La Roma al telefono / Roma – Venezia 2-1, una grande forza di volontà

Fabio Cruciani e Mauro Monti – “due romanisti che hanno preso l’acqua al vecchio stadio Olimpico” – commentano insieme, con i messaggi vocali di WhatsApp, in diretta, le partite della AS Roma, incontro dopo incontro.

 

Roma – Venezia 2-1, una grande forza di volontà

La Roma ha vinto una partita difficilissima. In uno stadio ancora freddo, almeno inizialmente, a causa delle recenti contestazioni, il Venezia di Di Francesco è sceso in campo in maniera perfetta, lasciando alla squadra di Juric il gioco ma pronto in ogni momento con giocate veloci e precise a partire in contropiede o a saltare il centrocampo creando occasioni a ripetizione.

Svilar è stato sempre attento, salvando in più di una occasione il risultato, aiutato da Mancini Angeliño, con un Ndicka monumentale come sempre.

Il primo tempo della Roma è stato bruttissimo, oltre alla buona volontà la squadra non ha prodotto nessuna occasione da gol mentre il Venezia poteva arrivare al riposo con un risultato molto più rotondo dell’uno a zero.

Nel secondo tempo la svolta che in verità è arrivata grazie ai cambi e all’entrata in campo di Pisilli Baldanzi che hanno portato intensità e qualità. Juric cambia modulo e la Roma avvolge il Venezia stremato nella sua trequarti.

Il pareggio arriva grazie all’uomo più fischiato, Cristante, che finalmente prova il tiro da fuori. La deviazione ci regala il pareggio e la forza necessaria per ribaltare la partita.

La vittoria arriva grazie a Pisilli, un figlio di Roma, che in tutte queste apparizioni non ha mai fatto la scelta sbagliata, un giocatore di qualità, quantità e continuità che ha la testa per emergere, quella testa benedetta che ha fatto insaccare il pallone alle spalle di Joronen.

Queste sono le vittorie più belle: sofferte, cercate, e ottenute quasi allo scadere in un crescendo di emozioni. Le scelte di Juric, compreso il cambio tattico, si sono dimostrate vincenti; speriamo che la squadra si convinca a seguire con abnegazione il suo allenatore, perché ci sono tutti i presupposti per ritornare in alto.

Forza Roma!

 

Roma – Athletic 1-1, partenza in salita

Iniziamo questo cammino in Europa League con un punto che ha il sapore della beffa, raggiunti a pochi minuti dal termine dopo aver sofferto troppo nel secondo tempo anche se senza subire grandi occasioni.

Una disattenzione di Angeliño ed Hermoso prima, e di ManciniNdicka Cristante poi, ci è costata i tre punti. Cinque difendenti contro 2 attaccanti e abbiamo avuto in tutti e due i casi la peggio. Dopo una partita giocata con attenzione, specialmente in difesa.

Dybala non ha brillato e il suo sostituto Soulè non è parso un granché. Nella seconda parte del secondo tempo Mancini è sembrato troppo nervoso e tra gli ultimi entrati, Saud Abdulhamid è parso impacciato e non ancora pronto per il calcio europeo, mentre Paredes è stato impalpabile. Pisilli c’ha provato come sempre.

Segnali buoni il terzo gol consecutivo di Dovbyk, la prestazione di KonéAngeliñoNdicka, autore di una prova maiuscola, e la solita verve di Baldanzi.

In Europa non puoi permetterti di calare il ritmo, la tensione della gara va mantenuta per 95 minuti, soprattutto questa nuova Roma deve sempre aggredire la partita altrimenti non è in grado di controllarla. Juric dovrà lavorare su questo. In Europa ci aspetta un cammino in salita, ma è ancora lunga e noi abbiamo appena iniziato.

Forza Roma!

 

Roma – Udinese 3-0, tre punti per ripartire

Non era scontato, la Roma torna a vincere e lo fa alla grande, pienamente, come non le accadeva da troppi mesi oramai. E lo fa nel momento più difficile, dopo un esonero inaspettato del suo allenatore – per tempi e modi – in un ambiente bollente che non ha risparmiato nessuno.

Juric è arrivato nella conferenza stampa del pre partita da solo, come siamo abituati ormai a vedere con questa dirigenza americana. Nessuno lo ha presentato, come se bastasse un comunicato lanciato sui social. Al presidente va ricordato che questa non è un’azienda qualsiasi, è una squadra di calcio, e la Roma in particolare è una storia popolare che vive dell’attaccamento filiale dei suoi tifosi; è in simbiosi con la città e con i suoi simboli: siamo tutti Romolo e Remo, viviamo continuamente in contraddizione, gli uni con gli altri, ci dividiamo su uomini e tattiche, su scelte e valutazioni, ma tutte le anime di questo tifo sono lì, sotto la lupa ad allattarsi dagli stessi seni. Roma è qualcosa di più grande e la Roma è il collante di un popolo. È l’entità che mette tutti d’accordo perché rappresenta la casa comune di noi poveri eterni ragazzi che sincronizzano ad ogni partita il nostro battito sulle note di un inno.

Ma questo forse non lo capiranno mai.

Dicevamo che non era scontato per niente, l’Udinese arrivava all’Olimpico da prima in classifica, in forma e trascinata dall’entusiasmo. Ma Juric ha saputo rendere impermeabile la squadra a tutte le avversità, comprese le dimissioni dell’amministratore delegato a ridosso della partita. Poteva essere il colpo finale ad un’ambiente reso troppo fragile e invece la squadra ha reagito con una prestazione maiuscola.

L’allenatore si è affidato alla vecchia guardia, a quei giocatori non più amati, subissati di fischi ad ogni tocco di palla. In campo, tra i nuovi acquisti, il solo Dovbyk che finalmente ha tirato fuori una prestazione degna del miglior marcatore della Liga. A questo sicuramente ha contribuito l’allenatore che l’ha fatto diventare il punto di riferimento per tutti, dal passaggio filtrante al lancione dalla trequarti difensiva.

A questa squadra, al momento senza dirigenza, senza testa, è rimasto solo il cuore, quello dei tifosi che assistendo a prestazioni come questa, torneranno presto a sincronizzarsi tutti sullo stesso battito.

Forza Roma!

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