Sarà casuale che la lacrima sia caduta sotto quella finestra? Chissà!

    Risposta
  • 5 Aprile 2024 in 10:36
    Permalink

    Battutaccia esistenziale: se un rigore assegnasse la vittoria al Caos, giuro, esulterei. Ma, visto che si parla di spazzatura e bellezza, che resti pulito e ordinato, senza rimpalli.

    Risposta
  • 12 Aprile 2024 in 10:30
    Permalink

    Al colpo d’occhio in prima pagina ho provato gran simpatia per la gru, nel suo quasi inchino obbligato. Una volta “dentro” la cartolina, il testo mi ha spiegato il perché del mio colpo di fulmine. E’ una sorella quella, altro che. Grandi e divertentissimi. L’ironia è la più intelligente delle intelligenze.

    Risposta
  • 19 Aprile 2024 in 9:34
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    Meglio puntare sull’eternità; vedo solerti fraticelli pronti per il viatico, all’occorrenza. Del resto questa Città Eterna si chiama e tra poco compirà gli anni.

    Risposta
  • 27 Aprile 2024 in 7:43
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    Ti resta negli occhi. Iridescente e inafferrabile com’è sempre e, in modo speciale, quando è vibrazione e riflesso…

    Risposta
  • 4 Maggio 2024 in 8:40
    Permalink

    Senza sapere che l’inquadratura appartiene alla Città Eterna, non stenterei a credere che l’aggregazione delle case tutt’attorno sia partita a spirale proprio da quel centro, da quel cortile della Rocca, da quell’ombelico tondo e cordiale.

    Risposta
  • 10 Maggio 2024 in 8:41
    Permalink

    Geometria? A colpo d’occhio quello per me è abbraccio intenso. Sarà che io vivo una città più negli incontri che nei panorami.

    Risposta
  • 17 Maggio 2024 in 11:18
    Permalink

    Ali? Droni targati Atac per il trasporto pubblico ? Entreranno in funzione prima della Metro C…

    Risposta
  • 24 Maggio 2024 in 9:17
    Permalink

    Applausi a testo e immagine di oggi. Scarso entusiasmo, invece, per il divieto di svolta a sinistra, dalla parte di quella libertà sospesa a un filo e di affacci segnati con dei cuori

    Risposta
  • 31 Maggio 2024 in 9:27
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    Che bello quest’ometto che cammina a mezz’aria. Forse è scelta meno spericolata che attraversare sulle strisce. Scherzo. Però dacci una mano, città…sennò di questo passo resti sola.

    Risposta
  • 7 Giugno 2024 in 10:31
    Permalink

    Che il Cielo ascolti la vostra bella lettura. Abituata ai grandi strumenti a percussione del samba, a me quel primo piano ha ricordato invece “Tamburo di latta”. Di certo il futuro sarà dei piccioni che fin d’ora mangiano in testa al trionfatore.

    Risposta
  • 14 Giugno 2024 in 10:04
    Permalink

    De resto a Roma, come le colonne, cucina e cantina hanno tanta Storia da raccontare

    Risposta
  • 21 Giugno 2024 in 11:56
    Permalink

    Arte ubiqua e bi-oraria, si direbbe

    Risposta
  • 28 Giugno 2024 in 10:48
    Permalink

    No, non è perfetta. L’ombra ha una gran voglia di chiacchierare, si direbbe.

    Risposta
  • 6 Luglio 2024 in 6:35
    Permalink

    E se poi, come qui, chi guarda ha dimestichezza con l’invisibile, la bellezza trova, chissà, valore aggiunto.

    Risposta
  • 12 Luglio 2024 in 12:08
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    Insegna spenta. Meno male, non c’è forno acceso e gente che ci lavora. Almeno a quest’ora. Gli edicolanti, invece, chiusi in certi gabbiotti con tetti di lamiera…

    Risposta
  • 20 Luglio 2024 in 10:51
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    Ecco un desiderio impaziente che sarà esaudito a una data certa. Lieta eccezione. Daje a chi aspetta

    Risposta
  • 29 Luglio 2024 in 9:10
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    Ahahah. Torreggerà eterno, pure lui.

    Risposta
  • 2 Agosto 2024 in 17:49
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    Spiazza e commuove. Splendida cartolina.

    Risposta
  • 10 Agosto 2024 in 13:49
    Permalink

    Passerà, certo non da queste parti e non in bici. Roma non passa perché è eterna, noi no.

    Risposta
  • 17 Agosto 2024 in 12:17
    Permalink

    Ahahah. Oppure la spada era di cioccolata e se l’è divorata insieme al libro.

    Risposta
  • 23 Agosto 2024 in 8:24
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    Dici? Prima del Creato ? La so abbastanza lunga per continuare.

    Risposta
  • 30 Agosto 2024 in 9:15
    Permalink

    Definitiva. Siete da applauso Fabio Bedini e Alessandro Mauro.

    Risposta
  • 6 Settembre 2024 in 9:44
    Permalink

    L’Eterna non si smentisce: qua anche la spazzatura è per sempre.

    Risposta
  • 13 Settembre 2024 in 8:23
    Permalink

    A distanze sempre maggiori. Ma la distanza dalla casa della nonna e dal quel sapore di buono è ormai troppa per i fili della città. Altri fili più sottili e amorosi magari ce la fanno a raggiungerla. La vostra immaginazione è tra questi.

    Risposta
  • 20 Settembre 2024 in 9:16
    Permalink

    Panchina al sole. L’ho appena lasciato a tenermi il posto. E’ il mio degno compare.

    Risposta
  • 27 Settembre 2024 in 10:20
    Permalink

    Forse perché là dentro non fanno fatica a riprendere sonno?

    Risposta
  • 4 Ottobre 2024 in 8:21
    Permalink

    Che fatica tenersi dritti! Come la capisco, mi sento un po’ così anche io. Che mi sia trasformando in opera d’arte? Il vostro sguardo accende speranza, Fabio Bedini e Alessandro Mauro

    Risposta
  • 18 Ottobre 2024 in 14:35
    Permalink

    La bellezza di Piazza Navona non lascia dubbi. Di fronte a tanti pinocchietti tra i souvenir ,invece qualche domanda…:)

    Risposta
  • 25 Ottobre 2024 in 10:16
    Permalink

    Noi pedoni dureremo ancor meno a lungo, visto che continuano a sfrecciare sui marciapiedi. Non desidero un destino da colonna ma manco da birillo.

    Risposta
  • 2 Novembre 2024 in 8:49
    Permalink

    In giorni solenni come oggi, due, è appuntamento possibile con quelle care presenze che altrove ci hanno traslocato.

    Risposta

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