La Roma al telefono / Monza – Roma 1-1, una vittoria buttata

Fabio Cruciani e Mauro Monti – “due romanisti che hanno preso l’acqua al vecchio stadio Olimpico” – commentano insieme, con i messaggi vocali di WhatsApp, in diretta, le partite della AS Roma, incontro dopo incontro.

 

Monza – Roma 1-1, una vittoria buttata

Diciamolo subito: il rigore a tre minuti dal novantesimo su Baldanzi era solare e il VAR non può non richiamare l’arbitro. Lo sappiamo è il risultato che pilota tutti i commenti, avremmo vinto, risollevando una situazione molto delicata. E invece no, siamo qui a cercare colpevoli senza riuscire ancora a vedere la luce.

Una novità c’è stata: qualcuno della società è intervenuto nel dopo partita, protestando per il rigore non dato. Nel deserto societario Ghisolfi, parlando in italiano, ci ha messo la faccia, forse la prima volta dai tempi di Sensi.

Passando al campo, la Roma ha giocato una buona mezz’ora nel primo tempo, con attacchi a tratti tambureggianti ma quasi sempre vanificati per la scelta sbagliata negli ultimi venti metri. Pellegrini è stato quello più pericoloso, pronto a finalizzare l’azione ma sempre senza precisione e cattiveria, solo eleganza e leggerezza.

Una partita attenta che ha fatto vedere una cosa su tutte: Juric non è stato rigettato dal gruppo, per lo meno non ancora, anzi, per larghi tratti si sono viste alcune delle caratteristiche del suo gioco messe in pratica da una squadra attenta e concentrata.

Si è rivisto Zalewski, subito bene ma calato già prima dell’intervallo. Dovbyk ha mostrato le movenze, il fiuto, la stoffa del centravanti vero e anche la freddezza, saltando tre difensori prima di infilare con un diagonale Pizzignacco.

Il gol del Monza arriva ancora una volta per una distrazione sul secondo palo, dopo una partita nella quale il pacchetto difensivo è stato sempre concentrato.

E poi, come abbiamo detto, il rigore solare su Baldanzi, che avrebbe potuto cambiare tutto. Speriamo in questa sosta nella quale Juric avrà tempo per far lavorare questo gruppo, nazionali esclusi. Ci aspettiamo l’impegno di ognuno, poche parole e tanto sudore.

Forza Roma!

Elfsborg-Roma 1-0, una traversa nel nulla

Questa partita entra nella top ten delle prestazioni indegne della Roma e visto l’alto numero di brutte figure rimediate – in maggior parte in Europa – nella nostra storia, Elfsborg-Roma è una di quelle partite che in passato avrebbe segnato le sorti di un allenatore.

Non è questo sicuramente il caso, visto il recente subentro di Juric, ma qualche domanda dobbiamo pure farcela, a partire dalla formazione iniziale: Saud dall’inizio, perché? Non abbiamo bisogno del principe di Bel Air, ma di giocatori pronti; finché è rimasto in campo è sembrato sospeso tra il vorrei-ma-non-posso e riprenditi-questa-palla-che-scotta; quasi mai considerato dai compagni e lui stesso troppo statico e mai intraprendente. Qualche dubbio anche su Celik centrale, anche se è sembrato sempre attento; e poi le prestazioni dei singoli: tolti SvilarNdicka e diciamo pure Angeliño, meno preciso del solito, degli altri non si salva nessuno; non ha brillato neanche PisilliParedes imbarazzante nella sua temporanea inutilità, Soulé anonimo, Shomurodov impalpabile, Baldanzi come al solito volenteroso ma poco incisivo.

Il rigore per i padroni di casa è arrivato dopo tre occasioni nitide per loro e solo a mezz’ora dalla fine Juric ha provato a riprendere la partita inserendo DovbykEl ShaarawyDybala e dopo qualche minuto anche Pellegrini. Proprio il capitano giallorosso ha avuto un paio di occasioni per il pareggio, colpendo anche la traversa con un meraviglioso tiro di sinistro.

Ma questo è quanto: una traversa nel nulla; una sconfitta contro una squadra che in Italia potrebbe occupare al massimo il centro classifica del campionato di Serie C.

Vogliamo liberarci di questo fastidio infrasettimanale dell’Europa League per puntare tutto sul campionato? Anche no, grazie. Perché sono stati venduti abbonamenti per l’Europa, perché i tifosi della Roma sono sempre presenti, a tutte le latitudini, perché la coppa non può essere un fastidio per una squadra che ha la bacheca vuota, perché questa scelta non garantirebbe comunque niente.

E allora allenamento e impegno, perché siamo stanchi di queste figuracce.

Forza Roma!

Roma – Venezia 2-1, una grande forza di volontà

La Roma ha vinto una partita difficilissima. In uno stadio ancora freddo, almeno inizialmente, a causa delle recenti contestazioni, il Venezia di Di Francesco è sceso in campo in maniera perfetta, lasciando alla squadra di Juric il gioco ma pronto in ogni momento con giocate veloci e precise a partire in contropiede o a saltare il centrocampo creando occasioni a ripetizione.

Svilar è stato sempre attento, salvando in più di una occasione il risultato, aiutato da Mancini Angeliño, con un Ndicka monumentale come sempre.

Il primo tempo della Roma è stato bruttissimo, oltre alla buona volontà la squadra non ha prodotto nessuna occasione da gol mentre il Venezia poteva arrivare al riposo con un risultato molto più rotondo dell’uno a zero.

Nel secondo tempo la svolta che in verità è arrivata grazie ai cambi e all’entrata in campo di Pisilli Baldanzi che hanno portato intensità e qualità. Juric cambia modulo e la Roma avvolge il Venezia stremato nella sua trequarti.

Il pareggio arriva grazie all’uomo più fischiato, Cristante, che finalmente prova il tiro da fuori. La deviazione ci regala il pareggio e la forza necessaria per ribaltare la partita.

La vittoria arriva grazie a Pisilli, un figlio di Roma, che in tutte queste apparizioni non ha mai fatto la scelta sbagliata, un giocatore di qualità, quantità e continuità che ha la testa per emergere, quella testa benedetta che ha fatto insaccare il pallone alle spalle di Joronen.

Queste sono le vittorie più belle: sofferte, cercate, e ottenute quasi allo scadere in un crescendo di emozioni. Le scelte di Juric, compreso il cambio tattico, si sono dimostrate vincenti; speriamo che la squadra si convinca a seguire con abnegazione il suo allenatore, perché ci sono tutti i presupposti per ritornare in alto.

Forza Roma!

 

Roma – Athletic 1-1, partenza in salita

Iniziamo questo cammino in Europa League con un punto che ha il sapore della beffa, raggiunti a pochi minuti dal termine dopo aver sofferto troppo nel secondo tempo anche se senza subire grandi occasioni.

Una disattenzione di Angeliño ed Hermoso prima, e di ManciniNdicka Cristante poi, ci è costata i tre punti. Cinque difendenti contro 2 attaccanti e abbiamo avuto in tutti e due i casi la peggio. Dopo una partita giocata con attenzione, specialmente in difesa.

Dybala non ha brillato e il suo sostituto Soulè non è parso un granché. Nella seconda parte del secondo tempo Mancini è sembrato troppo nervoso e tra gli ultimi entrati, Saud Abdulhamid è parso impacciato e non ancora pronto per il calcio europeo, mentre Paredes è stato impalpabile. Pisilli c’ha provato come sempre.

Segnali buoni il terzo gol consecutivo di Dovbyk, la prestazione di KonéAngeliñoNdicka, autore di una prova maiuscola, e la solita verve di Baldanzi.

In Europa non puoi permetterti di calare il ritmo, la tensione della gara va mantenuta per 95 minuti, soprattutto questa nuova Roma deve sempre aggredire la partita altrimenti non è in grado di controllarla. Juric dovrà lavorare su questo. In Europa ci aspetta un cammino in salita, ma è ancora lunga e noi abbiamo appena iniziato.

Forza Roma!

 

Roma – Udinese 3-0, tre punti per ripartire

Non era scontato, la Roma torna a vincere e lo fa alla grande, pienamente, come non le accadeva da troppi mesi oramai. E lo fa nel momento più difficile, dopo un esonero inaspettato del suo allenatore – per tempi e modi – in un ambiente bollente che non ha risparmiato nessuno.

Juric è arrivato nella conferenza stampa del pre partita da solo, come siamo abituati ormai a vedere con questa dirigenza americana. Nessuno lo ha presentato, come se bastasse un comunicato lanciato sui social. Al presidente va ricordato che questa non è un’azienda qualsiasi, è una squadra di calcio, e la Roma in particolare è una storia popolare che vive dell’attaccamento filiale dei suoi tifosi; è in simbiosi con la città e con i suoi simboli: siamo tutti Romolo e Remo, viviamo continuamente in contraddizione, gli uni con gli altri, ci dividiamo su uomini e tattiche, su scelte e valutazioni, ma tutte le anime di questo tifo sono lì, sotto la lupa ad allattarsi dagli stessi seni. Roma è qualcosa di più grande e la Roma è il collante di un popolo. È l’entità che mette tutti d’accordo perché rappresenta la casa comune di noi poveri eterni ragazzi che sincronizzano ad ogni partita il nostro battito sulle note di un inno.

Ma questo forse non lo capiranno mai.

Dicevamo che non era scontato per niente, l’Udinese arrivava all’Olimpico da prima in classifica, in forma e trascinata dall’entusiasmo. Ma Juric ha saputo rendere impermeabile la squadra a tutte le avversità, comprese le dimissioni dell’amministratore delegato a ridosso della partita. Poteva essere il colpo finale ad un’ambiente reso troppo fragile e invece la squadra ha reagito con una prestazione maiuscola.

L’allenatore si è affidato alla vecchia guardia, a quei giocatori non più amati, subissati di fischi ad ogni tocco di palla. In campo, tra i nuovi acquisti, il solo Dovbyk che finalmente ha tirato fuori una prestazione degna del miglior marcatore della Liga. A questo sicuramente ha contribuito l’allenatore che l’ha fatto diventare il punto di riferimento per tutti, dal passaggio filtrante al lancione dalla trequarti difensiva.

A questa squadra, al momento senza dirigenza, senza testa, è rimasto solo il cuore, quello dei tifosi che assistendo a prestazioni come questa, torneranno presto a sincronizzarsi tutti sullo stesso battito.

Forza Roma!

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