C’è solo l’AS Roma / Triste y solitario final per i giallorossi

Empoli-Roma: 2-1 Serie A 38ª giornata, Empoli 26 maggio 2024.  La Roma termina il campionato di nuovo al sesto posto. Ma quest’anno niente finali di coppa.  DDR pensa al futuro. 

Finale amaro per i giallorossi, sia per quanto riguarda l’ultima partita, sia considerando la parte finale di stagione. Un avversario abbordabile ma con una tempra invidiabile prodotta dalla volontà di rimanere in A ha sconfitto la squadra giallorossa apparsa svagata e leggera. Due svarioni difensivi portano a due segnature dell’Empoli che ha superato la Roma in gol col solo Aouar. Peraltro, il franco algerino è stato autore di una prova incolore; col vicino di centrocampo Cristante, ha ingaggiato una gara a chi sbagliava il maggior numero di passaggi ai compagni. Alla fragilità della difesa e alla inconcludenza del centrocampo si è assommato la latitanza dell’attacco. In questo reparto, ha primeggiato, ovviamente negativamente, Abraham, divenuto ormai un attaccante scalcinato. Comunque, la squadra capitolina le occasioni per segnare è riuscita a crearle ma non le ha sfruttate per la pochezza dimostrata nella gara.

La Roma ha concluso il campionato al sesto posto con 63 punti. Due punti in più dei rivali biancocelesti, una delle poche soddisfazioni dell’annata.

Daniele De Rossi ha iniziato a guidare la squadra quando, dopo 20 partite, aveva racimolato 29 punti e stazionava al nono posto. Una miseria, con una previsione finale intorno ai 58 punti. L’ex capitan Futuro ha raccolto, con la sua squadra, 34 punti in 18 partite (17 se non si vuole prendere in considerazione l’incontro con l’Empoli quando la Roma era già sicura della posizione in classifica). La proiezione finale porta a circa 72 punti, o più, se non si considera l’ultima partita che non dava motivazioni ai giocatori. Una proiezione che, se si fosse realizzata, avrebbe condotto in Champions League arrivando tra le prime tre. L’impatto di De Rossi si è rivelato proficuo, ha ottenuto più punti del predecessore senza peraltro scadere nel piagnisteo monotono esasperato e esasperante di Mourinho.

La rincorsa prodotta dalla squadra giallorossa si è pagata nelle ultime partite. Occorre, per un giudizio sereno e equilibrato su ogni giocatore, considerare lo sforzo prodotto.

Evidentemente però determinati ruoli sono da ricoprire con innesti nuovi. Innanzitutto, è necessario acquisire le prestazione di un laterale basso di destra. Celik può rimanere come alternativa. Vitale è che non ci sia più un giocatore che non sa fare altro che passare indietro la palla talvolta servendo gli avversari. Ogni riferimento non è puramente casuale. Negli incontri che la Roma ha affrontato all’Olimpico, chi scrive è rimasto sorpreso dalla bravura del laterale granata Bellanova; rappresenterebbe un puntello solido per la squadra.

Un consiglio di mercato che, a questo punto, si può indirizzare al nuovo direttore tecnico, Florent Ghisolfi arrivato dal Nizza. Un nome nuovo, che prima dell’annuncio era sconosciuto probabilmente al 99% degli abbonamenti giallorossi. Una scelta discutibile da parte dei Friedkin che lascia perplessi riguardo al futuro della Roma. Tra i vari compiti di Ghisolfi ci sarà quello di pescare un centrocampista di corsa e un attaccante prolifico. Quest’anno Lukaku, in prestito dal Chelsea, ha realizzato in totale 21 gol. La compagine londinese chiede poco più di 40 milioni per riscattarlo. Andando su considerazioni mie, cercherei di trattenere Romelu, rifletterei molto prima di lasciar andare via l’attaccante belga. Pescare un attaccante che garantisca 21 gol in stagione senza un esborso inferiore non a 40 milioni ma a 50 milioni è impresa ardua.

Alla fine però c’è sempre la sconfinata passione giallorossa che supera tutto.

Forza magica Roma

 

 

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Roma Milan 2-1 ritorno quarti Europa League, Roma 18 aprile 2024. La Roma si qualifica per la semifinale di Europa League. Una Roma micidiale supera anche in casa il Milan dei campioni.

La notizia, uscita nella mattinata del giorno della partita contro il Milan, del proseguimento del rapporto tra la Roma e Daniele De Rossi, è stata sicuramente accolta con gioia dalla maggioranza dei tifosi giallorossi. Le congetture sulla mancanza di volontà della proprietà americana di proseguire il rapporto con l’ex capitan futuro erano completamente errate. È apprezzabile che i Friedkin abbiamo fatto chiarezza sul futuro della panchina giallorossa. La legittimazione dell’allenatore, oltre che dal consenso generale, è data dai risultati assolutamente positivi e in netto contrasto con quelli ottenuti dal predecessore. Una striscia di risultati positivi a cui va aggiunta la vittoria in casa contro il Milan!

Lo spirito combattivo dimostrato in campo dalla Roma è dimostrazione di come De Rossi sia entrato nelle menti dei giocatori romanisti. Questa grinta, unita ad una fitta trama di gioco, ha soverchiato un Milan attonito e impotente. La squadra lombarda, per più di un’ora in superiorità numerica per l’espulsione di Celik, ha ottenuto una segnatura solo nel finale, quando il discorso qualificazione era chiaramente delineato. Il cartellino rosso al turco è stato severo ma non ingiusto. Invece hanno destato perplessità dei mancati provvedimenti dell’arbitro nei confronti dei calciatori rossoneri, rei di interventi troppo duri.

Prima della partita, l’unico enigma di formazione da sciogliere riguardava chi dovesse sostituire lo squalificato Cristante. La scelta è ricaduta naturalmente su Bove che ha ripagato il trainer della fiducia con un’ottima prestazione. Tutta la squadra ha interpretato magnificamente lo spartito scritto da DDR, rendendo palese una superiorità sulla compagine meneghina che, alla vigilia del doppio confronto, era difficilmente ipotizzabile. Difficile indicare il migliore tra le fila giallorosse; però rimarcherei la prestazione di Abraham, subentrato a Lukaku uscito per un risentimento muscolare, che, dopo mesi trascorsi a recuperare dopo l’infortunio, ha mostrato una condizione fisica e una tempra meravigliosa.

All’Olimpico poi la squadra giallorossa ha beneficiato di un ulteriore sostegno nel pubblico debordante. Questa tifoseria sospinge sempre la squadra e intimorisce tutti gli avversari, anche quelli più esperti.

Per la cronaca, dopo 21 minuti la Roma era in vantaggio di due gol. La prima segnatura era merito di Gianluca Mancini, nuovo cannoniere giallorosso, che con un brillante tap in ribadiva in rete dopo che Pellegrini aveva centrato il palo. Seguiva una prodezza di Dybala, che, dopo una sgroppata imperiosa di Lukaku ribattuta da Gabbia, lasciava partire un tiro a giro che fulminava il portiere milanista. All’ ottantacinquesimo accorciava le distanze per il Milan Matteo Gabbia.

Esplosione di gioia al triplice fischio dell’arbitro con tutta la squadra sotto la Sud compreso Evan Ndicka. Tanto sollievo e contentezza da parte del popolo giallorosso nel vedere l’ivoriano festeggiare con i compagni dopo gli attimi di panico vissuti nella gara contro l’Udinese.

Per arrivare in finale a Dublino, occorrerà superare il Bayer Leverkusen, già affrontato la scorsa stagione, fresco vincitore della Bundesliga. Impegno difficilissimo ma questa Roma, con questa tifoseria, può arrivare in Irlanda.

Siamo in semifinale, siamo la Roma!

Daje Roma!

 

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Roma-Lazio 1–0 Serie A 31ª giornata, Roma 6 aprile 2024. Dopo quattro derby la Roma torna alla vittoria nella stracittadina! Diverse le palle goal per i giallorossi. Ma a segnare è Mancini. Domenica mattina la squadra è tornata ad allenarsi in vista del match con il Milan.

La vigilia del derby è stata caratterizzata dalla curiosità di conoscere come vivesse questi momenti il nuovo  allenatore della Roma che, quando era giocatore,  viveva la stracittadina in maniera viscerale, da grande tifoso qual è. Nella conferenza stampa che ha preceduto l’incontro, De Rossi ha sottolineato che questa partita porta uno stress diverso dalle altre. Ed anche che conferisce uno slancio speciale.

Questa sua passione, questa predilezione, l’ha trasmessa ai giocatori che hanno risposto con una grande prestazione sul campo. L’esultanza finale di DDR riassume tutto ciò che significa per lui la Roma e, in particolare, il derby. La contentezza dell’allenatore, mister in pectore per il nuovo anno, è legittimata anche dai risultati: otto vittorie e due pareggi in undici partite. Un mister che ha spronato e rivitalizzato i giocatori e che non si abbandona mai a piagnistei come faceva il predecessore.

La formazione schierata dall’ex numero 16 prevedeva in difesa Llorente, mossa azzeccata in quanto il difensore spagnolo è tra i migliori nel possesso palla, qualità necessaria contro un avversario molto abile nel pressing alto. Al nono minuto è stato scongiurato una pericolosa incursione dell’attaccante biancoceleste Immobile. Con il passare dei minuti però, la squadra giallorossa è cresciuta nel fraseggio col pallone e non ha subito ulteriori minacce. Invece sono fioccate varie occasioni per ottenere la segnatura. Gol che è arrivato al quarantunesimo: angolo perfetto calciato da Dybala su cui ha incornato perentoriamente Mancini. Corsa sotto la Sud per il difensore giallorosso con tanto di inchino agli avversari. Oltre alla capacità di far circolare la palla vanificando gli sforzi avversari nel pressing, la Roma si è distinta per la tempra nei contrasti. Lo schieramento iniziale prevedeva El Shaarawy che, oltre a spaventare la retroguardia avversaria, sapeva retrocedere in fase difensiva creando spesso una difesa con cinque giocatori.

Come già scritto, le occasioni per i lupacchiotti sono state numerose. Per la cronaca, al sesto minuto Paredes ha calciato da fuori con la palla che sorvolava di poco la traversa. Al ventiduesimo squillo di Pellegrini che, con un tiro da fuori, impegnava il portiere avversario che deviava in angolo. Al ventottesimo, Angelino crossava in area ma Cristante di testa mandava fuori dallo specchio. Ancora Angelino trovava al centro l’accorrente Celik che metteva di poco a lato.

Nel secondo tempo, subito una punizione calciata da Pellegrini, di poco alta, rimarcava la superiorità giallorossa. Al cinquantaquattresimo, il faraone savonese, imbeccato da Lukaku, entrava in area da sinistra e lasciava partire un sinistro che sfortunatamente colpiva il palo. Sarebbe stato il giusto suggello del predominio della Roma. Qualche minuto dopo, rasoterra in area di Celik su cui Lukaku non arriva per poco per la deviazione decisiva. Nell’ultima fase della partita è cresciuta la conflittualità degli avversari col risultato di tanti calci e poco calcio.

La Roma non si è scomposta ma anzi ha avuto altre ghiotte occasioni. Da rimarcare l’opportunità avuta dai giallorossi al novantacinquesimo. Protagonista il tanto applaudito Abraham, rientrato dopo ben trecentosette giorni. L’attaccante inglese se ne andava sulla fascia con grande potenza e poi proponeva al centro per Lukaku che seguiva l’azione. Purtroppo assist poco preciso e chance mancata.

La chiesa è tornata al centro del villaggio, come sentenziava l’ex allenatore Garcia qualche anno fa!

Daje Roma! Daje Daniele De Rossi!

 

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Brighton-Roma 1-0 ritorno ottavi Europa League, Brighton 14 marzo 2024. Qualificati ai quarti di finale di Europa League. Sconfitta indolore in Inghilterra.

 

Alla vigilia della gara di ritorno di Europa League, valevole per i quarti di finale, tra Roma e Brighton, il mister De Rossi aveva parlato ai microfoni dei media. Era stata l’occasione per chiarire le condizioni fisiche dei due campioni giallorossi in attacco: Paulo Dybala in ottime condizioni mentre Romelu Lukaku ai box a Trigoria per un problema all’anca. L’assenza dell’attaccante belga non faceva attendere con trepidazione il momento di affrontare la squadra inglese ma faceva sorgere timori per le successive partite. In passato sono avvenute rimonte eclatanti negli incontri delle Coppe ma veniva giudicato, per questa occasione, altamente improbabile il ribaltamento delle sorti. Peraltro la squadra giallorossa ha sempre trovato difficoltà in terra di Albione, collezionando solo una vittoria a fronte di 22 gare disputate.

A dispetto della risposta del mister giallorosso, anche la presenza in campo contro il Brighton del (cagionevole) Dybala, uscito contro la Fiorentina con un risentimento alla gamba, non era assicurata, nell’ottica di preservalo per il prosieguo della stagione.

Ed infatti, l’ex capitan Futuro ha proposto un attacco senza la stella argentina, in cui figuravano i giovani Zalewski e Baldanzi a supporto della punta centrale Azmoun. Una scelta che si può condividere considerando il vantaggio rassicurante ottenuto all’andata. Inoltre, nell’ipotetico finale ai rigori, meglio aver a disposizione un cecchino infallibile come il 21. Si è tornati alla difesa a 4, con Mancini e N’Dicka centrali e Celik e Spinazzola sulle fasce, dopo che lo stesso De Rossi aveva ammesso che la difesa a 3 è rigettata dalla compagine che allena. A centrocampo, oltre a Cristante (immarcescibile) e Pellegrini, Bove a completare il trio.

Ogni allenatore ricerca il primato nella capacità di prevedere le mosse dell’avversario; nulla può contro le scelte improvvide, il dilettantismo della giacchetta nera (ora anche variamente colorata) di turno. L’arbitro, il tedesco Felix Zwayer, si è reso protagonista di decisioni incomprensibili. Si potrebbe citare l’annullamento sconcertante al ventunesimo del gol di Azmoun che ha mandato su tutte le furie Daniele De Rossi, che di solito mantiene il suo aplomb per le scelte arbitrali. Oppure il non intervento contro il giocatore del Brighton Van Hecke che ha rifilato una testata a Mancini al quarantesimo.

Chi scrive ha sempre condiviso nella sostanza le rimostranze del mister Mourinho nei confronti della classe arbitrale. Però la soluzione è da ricercarsi non nell’alterco durante le partite (umanamente comprensibile) ma in una presa di posizione ferma e risoluta da parte della proprietà nelle sedi opportune. Improbabile, come già scritto, da parte di Dan Friedkin che ha fatto del mutismo la sua cifra stilistica.

Per la cronaca, nel primo tempo la Roma, oltre al gol annullato, ha minacciato la porta avversaria con un tiro da fuori sempre del nostro attaccante iraniano. Il Brighton, dal canto suo, ha imposto un ritmo forsennato alla gara ma tranne che in due occasioni, non ha spaventato la difesa giallorossa. In una di queste occasioni, al trentaseiesimo, ha trovato il gol con un gran tiro da fuori di Welbeck.

Nella prima frazione, la squadra giallorossa non ha esibito quella proprietà di palleggio che aveva sciorinato fino a oggi. Ciò ha permesso alla squadra inglese di mantenere per lunghi tratti la conduzione della partita. L’assenza di Paredes e Llorente (subentrato solo nel finale), calciatori bravi nello scambio a terra, ha intaccato il raffinato marchingegno del palleggio romanista. Occorre anche dar merito all’avversario, che ha saputo mettere in difficoltà le migliori squadre del campionato inglese.

Nel secondo tempo, la Roma è cresciuta. Merito di una maggiore convinzione nel proporre il proprio gioco. In questo senso, il giovane Baldanzi ha sfoggiato una crescente sfrontatezza e prodotto delle ripartenze molto incisive. Ma l’affondo più pericoloso, condotto dai giallorossi nei confronti del Brighton, porta la firma di Spinazzola, che dopo una cavalcata iniziata da centrocampo, entrava in area e col sinistro scheggiava il palo. Gli inglesi hanno avuto due grandi occasioni per raddoppiare ma Svilar, sempre più convincente, ha negato loro la segnatura.

In definitiva, una sconfitta indolore, con la Roma mai in vero affanno contro gli avversari. Il giudizio sulla prestazione dei lupacchiotti deve sempre tener conto del vantaggio acquisito nella partita di andata.

Siamo ai quarti, siamo la Roma!

Daje Roma!

 

 

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Monza-Roma 1–4 Serie A 27ª giornata, Monza 2 marzo 2024.  I giallorossi in grande forma scalano la classifica. Poker d’assi con Pellegrini, Lukaku, Dybala e Paredes. Giovedì il Brighton.

 

La Roma è scesa in campo allo Stadio Brianteo, noto come U-Power Stadium, contro il Monza per la ventisettesima giornata di serie A. Prima di questo incontro, Daniele De Rossi aveva guidato i giallorossi sei volte in campionato collezionando cinque vittorie e una sconfitta. Quindici punti che rappresentano un ottimo bottino contro squadre con le quali avevi racimolato solo otto punti nel girone d’andata, sotto la guida di Mourinho. Peraltro, l’ultima vittoria, ottenuta a spese del Torino, non ha proposto, soprattutto nel primo tempo, un florilegio di combinazioni esemplari. Il nuovo allenatore aveva disposto, contro i granata, la squadra con la difesa a 3, cercando di facilitare il reintegro di Smalling. Il risultato, particolarmente nella prima frazione come si diceva, è consistito in un palleggio lento e incapace di sfuggire al pressing forsennato del Torino. È apprezzabile voler infondere nella squadra la capacità di giocare seguendo più sistemi di giochi, di poter cambiarli anche durante la partita, fornirebbe una duttilità preziosa. Osservando lo sviluppo della gara con i granata, non sembra però che la difesa a 3 sia quello schieramento che sfrutti al massimo le potenzialità del gruppo. Potenzialità di nuovo ribadite da De Rossi in conferenza stampa, a differenza del precedente allenatore che si affannava a ripetere la mediocrità di alcuni giocatori.

L’ex capitan futuro ha preferito inizialmente schierare contro il Monza la difesa a 4, con Kristensen e Angeliño sulle fasce e Ndicka e Mancini al centro. Centrocampo titolare con Paredes supportato da Cristante e Pellegrini e in attacco, a fianco del duo meraviglioso Dybala e Lukaku, El Shaarawy. Scelta iniziale azzeccatissima, con la Roma in modalità rullo compressore nel primo tempo. A parte due buone occasioni per il Monza (tra cui un palo colpito di testa da Duric, attaccante di 1,99m che dà sempre problemi nel gioco aereo), la Roma ha mantenuto il gioco e creato occasioni a ripetizione, conquistando un meritatissimo vantaggio di due gol a fine primo tempo.           

Per la cronaca, alla quinta zuccata di Cristante di poco fuori su cross di Angeliño. All’ottavo scambio Pellegrini con Lukaku e tiro da fuori del capitano con Di Gregorio che smanacciava in angolo. Al diciassettesimo Cristante realizzava con piattone destro da dentro l’area su assiste di Dybala, ma il VAR, dopo un velocissimo controllo durato vari minuti, ha sentenziato un millimetrico fuorigioco del campione argentino invalidando la segnatura. Al ventiseiesimo Celik è subentrato a Kristensen che, dopo un contrasto costatogli il giallo, soffriva di un dolore alla coscia sinistra. Al trentasettesimo, Pellegrini, rinato sotto la cura De Rossi, da dentro l’area, dopo aver superato un avversario, calciava di sinistro di precisione realizzando il primo gol romanista. Al quarantunesimo, se ne andava sulla fascia sinistra Dybala rimettendo al centro rasoterra dove interveniva Lukaku abbattendo per la seconda volta la difesa brianzola.

Il pressing giallorosso del primo tempo ha messo in grosse difficoltà la squadra lombarda che ha trovato due soli spunti anche per il deficit difensivo di Angeliño, autore anche di una modesta partita in fase offensiva.

De Rossi provvidenzialmente effettuava dei cambi per tamponare questa falla nel secondo tempo, inserendo, oltre a Bove per Pellegrini, Chris Smalling in luogo di Angeliño. La difesa è passata a tre con l’innesto dell’inglese che ha dimostrato un buono stato di forma. L’ingresso del numero 6 ha rialimentato un interrogativo. Con Chris è automatico il passaggio alla difesa a 3? Il centrale di Greenwich è troppo limitato nel palleggio per la difesa a 4? Potrà essere utilizzata in futuro una difesa intermedia a 3 e mezza di Spallettiana memoria? Per ora le risposte le conosce solo il nuovo allenatore. Con Smalling sicuramente la squadra è stata più attenta sull’attaccante avversario Duric, erigendo un fortino quasi inespugnabile per i brianzoli.

La Roma ha comunque continuato a minacciare la difesa avversario anche se con meno frequenza. Al sessantaduesimo, fallo sulla trequarti e Dybala è andato a battere la punizione dalla destra. Esecuzione magistrale con palla all’angolino e tre a zero al Monza. Al settantanovesimo, il subentrato Huijsen, veniva affossato in area e stavolta il VAR forzava l’arbitro a concedere il rigore. Massima punizione che veniva sfruttata da Paredes per il 4-0. Nel finale, gol della bandiera per il Monza con un tiro da fuori di Carboni.

Prosegue la cavalcata giallorossa sotto la guida di De Rossi alla sesta vittoria in campionato su sette partite.

Ora testa al Brighton! 

Come on Roma!

 

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Roma-Feyenoord 1-1 (5-3) ritorno sedicesimi Europa League, Roma 22 febbraio 2024. Stavolta i rigori hanno sorriso alla squadra capitolina. Eroe della serata il portiere Mile Svilar.  Agli ottavi i giallorossi affronteranno il Brighton di De Zerbi. La Roma non essendo testa di serie giocherà il match di andata all’Olimpico: il 7 marzo. La settimana successiva il ritorno in trasferta: il 14 marzo.

La Roma è ridiscesa all’Olimpico per affrontare i biancorossi olandesi del Feyenoord nel ritorno dei sedicesimi di finale dell’Europa League. Stadio stracolmo; oltre 67 mila tifosi si sono recati allo stadio per assistere a questo incontro superando il record stagionale di presenze. Un pubblico traboccante ha sospinto la squadra per tutta la durata della partita, che è durata ben oltre i 120 minuti.

Forse non era Mourinho il catalizzatore della tifoseria giallorossa, forse non era la sua presenza la motivazione che spingeva i sostenitori giallorossi a riempire lo stadio continuamente. Forse è la Roma “mai sola mai” come recita una canzone suonata prima degli incontri. La Roma che orienta desideri e inclinazioni. Nel pre-match è salita la temperatura già alta per le notizie che circolavano che davano per certa la presenza di circa 200 tifosi olandesi comunque arrivati nella capitale a dispetto del divieto. Il timore di scontri era palpabile.

Nell’ultimo allenamento prima della partita, tutti i giocatori, tranne il lungodegente Abraham, si sono allenati agli ordini di Daniele De Rossi. Il nuovo mister ha potuto scegliere fra tante pedine (tranne Huijsen e Kristensen fuori dalla lista Uefa). Le congetture sulla formazione disegnata da De Rossi vertevano essenzialmente sulla scelta del laterale basso sinistro tra Spinazzola e Angeliño. Le altre preferenze sembravano scritte come poi è stato verificato alla lettura delle formazioni. In proiezione futura invece, con l’auspicato ritorno ad alti livelli di Smalling e la presenza di Ndicka, si pone un dubbio quasi amletico su chi schierare come centrale di difesa e se proseguire nella difesa a quattro o ritornare ai tre centrali. Chi scrive temeva per la difficoltà di Dybala di sopportare 120 minuti di gioco e avrebbe penso in considerazione l’idea di schierarlo nella ripresa. Purtroppo, è avvenuto: si è arrivati ai calci di rigori e non si è avuto a disposizione il cecchino infallibile argentino. Peraltro, i compagni del 21 si sono fatti valere…

L’approdo ai quarti, oltre che somministrare un’iniezione di liquidità importante per i conti societari, rappresenta il primo passo per raggiungere l’obiettivo agognato da anni di vincere questa competizione, obiettivo che lo scorso anno fu sottratto anche da delle decisioni arbitrali discutibili. Peraltro, quest’anno, in Europa League, concorrono alla vittoria finale squadra di tutto rispetto, con in cima lo spauracchio Liverpool, che rende la vittoria finale veramente difficile.

Subito in salita la partenza della Roma, con il Feyenoord che trovava il gol su una ripartenza innescata da uno svarione di Karsdorp: la palla rocambolescamente entrava in rete su un tocco di Gimenez che, forse, era di braccio e non di spalla. La squadra giallorossa non si è disunita e ha prodotto gioco e occasioni da gol. Già al decimo il difensore Hancko ha salvato quasi sulla linea su tiro di Lukaku. Nella stessa azione, un atterramento di Llorente non veniva sanzionato dall’arbitro con un rigore. Al 15esimo, la Roma è approdata al pareggio, con un pregevole tiro da fuori a giro di capitan Pellegrini. Il numero 7 è letteralmente rinato da quando è subentrato in panchina Daniele De Rossi. Al 21esimo, i giallorossi hanno sfiorato il vantaggio con un colpo di testa di Cristante di poco fuori. Al 40esimo Spinazzola metteva al centro ma, per un soffio, nessun giallorosso interveniva.

Il copione si ripeteva nel secondo tempo, con la Roma a creare gioco e con il Feyenoord pronto a sfruttare le ripartenze. Al 57esimo altra situazione in area olandese al limite: Stengs colpiva la gamba di El Shaarawy ma ancora l’arbitro spagnolo sorvolava, lasciando parecchi dubbi. La Roma continua a essere sfortunata con gli arbitri, vero Dan!?!?

Col passare dei minuti, si è accesa la spia della riserva per la Roma. I giallorossi hanno minacciato meno frequentemente la difesa biancorossa e si è andati ai supplementari. Il calo fisico della squadra capitolina è una costante di questo periodo; si specula sulla preparazione atletica estiva non efficace.

Alla fine dei supplementari, Lukaku ha avuto due ghiotte occasioni per portare in vantaggio la Roma. Sulla prima, il portiere avversario ha compiuto un prodigio smanacciando in calcio d’angolo. Sulla seconda, l’attaccante belga ha colpito di testa schiacciando ma la sfera è uscito di pochissimo. Da registrare una prestazione non esaltante di Big Rom. I rigori potevano essere per Lukaku il momento del riscatto e invece ha anche fallito il gol dagli undici metri.

Si diceva che si era arrivati ai rigori per stabilire il passaggio del turno.

Tanti ricordi sono affiorati nei tifosi della Roma, di calci di rigore all’Olimpico infausti, da quelli ad esempio contro l’Arsenal a quelli ancor più frustranti della finale col Liverpool. Ma come ha detto De Rossi a fine partita, occorre scrollarci di dosso un po’ di fatalismo.

A parte l’errore dal dischetto del gigante belga, Paredes, Cristante Aouar e Zalewski hanno incantato per la freddezza e per la precisione. Considerando le meravigliose parate di Svilar, sempre più portiere titolare della squadra, finalmente la Roma ha acquisito una vittoria ai calci di rigori.

Al gol di Zalewski, l’urlo dello stadio ha squarciato l’aria!!!

Siamo agli ottavi, siamo la Roma!

Daje Roma!

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Feyenoord-Roma: 1-1 andata sedicesimi Europa League, Rotterdam 15 febbraio 2024. Una buona Roma recupera lo svantaggio con Lukaku

La Roma è tornata al De Kuip, la “vasca” di Rotterdam, accolta con non molto affetto dai tifosi del Feyenoord. La sconfitta subita a Praga con lo Slavia nel girone G lo scorso 9 novembre ha inchiodato la Roma al secondo posto del girone di qualificazione. La conseguenza principale è stata che la squadra giallorossa non ha potuto accedere direttamente agli ottavi di Europa League. Nel sorteggio del 18 dicembre, i lupacchiotti hanno pescato, per l’ennesima volta, la squadra olandese del Feyenoord. Molti sostenitori romanisti hanno accolto il sorteggio benevolmente essendo convinti di assistere ad un altro successo, altri, invece, con sgomento, preconizzando una sorte avversa dopo tanti episodi favorevoli.

La squadra giallorossa è quindi ridiscesa in campo allo stadio de Kuip nella partita di andata dei sedicesimi di finale della competizione europea. Pure in questa occasione, è stata vietata da parte dell’UEFA la trasferta ai tifosi romanisti anche in conseguenza del divieto imposto ai tifosi olandesi per la partita di ritorno all’Olimpico. Senza entrare nel merito della decisione, è una sconfitta per lo sport del calcio e, soprattutto, per gli organizzatori.

La vigilia della partita è stata incentrata sulla modalità di disinnesco, da parte della Roma, dell’attacco olandese, desideroso di superare i giallorossi dopo l’eliminazione dello scorso anno e l’ancor più cocente sconfitta in finale di due anni fa. Il ritmo, il possesso palla convinto e convincente, e le verticalizzazioni del Feyenoord preoccuperebbero tutti gli avversari e il nuovo mister romanista avrà avvertito la squadra della temibilità della squadra allenata da Arne Slot. I bianco rossi di Rotterdam sono stati anche spronati da un
video dell’account ufficiale che li esortava a combattere per entrare nella storia. A parte la retorica, sicuramente gli avversari olandesi hanno esibito, anche sul campo, grande aggressività agonistica. Le scelte di Daniele De Rossi, per la formazione iniziale, sono ricadute su Spinazzola come laterale basso, Zalewski come terza punta a sinistra e Bove a centrocampo, in sostituzione di Cristante dolorante alla schiena.

La Roma è partita subito forte, mostrando carattere e lucidità nel muoversi in campo per creare le azioni offensive. Netto è il divario con la precedente gestione in cui spesso si assisteva ad un’inconsapevolezza della squadra su come sviluppare l’azione. La Roma ha portato il pressing su difensori e centrocampisti avversari quando questi erano in possesso di palla ma con l’accortezza di non arrivare fino all’area del Feyenoord per non lasciare troppo campo agli avversari nel momento che questi avessero superato la prima fase della pressione. Zalewski, in quest’ottica, spesso scalava sulla linea dei centrocampisti, creando un centrocampo a quattro. Inoltre, i giallorossi hanno spesso affondato sulla destra, dove Dybala, supportato da Bove e Karsdorp negli affondi, riusciva sempre a divincolarsi dalla stretta degli avversari.
Già al settimo la Roma si fa viva in attacco con una combinazione Dybala, Lukaku, Bove deviata in angolo. Al 16esimo Lukaku ha guadagnato una punizione vicino all’area per un fallo subito dal difensore avversario. Un minuto dopo sempre in azione Lukaku, su assist dalla destra di Dybala, ma il colpo di testa è stato facilmente parato dal portiere.

Il Feyenoord si è fatto vivo solo al 20esimo, quando ripartendo  ha permesso all’attaccante Paixao di calciare di destro in area, fortunatamente di poco al lato. Una buona occasione per i giallorossi è capitata al 26esimo, quando Zalewski si è ritrovato solo in area ma ha sbagliato l’assist per il gigante belga. Una occasione colossale invece si è concretizzata al 39esimo quando Paredes, scagliando un bolide dalla tre quarti, ha impegnato il portiere olandese in una deviazione prodigiosa sulla traversa. In un primo tempo controllato dai giallorossi, che meritavano il vantaggio, il Feyenoord ha trovato il gol allo scadere dei minuti di recupero con un colpo di testa del solito Paixao, sfruttando un’amnesia collettiva in fase difensiva. La Roma, nelle ultime partite, è sempre incappata in svarioni difensivi e, come già scritto, contro avversari di livello, si subisce inevitabilmente la segnatura. Da rimarcare, a fine partita, il commento del mister attuale che si è preso le responsabilità di questi errori uguali e ripetuti: ripercorrendo le dichiarazioni di Mou, De Rossi ha un atteggiamento diametralmente opposto.

Nel secondo tempo, i giallorossi, sempre con la giusta mentalità e la consapevolezza dei propri mezzi, hanno sviluppato gioco senza affrettare le decisioni, minacciando ripetutamente la porta avversaria. Si è assistita ad una crescita a livello psicologico e non a un crollo nervoso come spesso accadeva in passato.
Dopo che Dybala dal limite ha calciato alto, al 53esimo Lukaku, servito da Spinazzola, ha colpito di testa senza però la precisione dovuta. Qualche minuto dopo, anche Zalewski metteva fuori da posizione invitante. Al 64esimo, su un’altra incursione di Spinazzola sula fascia e cross verso il centro, Lukaku in torsione di testa, o meglio di spalla, realizzava il gol del pareggio. L’attaccante belga ha confermato la sfavillante serie realizzativa nelle coppe. La Roma ha continuato ad attaccare, non sfruttando le occasioni sia con Pellegrini sia poi con Bove. Nel finale, arrembaggio degli olandesi che hanno inseguito il gol vittoria ma sono riusciti ad andare oltre un palo su punizione.

Il progresso nello sviluppo del gioco è lampante ma anche la crescita delle prestazioni di alcuni singoli. Paredes, migliorato tantissimo da quando c’è De Rossi, è divenuto il re del centrocampo, capace sia di costruire che di fronteggiare gli avversari: il gol sfiorato sarebbe stato il suggello ad una gara scintillante. Svilar, di cui avevamo richiesto l’impiego, ha sciorinato uscite in presa alta e lanci lunghi ingegnosi, dando maggior sicurezza a tutta la squadra. Inoltre Spinazzola, che, almeno in questa partita, ha perforato spesso
la difesa avversaria regalando anche l’assist per il gol di Lukaku. Nota negativa per Zalewski. Chi scrive non ritiene ci sia un problema tecnico o caratteriale ma un limite fisico. Nei contrasti con gli avversari, non avendo la mole di un Lukaku, perde spesso la sfera. È necessario un irrobustimento muscolare?
La Roma avrebbe meritato non solo il pareggio ma anche la vittoria in considerazione, non solo del gioco espresso ma anche per le numerose occasioni confezionate e talvolta sprecate. Il pareggio è una buona base di partenza per la gara di ritorno che si disputerà giovedì prossimo.

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Roma-Inter: 4-2. Serie A 24 ª giornata, Roma, 10 febbraio 2024. 

Quanti sono dieci minuti, quanto valgono? Possono essere definitivi per perdere un treno, un aereo, o arrivare in ritardo all’appuntamento della vita; o altrimenti possono indicare che oramai ci siamo, che c’è poco da attendere: mancano solo dieci minuti. Per la Roma sono stati fatali quelli contro l’Inter all’inizio del secondo tempo, due goal (prima quello di Thuram poi la sfortunata autorete di Angeliño) alla distanza uno dall’altro di appena dieci minuti. E, da una possibile vittoria, siamo precipitati a rincorrere un pareggio, dopo aver dato l’anima in un primo tempo superbo, dove la Roma di De Rossi si è espressa al meglio nella fase d’attacco, lasciando gli avversari storditi per la pressione e l’impostazione tattica (si pensi al ruolo di Pellegrini).

Il campo era quello che era, pieno d’acqua, con un terreno che anche quando non piove non esalta le caratteristiche tecniche dei giocatori, con il risultato che la ricorsa, per almeno un pareggio, è risultata vana. Due le occasioni che avrebbero potuto rimettere i conti a posto con i nerazzurri, entrambe sono capitate a Lukaku, la prima di testa (non la colpisce bene), la seconda clamorosa a tu per tu con Sommer che gli toglie la palla dai piedi. Lui, il gigante buono, per queste due occasioni mancate, finisce sul banco degli imputati, viene accusato di non essere determinante nei momenti che contano, che nei big-match gli prende la paura, l’ansia da prestazione lo annichilirebbe, e così invece di realizzare con la solita prontezza, ne verrebbero fuori errori inguardabili. 

A pesare però più di altro sono quei dieci minuti di blackout collettivo, che se fosse un episodio, poco ci sarebbe da dire, invece non è così, perché sono diventati in questo campionato un marchio di fabbrica negativo: nei primi dieci minuti del secondo tempo o qualcosa di più la Roma si perde sulla strada delle buone intenzioni. Il calcolo è stato fatto e non inganna, su 36 goal subiti dai giallorossi durante la stagione, quasi il 31% sono avvenuti a inizio di ripresa. Una fragilità che c’era prima, con Mou, e rimane ora con DDR. Certo, tenere il ritmo del primo tempo con l’Inter, non è cosa facile, il dispendio di energie è stato enorme. Il calo però è probabilmente più mentale, che fisico. E su questo De Rossi ha da lavorare. 

Insomma, se quei 10 minuti sono emblematici, non c’è stato un solo fattore che ha portato il risultato a 2 a 4 per i nerazzurri, che è la squadra più forte del campionato e tra le prime in Europa, con una panchina pesante, dove qualsiasi cambio non abbassa il livello della prestazione. Si potrebbe mettere nel conto, per aggiungerne un altro, i tempi con cui De Rossi ha deciso di correre ai ripari con delle sostituzioni. Era evidente che la Roma stava soffrendo troppo in quei dieci minuti, del resto Inzaghi – squalificato in tribuna, intervenuto nello spogliatoio con una telefonata in viva voce, escamotage vietato dal regolamento – durante l’intervallo ha dato delle indicazioni precise ai suoi per arginare il gioco romanista. 

Non si può essere contenti di una sconfitta, pur sapendo che sarebbe stata una partita particolarmente complicata, non lo si può essere ancora di più dopo aver visto la Roma dominare il primo tempo e portarsi in vantaggio, e dopo quei dieci minuti – pur essendo meno compatta tra i reparti – riprendere a giocare e trovare altre due occasioni che avrebbero permesso almeno un pareggio. Cosa ci portiamo a casa allora? Dei segnali importanti. La Roma di De Rossi assorbe bene le indicazioni del suo allenatore e piuttosto velocemente, dalla diversa organizzazione della difesa (ancora da migliorare), all’impostazione generale spallettiana, con conseguenze evidenti nelle capacità offensive. Sembra di vedere un’altra Roma, la crisi in cui era imboccata potrebbe essersi chiusa, per ragioni non riducibili al cambio del mister. Ma questa è un’altra storia. 

(Marino Galdiero)

 

 

 

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Roma-Cagliari: 4-0 Serie A 23 ª giornata, Roma 5 febbraio 2024. Terzo risultato positivo con la gestione DDR. Doppietta di Dybala. Bene Angeliño. Test impegnativo sabato con l’Inter

 

La Roma è ridiscesa in campo all’Olimpico, dopo la vittoria in trasferta sul campo della Salernitana, contro il Cagliari del mister Ranieri, ex giocatore e allenatore romanista. Prima della sfida con i sardi, due partite e due vittorie collezionate da mister De Rossi. Ribadendo che gli avversari erano abbordabili, si può peraltro notare che, nel girone d’andata, i giallorossi avevano raccolto solo un punto contro le formazioni di Verona e Salernitana e che in trasferta, prima dell’affermazione in terra campana, la Roma aveva vinto solo due volte, contro Sassuolo e proprio contro il Cagliari. Un avvio incoraggiante da parte di Daniele De Rossi che ha inoltre infuso fiducia sull’approssimarsi dei rientri di Chris Smalling (sarebbe un recupero fondamentale) e Renato Sanches. La convocazione del portoghese fa scemare lo scetticismo sulle condizioni del numero 20 romanista.

Nei giorni che hanno anticipato la sfida contro gli isolani, la dirigenza giallorossa aveva puntellato l’intelaiatura della squadra acquisendo le prestazioni di Angeliño e Baldanzi. Il primo, esterno spagnolo mancino, potrà rappresentare una valida alternativa a Spinazzola. Il secondo, giovanissimo trequartista proveniente dall’Empoli, ha dimostrato grandi doti tecniche e si potrà proporre come un buon sostituto di Paulo Dybala. Considerando anche l’acquisto, in prestito, di Huijsen, si può valutare positivamente il mercato di gennaio.

Purtroppo, nel giorno che ha preceduto lo scontro con il Cagliari, ci ha lasciato Giacomo Losi, “Er core de Roma”, grande capitano giallorosso tra gli anni 50 e 60. Sentitissimo è stato l’applauso dello Stadio nel ricordarlo, come gli striscioni a lui dedicati.

Le scelte di mister De Rossi, per quanto riguarda il centrocampo, si sono indirizzate verso il trio Paredes – Cristante – Pellegrini lasciando in panchina Bove. La manovra è risultata fluida. Piazzare Paredes al centro del centrocampo, davanti alla difesa, significa acquisire qualità e verticalità. Con i laterali sempre pronti a inserirsi dietro la difesa avversaria, si sono creati numerose minacce per la porta difesa da Scuffet. Finalmente la squadra ha dimostrato di sapere cosa fare quando ha il possesso di palla e tutti hanno azzardato la giocata. Il risultato è stato un florilegio di combinazioni vincenti. Si è ottenuto un roboante 4-0 e la terza vittoria di fila. Anche il Cagliari rientra nella categoria di avversari abbordabili ma le vittorie in sequenza certificano la crescita della squadra.

Peraltro, la mancanza di Bove, ha comportato la riduzione del dinamismo e l’aggressività a centrocampo rendendo necessario che tutta la squadra si sacrifichi in copertura. Il Cagliari non ha approfittato delle situazioni favorevoli che gli sono capitate conseguenza di questa minor copertura ma, già contro l’Inter, occorrerà più tempra e attenzione per non incappare in disattenzioni fatali.

La partita si è subito messa positivamente per la Roma. Dopo 62 secondi, su azione di calcio d’angolo, Pellegrini ha ribadito in rete da distanza ravvicinata. Il Cagliari si è eclissato ma tutto lascia credere che, anche senza un gol siglato subito in avvio, la partita si sarebbe incanalata in una direzione precisa a favore dei giallorossi.

Per la cronaca, oltre al gol di testa di Huijsen subentrato nella ripresa, c’è da segnalare la doppietta di Dybala. Prestazione fantastica dell’asso argentino, impreziosita dalla doppia segnatura. Da rimarcare anche la buona prestazione di Angeliño, il neo acquisto, subito protagonista in campo. Ma soprattutto Zalewski, autore nella ripresa di una serie di serpentine di gran classe. La nuova posizione in campo, trovata da De Rossi, deve aver dato all’italo polacco vigore e fiducia nei propri mezzi. Come già scritto in precedenza, il giovane difensore Huijsen, autore di una segnatura, ha di nuovo esibito grande personalità e precisione. Al nuovo direttore sportivo (spero che Dan Friedkin sciolga presto la riserva) suggerirei di tentare con decisione l’acquisto del difensore olandese.

La Roma è ripartita!

Daje Daniele!!!!

Forza Roma!

 

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Roma-Verona: 2-1 Serie A 21ª giornata, Roma 20 gennaio 2024. Buon inizio per De Rossi sulla panchina dei giallorossi. Ottimo il primo tempo, in calo nel secondo. La Curva Sud omaggia Mourinho con un coro che coinvolge tutto lo stadio. 

Un cataclisma sportivo è accaduto nella settimana tra la partita contro il Milan e quella contro i gialloblù del Verona. La sconfitta contro i rossoneri ha convinto Dan Friedkin a sollevare dall’incarico il mister Mourinho. Solamente ventinove punti in classifica dopo venti giornate di campionato, e un’ennesima uscita dalla Coppa Italia già ai quarti peraltro in un derby, disegnano un quadro deprimente. Ne consegue che l’allontanamento del tecnico sia stato un normale sbocco della situazione. Quello che ha lasciato delle perplessità è la tempistica. Perdere contro il Milan, a Milano, può essere preventivato anche dalla Juventus o dai nerazzurri concittadini. Tutto lascia intendere che, ad aggravare la situazione già seria, possa essere subentrato anche un chiarimento troppo accesso tra l’allenatore e il presidente che ha spinto quest’ultimo a questa scelta drastica. Il proprietario, che evidentemente è dotato di parola, se mettesse la stessa determinazione che ha dimostrato con Mou nel dirigere la Roma e nello scegliere la dirigenza, costruirebbe sicuramente una società più solida e vincente. La decisione del proprietario ha sollevato tantissime proteste da parte di molti tifosi giallorossi che appoggiavano il tecnico. La crisi della Roma, certificata dai dati, discende, come sempre accade, dalle mancanze della proprietà / dirigenza, dei giocatori, che sono quelli che scendono in campo e quest’anno molti stanno offrendo prestazioni imbarazzanti e dall’allenatore con il team dei preparatori. Difficilmente le colpe si suddividono al 33% per le tre componenti ma è altrettanto improbabile che una di queste, l’allenatore, sia esente da errori, come molti affermano.

Per la successione al tecnico di Setubal, si è assistito ad un momento solenne. Il ritorno a Trigoria dell’amatissimo ex capitano Daniele De Rossi, che incarna come Totti e nessun’altro il tifoso che è riuscito a divenire calciatore. Prevedere un ritorno di De Rossi nella Roma, in questo caso da allenatore, era facile ma in questo momento così delicato può sollevare dei dubbi, soprattutto in considerazione della poca esperienza da tecnico dall’ex numero sedici. Dalle parole che ha pronunciato il nuovo mister, nella prima conferenza stampa prima della partita con il Verona, si è compreso che avrebbe comunque sciolto positivamente la riserva nell’accettare la panchina della Roma in considerazione del suo amore viscerale verso i colori giallorossi. Sempre nella conferenza stampa, oltre a comprovare un livello intellettivo rimarcabile e riconosciuto, ha affermato che la squadra, che ha iniziato ad allenare, è una squadra forte, segnando un deciso solco col predecessore che si affannava a ripetere di disporre di un organico non all’altezza. Al presidente, accusato di aver chiamato De Rossi perché bandiera giallorossa e quindi in grado di disinnescare le polemiche roventi, il nuovo mister ha chiesto fortemente di essere considerato come allenatore e non come idolo, per guadagnarsi la conferma a fine stagione. De Rossi darà tutto per arrivare a conquistare l’accesso alla Champions; ovviamente la sua impronta la si potrà cogliere con il passare delle giornate.

In questa settimana caotica, si è palesato anche Chris Smalling. Redivivo, in un post ha smentito vigorosamente tutte le accuse che circolavano in rete sulle scelte e le titubanze per il protocollo di recupero dalla patologia che lo affligge. Consola che il difensore inglese abbia espresso la sua versione e, sperando di rivederlo presto in campo, sarà dirimente verificarne la giustezza.

Anche Renato Sanches ha fatto sapere tramite i social la sua posizione e i suoi desideri, ma, fino a quando non scenderà in campo per due volte di fila, stenderei un velo pietoso.

Nel commento alla partita occorre premettere che la squadra rivale, il Verona di Marco Baroni, è un avversario abbordabile, terz’ultimo in classifica. Peraltro, il nuovo mister ha condotto gli allenamenti da solo quattro giorni e ha inevitabilmente potuto incidere poco sulle prestazioni della squadra.

De Rossi si è ritrovato in una situazione di vera emergenza per la difesa, dove, alle assenze dei lungodegenti Kumbulla e Smalling, oltre a NDicka impegnato in coppa d’Africa, si è aggiuntolo anche lo squalificato Mancini. Per cui ha potuto impiegare solo Llorente e Hujsen per quanto riguarda i centrali difensivi optando per la difesa a quattro con Karsdorp e Spinazzola ai lati. A centrocampo la scelta è ricaduta su Paredes con Bove e Pellegrini al fianco e in attacco, a supporto del gigante belga, Dybala a destra e El Shaarawy a sinistra.

Il primo tempo della Roma è stato sorprendente. Innanzitutto incredibilmente ha funzionato la difesa a quattro, peraltro con l’impiego del ragazzino in prestito dalla Juve. Risposta implicita a tutti quelli che, compreso in primis il vecchio allenatore, spergiuravano che fosse impossibile giocare con quello schema difensivo. Inaspettatamente la squadra ha saputo creare le azioni con fraseggio dal basso, ovvero iniziando a palleggiare vicino al portiere. Addirittura c’è stato un momento in cui sembrava quasi che i giocatori della Roma aspettassero il pressing degli scaligeri per iniziare il palleggio e trovare il passaggio filtrante. E imprevedibilmente, riuscivano fraseggi a velocità elevata e passaggi filtranti per la corsa degli attaccanti. Risultato, in 18 minuti quattro occasioni da gol e inoltre due reti tra il 20esimo e il 24 esimo (Lukaku e Pellegrini, fischiato all’inizio). Tutti i giocatori giallorossi sono stati autori di una splendida prestazione nella prima frazione; se si volesse trovare il miglior occorrerebbe scegliere tra il centrocampista Bove e la punta El Shaarawy. Primo tempo in totale controllo.

Secondo tempo è iniziato con la sostituzione di Dybala, sofferente come al solito a livello muscolare, con Zalewski (Nel primo tepo era uscito anzitempo un buon Spinazzola per Kristensen per altri problemi muscolari). I giallorossi non hanno replicato la redditizia e incantevole prestazione del primo tempo. Chiaramente l’uscita del miglior giocatore in rosa, Dybala, può aver influito ma sono da ricercare in altre motivazioni le origini del calo nella ripresa. Il campione argentino non ha in realtà nel primo tempo fornito una delle sue migliori prestazioni. Inoltre il gioco romanista si sviluppava in avanti soprattutto nelle sgroppate di El Shaarawy messo in condizioni di incunearsi nella difesa avversaria dal fraseggio dei compagni del centrocampo e della difesa. Un calo fisico generale dei romanisti si è rivelato fondamentale. Calando fisicamente è scemata anche la sfrontatezza iniziale e i giallorossi non hanno più avuto la forza e l’audacia di continuare a creare gioco come all’inizio. Mister De Rossi ha affermato nel post-partita che nel secondo tempo si sono fatti sentire i carichi di lavoro che egli ha imposto in questi primi giorni di allenamento. Per cui si è assistito ad un assalto finale degli scaligeri che cercavano il gol del pareggio dopo aver trovato la rete con un tiro di Folorunsho scagliato da oltre trenta metri. La squadra giallorossa anche se in affanno ha comunque retto e portato a casa una fondamentale vittoria.

L’appunto che si può muovere a DDR è che le prestazioni di Rui Patricio sono ormai costellate da errori grossolani e forse è il caso di dare fiducia a Svilar.

In definitiva, un’ottima partenza per De Rossi che lascia ben sperare per il futuro.

Daje Daniele!!!!

DDR, Daje Daje Roma!

 

 

 

 

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Roma-Atalanta: 1-1 Serie A 19ª giornata, Roma 7 gennaio 2024. I giallorossi giocano bene (forse la miglior partita sinora) ma non vanno oltre il pareggio. Mercoledì il derby in Coppa Italia. 

Dopo la faticosissima vittoria contro la Cremonese in coppa Italia, la Roma è ridiscesa all’Olimpico per l’ultima partita del girone di andata di serie A affrontando l’Atalanta, diretta avversaria per un posto per la prossima Champions League.

L’incontro è stato preceduto da tante riflessioni riguardanti la risoluzione anticipata del rapporto tra la Roma e il direttore sportivo Tiago Pinto. Anche se il comunicato diffuso dalla squadra giallorossa per il commiato è stato sdolcinato, si può affermare che le scelte improvvide del portoghese siano risultate alla fine indigeste alla proprietà. Gli acquisti di Shomurodov, peraltro ad un prezzo esorbitante, di Renato Sanches, la cui cagionevolezza era risaputa dovunque nel globo, e il mancato acquisto di un difensore nei primi giorni del nuovo anno, acquisizione chiaramente necessaria già da settembre, hanno orientato i Friedkin alla decisione drastica. Peraltro il rapporto con l’altro portoghese, Mourinho da Setubal, non è mai stato idilliaco e si è sempre più incrinato nelle ultime settimane. Il direttore sportivo rimarrà in carica fino al 3 febbraio per completare il mercato. La speranza di chi scrive è che il mercato di queste settimane non sia scalcagnato come i precedenti. L’avvio del periodo di compravendita non è incoraggiante visto che, per tamponare le falle in difesa, si spendono parte dei pochi euro a disposizione per avere in prestito per soli quattro mesi un giovane giocatore juventino, Dean Huijsen; il rischio concreto è, non solo di passare come i sudditi dei bianconeri, ma di far crescere e valorizzare un calciatore senza alcun riscontro economico.

Chi verrà al posto di Tiago Pinto, non solo dovrà essere esperto e lungimirante, ma anche capace di sapersi rapportare con un personaggio ingombrante, quasi da copertina, come il mister attuale. Sempre che Mourinho sia anche per il prossimo anno l’allenatore della Roma. La proprietà americana, che fa del silenzio la propria cifra tecnica, non ha ancora rinnovato il contratto al mister portoghese e ciò alimenta sempre più dubbi sulla volontà dei Friedkin di continuare ad affidare la guida tecnica a Mou. Non è un mistero che per la società sarebbe auspicabile arrivare tra i primi quattro posti per competere in Champions League il prossimo anno e la Roma, prima della gara contro la Dea, era solo settima.

Ed è divenuta ottava dopo questo pareggio, a dieci punti dal terzo posto. Ventinove punti in un girone di andata sono decisamente pochi, rendendo sempre più difficile ambire al quarto posto finale.

Peraltro, la Roma contro i bergamaschi ha giocato una buona partita, senza subire le folate offensive dei lombardi, tranne nell’occasione del gol di Koopmeiners subìto in avvio, e minacciando più volte la porta avversaria. Due ghiotte occasioni, capitate a Bove e a Lukaku nel primo tempo, sono state neutralizzate dal portiere bergamasco Carnesecchi che ha dimostrato nuovamente di essere un portiere super efficace. Anche nel secondo tempo la Roma ha collezionato occasioni da gol e su una, al minuto 80, Lukaku, imbeccato da Spinazzola, purtroppo ha calciato alto da posizione vantaggiosissima.  La squadra giallorossa aveva ottenuto il pareggio al 38esimo del primo tempo su rigore siglato da Dybala. L’arbitro Aureliano non aveva colto il fallo da rigore commesso su Karsdorp, ma era stato richiamato dal Var per il controllo. Il direttore di gara ha un cognome che ricorda un importante imperatore romano famoso anche per aver eretto le mura che ancora oggi cingono il centro della città. Purtroppo con le sue decisioni prese durante la gara, stranamente e inopinatamente sempre a favore dei bergamaschi, ha aiutato la difesa nerazzurra a erigere il muro di cinta a difesa del pareggio.

La Roma avrebbe meritato la vittoria sia per il numero di occasioni sia per la mole di gioco ma stavolta non è arrivato il gol del vantaggio negli ultimi minuti di partita. L’Atalanta gioca un calcio particolare, quasi un uomo contro uomo a tutto campo. La Roma ha più qualità della squadra bergamasca e durante la partita spesso i giocatori giallorossi, saltando il diretto avversario nei molteplici confronti uno contro uno, si ritrovavano con ampi spazi da attaccare. Come già scritto però, imprecisione sotto porta e decisioni arbitrali non condivisibili hanno inchiodato i giallorossi sul pareggio.

Ultima nota su Huijsen. Ha fatto il suo esordio all’inizio del secondo tempo sostituendo Llorente affaticato. Difficile giudicare un calciatore solo con una partita ma il ragazzo ha mostrato grande maturità, velocità e gran tocco col pallone. Finirà che a giugno, quando ritornerà alla Juve, si piangerà calde lacrime perché non si è riusciti a inserire nel contratto una qualche forma di riscatto?

Daje Roma!

 

 

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Roma-Napoli: 2-0 Serie A 17ª giornata, Roma 23 dicembre 2023. I giallorossi tornano a vincere all’Olimpico. Pellegrini sblocca la partita. Raddoppio, al solito, di Lukaku. Un Natale felice per il popolo romanista.

La Roma è tornata alla vittoria dopo la sconfitta a Bologna e il pareggio con la Fiorentina, scavalcando in classifica proprio il Napoli superato all’Olimpico. Senza Dybala, Mou ha scelto in attacco Belotti per affiancare Lukaku. A centrocampo finalmente Bove dal primo minuto al posto di Pellegrini. Sulle fasce Kristensen e Zalewski che stanno offrendo più garanzie degli altri compagni di reparto. Una formazione iniziale, quella scelta dal tecnico di Setubal, equilibrata e con i giocatori più in forma del momento. Se poi ci si aggiunge la giusta adrenalina, si ottiene una prestazione entusiasmante.

La Roma ha scelto di pressare alto l’avversario che per molti minuti è rimasto attonito e impotente. I lupacchiotti hanno costruito molte occasioni nel primo tempo. Al 18esimo Bove ha sradicato la palla a Zielinski e ha innescato Lukaku. Il gigante belga ha difeso la sfera e servito proprio l’accorrente Bove. Destro a giro del centrocampista che purtroppo scheggiava la traversa. Due minuti dopo, Belotti riusciva a incunearsi nella difesa napoletana sulla destra. Palla dentro l’area che arrivava sui piedi sempre di Bove. Il numero 52, solo davanti al portiere, non concretizzava un’occasione davvero ghiotta. Qualche minuto dopo, Zalewski, dopo una sgroppata sulla fascia sinistra, concludeva di poco al lato. Il Napoli ha replicato solo al 39esimo con una rovesciata in area di Osimhen che è uscita di poco. In definitiva, un gran primo tempo giallorosso, con Bove sugli scudi ma tutta la squadra in grande spolvero.

All’inizio del secondo tempo si è registrato un confronto più aperto con azioni minacciose da parte di entrambe le formazioni. La competizione è stata accesa come nel primo tempo con contrasti molto energici. Da uno di questi scontri è maturata la svolta della partita. Al 66esimo Politano ripartiva sulla fascia e Zalewski era costretto a trattenerlo per fermarlo. La trattenuta faceva imbestialire il laterale del Napoli che reagiva scalciando il giovane romanista. Doppio giallo ai due giocatori ma Politano, già ammonito, subiva il cartellino rosso. Napoli in dieci e Mou effettuava tre cambi, richiamando Zalewski Belotti e Paredes per El Shaarawi Azmoun e Pellegrini. Sia per l’inferiorità numerica, sia per lo spirito combattivo dei giallorossi, l’incontro prendeva la china favorevole alla squadra di casa. Al 75esimo la Roma è passata in vantaggio. Dopo un tentativo in area di Azmoun, El Shaarawy svirgolava la sfera creando inconsapevolmente un assist per Pellegrini che, con una mezza girata di destro, trafiggeva il portiere azzurro.

 

L’urlo liberatorio del capitano si mescolava e si confondeva con quello dello stadio. Finalmente il numero sette, dopo un periodo di marginalità, è diventato basilare per la squadra.  Dopo il gol, la partita è cambiata con il Napoli in attacco e la Roma pronta al contropiede. In uno di questi rovesciamenti, El Shaarawi era steso da Osimhen che si meritava il secondo giallo lasciando il Napoli in nove. Le offensive dei napoletani erano facilmente disinnescate dalla retroguardia romanista. All’ultimo minuto c’è stata anche gloria per il nostro gigante belga che, alla fine di un contropiede, esplodeva il destro portando al raddoppio giallorosso.

Le scelte ponderate di Mourinho e la tempra dei giallorossi hanno condotta alla vittoria e dovrebbero essere la stella polare nelle prossime partite. La Roma è riuscita a soverchiare l’avversario dal punto di vista della determinazione. Adesso si prospetta una trasferta insidiosa contro la vecchia signora: riuscirà la Roma a replicare questa prestazione sfavillante e così piena di grinta?

 

Dajeeee Roma!

 

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Roma-Fiorentina: 1-1 Serie A 15ª giornata, Roma 10 dicembre 2023. Quarto posto dei giallorossi condiviso con il Bologna. Lukaku e Zalewski espulsi. Dybala e Azmoun infortunati.

Nella conferenza stampa prepartita di sabato, Mourinho ha potuto finalmente affermare che la squadra si è allenata bene e quasi al completo. Il quasi si riferisce, oltre al lungo degente Abraham, a Chris Smalling. La sua vicenda sta turbando i sonni di molti tifosi giallorossi, oltre che naturalmente della dirigenza della Roma. Quest’ultima non ha mai emesso comunicati ufficiali sulle condizioni di Smalling. Sui siti, sui giornali e sulle radio, si parla da settimane di tendinopatia del ginocchio e si aggiunge che l’asso inglese non voglia ricorrere a determinate cure. Sono ipotesi, forse illazioni ma nel caso fossero vere darebbe fastidio l’ottusità e l’arroganza del campione che vuole scriversi da solo la cura e le regole. Anche se hanno partecipato agli allenamenti, Pellegrini e Sanches non hanno raggiunto l’optimum della forma. Il recupero pieno del capitano darebbe un aiuto importante alla squadra in considerazione del suo eclettismo. Per quanto concerne il centrocampista portoghese, già sorprenderebbe vederlo in campo per più di un tempo.

Le sconfitte di Milan e Napoli, avvenuta prima della partita della Roma con la Fiorentina, hanno creato una occasione ghiottissima per consolidare il quarto posto. Peraltro, in casa la squadra giallorossa ha quasi sempre ottenuto la vittoria. Le speranze, per un balzo in classifica, erano più che giustificate nei cuori dei romanisti.

Per 23 minuti, la squadra giallorossa è stata in modalità rullo compressore. Oltre al gol di Lukaku, risultato di un’azione corale in cui Dybala ha mostrato la sua eccellente tecnica, i giallorossi hanno più volte minacciato la retroguardia viola. Proprio Dybala falliva una di queste occasioni e non aumentava il passivo per la Fiorentina. Grande merito di questa partenza sfavillante è del fuoriclasse argentino che, forse galvanizzato della sua prestazione, provava addirittura un contrasto deciso sulla tre quarti. Dybala finiva dolorante a terra e chiedeva il cambio. Da quel momento in poi si è inceppato il meccanismo della Roma dimostrando che la produzione offensiva giallorossa passava per le giocate del campione sudamericano.

Da quel momento, la Fiorentina soverchiava a centrocampo l’avversario. Con l’inizio del secondo tempo, la situazione è peggiorata. Lo stallo della squadra giallorossa risultava palese ma Mourinho evidenziava delle lacune che lo contraddistinguono. Il tecnico opera i cambi non con la velocità dovuta e è troppo magnanimo con determinati giocatori. Non avere subito cambiato sia Pellegrini, per Bove, e sia Zalewski, già ammonito, ha prodotto il pareggio viola.  Peraltro anche a Cristante era stato mostrato il cartellino giallo e poteva fornire minor apporto alla fase difensiva romanista.

Dopo il pareggio è proseguito il forcing dei toscani e addirittura la Roma è rimasta in 9 dopo che era stato espulso il gigante belga per un’entrata decisamente scomposta. Da quel momento, la Roma ha stretto ancor di più i denti e le maglie e inaspettatamente è riuscita a non subire un nuovo gol. In questo senso, decisivo è stato l’aiuto del pubblico romanista, vero dodicesimo in campo (o decimo in questo caso), che ha trascinato i beniamini.

Risultato è il quarto posto in classifica in coabitazione del sorprendente Bologna che affronteremo domenica. In definitiva un punto guadagnato ma ora si prospetta una sequenza di partite insidiose anche con l’incognita delle condizioni di alcuni giocatori e dell’entità della squalifica per Lukaku.

Daje Roma!

 

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L’avevamo dato per perso, un acquisto sbagliato, un flop, uno che col pallone ci litigava, rigido quanto possiamo immaginare (con i nostri stereotipi) un uomo venuto dal gelido nord, dai capelli biondi, uno di quei giocatori che prima di arrivare a Roma se la cavavano mica male in campo, e invece, una volta superato il cancello di Trigoria, faticano a capire che il pallone è tondo, come pure a riconoscere porte e righe.

Insomma sì, tu che segui la Magica ci avevi messo una pietra sopra, e quando l’hai visto prendere il posto di Karsdorp non sapevi bene come prenderla, avrai pensato che Mou voleva mettere un uomo fresco, e che a te, quell’ingresso, ti scoraggiava, temevi che quando il pallone fosse arrivato tra i suoi piedi avrebbe abbassato la testa e in un impeto scomposto avrebbe finito per concedere agli avversari una ripartenza, altrimenti – come del resto dall’altro lato Spinazzola – avrebbe buttato un cross verso il nulla, facile preda del Sassuolo, uno di qui vani tentativi infruttuosi che – ammettiamolo – si moltiplicano nelle manovre giallorosse, come se ci fosse un sadomasochistico piacere a non metterla dentro, rimandando all’esile tempo finale la scommessa più grossa, quella di portare a casa il risultato, trasformando l’ansia in angoscia oppure in una esplosiva liberazione (quante sono le gare vinte all’ultimo minuto?).

È invece no, tu, Rasmus Kristensen, danese, in 45 secondi ti sei procurato il rigore del pari (realizzato da Dybala) e poi hai segnato, con deviazione di Tressoldi, la rete della vittoria, tu – di cui sopra abbiamo detto – diventi l’eroe che non ti aspetti, l’uomo che cambia le sorti di una partita, che fino a quel momento – per una leggerezza difensiva – aveva visto il Sassuolo in vantaggio, Rasmus-Erasmus non sei più quello di prima, ci appari come un dono, una stella cometa, un gesto d’amore e tutto il resto, e anche – non più occhi di ghiaccio e gelido cuore – tu partecipi di questa corrispondenza di amorosi affetti, e sveli te stesso a quel te stesso che non sapeva, e quindi sì, al fischio finale, ti copri il volto con la sudata e bellissima maglia giallorossa e piangi, piangi, perché le capriole del calcio sono quanto di più vicino al principio di indeterminazione che si possa pensare, tutto accade quando lo osservi e un attimo dopo ogni cosa scompare.

È solo una notte a Reggio Emilia, una notte che ci regala il temporaneo quarto posto, e per la prima volta la zona Champions, e allora per questa notte ci abbracciamo, e battiamo le mani, e ce lo godiamo questo quarto posto, portiamo a casa, a modo nostro, una vittoria pesante che Mou a voluto in tutti i modi, l’ha cercata e l’ha intimata alla sua squadra, ha fatto capire che la Roma non abbassa la testa, e che non esiste nessuna comfort zone in cui cullarsi, e che ce n’è per tutti, perché di essere trattati in modo “speciale” anche basta, e allora, visto che non ci intendiamo, che volete capire fischi per fiaschi, be’, sapete che vi dico: mi chiamo Mourinho e parlo portoghese, dato che il mio italiano non è comprensibile, evitiamo fraintendimenti, e ve lo dico di nuovo o la vita è “emosionale” o non vale la pena di essere vissuta. Eu falo português.

(RR)

 

 

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Servette-Roma 1-1: Europa League 5ª giornata, Ginevra 30 novembre 2023. Pareggio in terra elvetica. La Roma ottiene la qualificazione ma probabilmente sarà seconda nel girone!

La bevanda preferita per ristorarsi nell’intervallo delle partite di calcio è il tè. Ripercorrendo le partite della Roma si supporrebbe che la squadra giallorossa opti per la camomilla. Nelle ultime quattro partite, a parte il derby finito a reti inviolate, la Roma ha subito sempre un gol nei primi minuti del secondo tempo. L’intervento di Cristante, che ha favorito l’azione che ha portato al gol dell’attaccante del Servette, è stato disastroso ma tutta la squadra ha mostrato un’amnesia collettiva. Il dato che continuiamo a subire gol all’inizio della ripresa è talmente chiaro che è stato l’argomento su cui si è soffermato José Mourinho. Il mister si è affannato a ripetere che, durante l’intervallo, pungola e sprona e avverte i giocatori della pericolosità degli avversari e di prestare perciò attenzione. Attenzione che non viene riscontrata dal mister portoghese. Sembra di rivedere un film già visto; se si perde o si pareggia con squadre modeste la colpa è dei giocatori, se si vince è l’ennesimo miracolo dell’allenatore. Mou non si può sottrarre così facilmente dalle responsabilità che gravano su chi guida la squadra. Se si continua a commettere sempre lo stesso errore anche lui ha delle colpe.

Come già scritto, è evidente l’errore del numero 4 giallorosso ma occorre ricordare che Cristante non è un difensore. Con spirito di squadra, Bryan si adatta a ricoprire ruoli non nelle sue corde per sopperire all’indisponibilità dei difensori Mancini, Kumbulla e Smalling. Su quest’ultimo, oltre a richiedere l’intervento di Chi l’ha visto, serve una riflessione profonda. Se continuasse la sua indisponibilità non converrebbe cederlo a gennaio? Difficile da accettare la prospettiva da chi lo ha sempre apprezzato come giocatore ma a mali estremi, estremi rimedi. Inoltre, sempre Mourinho, ha puntato l’indice sulla superficialità dei giocatori che sono subentrati nel corso della partita. Nessuno di questi ha trascinato la squadra anzi hanno offerto prove deludenti. Ma mi sarei soffermato anche sulle prestazioni di chi ha giocato dall’inizio. Uno su tutti, Paulo Dybala che ha sprecato almeno due ghiotte occasioni, al 62esimo e al 71esimo per la precisione. Se si vuole scandagliare i problemi della squadra romanista, si abbia il coraggio di evidenziare che il campione argentino, in questa stagione, fino a questo momento, ha deluso molte volte.

Con il pareggio di oggi si assottigliano fin quasi a zero le possibilità di arrivare primi nel girone. La conseguenza più preoccupante sarà di dover affrontare un turno in più rispetto a chi vince il girone. Peraltro la Roma dovrà scontrarsi con una terza dei gironi di Champions League, evidentemente delle formazioni di ben altro peso, rispetto al Servette.

Per la cronaca il gol romanista lo ha siglato Romelu Lukaku, su assist di un sempre più convincente Llorente, al decimo gol in sedici partite. La statistica parla chiaro. Credo che Thiago Pinto dovrebbe evitare nuove scommesse (vedi Renato Sanches) e prodigarsi affinché il gigante belga resti in giallorosso anche il prossimo campionato.

Ultima notazione. Pioggia persistente sul campo svizzero come persistente il sostegno dei tifosi della Roma giunti a Ginevra. Loro sì che hanno vinto.

Forza Roma, sempre.

 

 

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Lazio-Roma: 0-0 Serie A 12 ª giornata, Roma 12 novembre 2023. Un punto importante nella corsa alla Champions League! 

Ore 17:30. Serata fredda in un vialone di una città del settentrione.

Un corposo gruppo di donne e uomini, accomunati da una passione senza confini, attende impaziente l’apertura delle porte di un pub nel quale sarà trasmessa una partita del campionato di calcio. Non è una partita come tutte le altre. È in realtà il derby della capitale e le persone che attendono davanti al pub hanno il cuore giallorosso come le sciarpe che le proteggono dal freddo.
Il locale apre in anticipo proprio per trasmettere l’incontro. Il gruppo è eterogeneo, le persone vengono da luoghi differenti, ma nel giro di pochi minuti si crea una coesione che solo la passione per la squadra romanista riesce a creare. Le immagini in diretta partono mentre viene cantato l’inno degli avversari. Tra i tifosi nel pub risuonano motti di scherno, alcuni paragonano il rapace alle galline di cortile.

I primi minuti della squadra giallorossa, costantemente in pressione sull’avversario, incoraggiano le speranze degli avventori. Il tifo dei sostenitori riempie le stanze. Il clima s’infuoca dopo il colpo di testa di Lukaku per poi esplodere quando al 13’ Cristante conclude in rete dopo una ribattuta del portiere Provedel. Urla, abbracci, in alto i boccali di birra. Presto all’euforia si sostituisce la delusione. Purtroppo il gol è stato annullato per fuorigioco.

Col passare dei minuti, il grande entusiasmo iniziale continua a scemare sempre di più. La squadra giallorossa fatica a pressare la formazione avversaria fin dalla loro area. I padroni di casa lentamente ma costantemente prendono in mano le redini del gioco. Un momento di gelo arriva quando il centrocampista più tecnico della squadra contraria colpisce un palo con un tiro dalla distanza. Fortunatamente l’atmosfera nel pub rimane briosa. Le birre aiutano a mantenere alto il morale fino all’intervallo.

Nei commenti appassionati, oltre agli insulti contro gli avversari, rei di comportamenti
antisportivi, emergono critiche puntuali soprattutto su Paolo Dybala. Il campione argentino non ha mai mostrato la volontà di calciare verso la porta. Sembrano confermate le congetture di chi ritiene che il fuoriclasse abbia in realtà il terrore di calciare con forza per evitare altri infortuni. Tra i tifosi, alcuni si congratulano con il nostro portiere, autore di qualche buon intervento. Per rinsaldare l’armonia e la passione, spunta lo striscione del Roma Club e tutti i partecipanti sorridenti si lasciano fotografare dietro la preziosa stoffa.

All’inizio del secondo tempo, osservando le proteste del nostro mister contro il capitano avversario, si levavano i cori a favore dei colori giallorossi. Un’azione di potenza di Lukaku, minacciosa per la retroguardia avversaria, esalta i tifosi. La Roma prende campo, Bove si propone spesso in area ma manca l’acuto finale. Il
pub sprigiona calore e speranza ma le aspettative sono frustrate dalla poca incisività davanti al portiere rivale. Finisce la partita, si riacquista la calma. Il pareggio è comunque benvenuto, anche in considerazione del fatto che si mantiene il vantaggio con i padroni di casa e si acquisisce un punto su molte altre squadre. Il gruppo romanista prende commiato con abbracci e saluti finali. “Forza la magica!” grida un tifoso uscendo dal locale ad un altro sostenitore con la sciarpa. “Oggi poco magica” ribatte l’altro. “Sempre Magica!” sentenzia il primo.

Forza Magica Roma!

 

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Roma-Lecce: 2-1 Serie A 11ª giornata, Roma 5 novembre 2023. Vittoria in extremis per i giallorossi. Vanno in rete Azmoun e il solito Lukaku (dopo rigore sbagliato). 

Nella conferenza stampa del sabato, che ha preceduto l’incontro tra i giallorossi capitolini e quelli pugliesi, José Mourinho ha issato la bandiera antiLegaCalcio lanciando una bordata verso l’amministratore delegato della Lega di Serie A Luigi De Siervo. Oltre ad affermare che il suddetto amministratore è arrivato col paracadute in quel ruolo senza conoscere il mondo che gli hanno dato da gestire, ha anche sollecitato la società in cui lavora a nominare urgentemente un personaggio che rimarchi nelle sedi appropriate la disparità di trattamento che la squadra subisce rispetto alle altre compagini impegnate in Europa. Desiderio legittimo quello del mister portoghese: se Thiago Pinto e la CEO Lina Souloukou non posseggono la capacità di svolgere questo compito, il presidente di San Diego dovrebbe trovare con celerità un azzimato e loquace dirigente all’altezza del ruolo. Il caso di Inter – Roma è stato emblematico: mentre le altre squadre impegnate il giovedì nelle coppe hanno disputato la gara di campionato il lunedì, la Roma ha affrontato la squadra nerazzurra domenica a meno di 72 ore dall’ultimo incontro.

Mourinho, oltre ad aver evidenziato un’opprimente verità, ha anche disposto in maniera saggia la propria squadra. In considerazione delle assenze e degli infortuni ha schierato a centrocampo Cristante e Bove mentre il rientrante Dybala era affiancato da Aouar nel ruolo di suggeritore dietro al super centravanti Romelu Lukaku in una sorta di 3421. Inoltre, la Roma ha subito pressato l’avversario e il modulo adottato, con una punta e due giocatori a supporto, ha facilitato questo compito. Risultato è stato un primo tempo in cui sono fioccate le occasioni per la squadra capitolina. Da sottolineare la capacità di palleggio di Llorente al centro della difesa che ha consentito di ripartire dalla propria area con meno difficoltà rispetto a partite precedenti.

Dopo solo un minuto e 16 secondi la Roma, il vigoroso difensore leccese Federico Baschirotto ha toccato con la mano il pallone in area, gesto che portava alla concessione del rigore, dopo un consulto al Var, da parte dell’arbitro Colombo. Paulo Dybala non ancora al meglio e memore anche del fatto di essersi infortunato calciando un rigore proprio contro i leccesi, non ha reclamato la sfera. Invece BigRom ha stretto il pallone con il braccio e si è portato sul dischetto. Fino a quel momento il belga non aveva mai sbagliato un rigore in serie A. Sarà stata per la legge dei grandi numeri, questa volta Romelu ha fallito la realizzazione. L’incontro era appena iniziato e i tifosi romanisti non hanno tanto inveito contro la mala sorte. In effetti, i giallorossi capitolini hanno proseguito per tutto il primo tempo a minacciare la porta avversaria. Al 17esimo Dybala entrava in area sulla destra e con una serpentina seminava il panico tra i difensori salentini. Al momento del tiro si è però ritrovato la sfera sul destro e ha provato il gol con una rabona. Il Pallone ha sorvolato la traversa; se fosse stato gol sarebbe stato il gol dell’anno.  El Shaarawy ha tentato la conclusione al 23esimo ma è stata deviata in angolo da un difensore. Un minuto dopo, Aouar tirava di precisione all’angolo lontano ma Falcone, ancora una volta, negava la gioia del gol con un intervento prodigioso. Al 30esimo nuovo tentativo di Dybala. Si liberava del diretto avversario con un pallonetto e tirava al volo in semi girata: palla di poco fuori per quella che sarebbe stata una realizzazione grandiosa.

Difficile per chiunque preconizzare un secondo tempo della Roma deludente e con tante difficoltà come poi è avvenuto. Il Lecce ha iniziato a ripartire veloce in contropiede creando apprensione nella retroguardia. Su un lancio lungo per il velocissimo laterale zambiano del Lecce Lameck Banda, Mancini non chiudeva efficacemente sull’avversario (in questi casi occorre spendere anche il cartellino giallo). Lo zambiano, nettamente più veloce del difensore romanista, entrava in area e dopo una carambola la sfera arrivava all’altro laterale Almqvist che facilmente depositava in rete. Addirittura il Lecce ha poi sprecato una ghiotta occasione con Strefezza di raddoppiare il vantaggio.

La mossa di Mou per risollevare le sorti dell’incontro è stata quella di inserire tutti gli attaccanti per un assalto finale all’arma bianca. Normalmente questa mossa non produce frutti ma solo caos. Stavolta invece l’effetto è stato differente.  Dopo un ennesimo tentativo di Dybala di poco fuori, al 91esimo proprio il nuovo entrato Azmoun ha incornato la sfera su un cross di Zalewski con una potenza strabiliante, riuscendo finalmente a superare il bravissimo Falcone (se fossi Thiago Pinto proverei a portarlo alla Roma il prossimo anno).

Restavano pochissimi minuti al termine. La linea di demarcazione tra ottimo giocatore e campione può sembrare labile ma non lo è. Romelu Lukaku, oltre al penalty, ha sbagliato quasi tutte le giocate durante la partita. È sembrato impotente contro le difesa pugliese. Ma al 93esimo, il campione è riemerso. Su suggerimento dell’incontenibile Dybala, Lukaku si è fatto largo con la sua potenza tra le maglie salentine e col sinistro, quasi scivolando, ha superato l’estremo difensore del Lecce. Gioia immensa sugli spalti e soprattutto per l’attaccante belga.

Vittoria vitale per la classifica romanista e in vista delle prossime partite.

Forza Magica Roma!

 

 

 

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Roma-Slavia: 2-0 Europa League 3ª giornata, Roma 27 ottobre 2023. Non c’è stata partita con i cechi dello Slavia Praga. Con questa vittoria la Roma è prima nel suo girone.  Grande goal di Bove e ancora una volta segna Lukaku.

In una calda serata di ottobre, la squadra capitolina ha sfidato i cechi dello Slavia Praga, compagine in vetta nella classifica nel girone G di Europa League. La squadra praghese fu, nel 1996, protagonista di una eliminazione dei giallorossi, con un gol nei supplementari, che ancora brucia i sostenitori giallorossi. I tifosi dello Slavia, giunti in massa nella capitale, sognavano in una riedizione di quella partita. Le premesse per far bene erano alimentate anche dalle notizie non certo incoraggianti che arrivavano dall’infermeria giallorossa: oltre ai lungodegenti Abraham e Kumbulla, non hanno recuperato la forma Dybala, Pellegrini e Smalling. Nella lista ci sarebbe anche Renato Sanches ma stupisce chi si stupisce della fragilità del portoghese.

Mourinho, che ha osservato la partita dalla tribuna per via di una delle sue tante squalifiche, ha proposto El Shaarawy come seconda punta a fianco dell’inossidabile Romelu Lukaku. In realtà, la formazione giallorossa si è disposta in campo con più equilibrio, con un centrocampo formato da quattro giocatori. Nel centro di centrocampo giostravano Cristante e Bove, preferito a Paredes, mentre ai lati Aouar e appunto il faraone operavano sia in interdizione sia in affiancamento dell’attaccante belga.

L’inno della Roma cantato da tutto lo Stadio ha rappresentato un segnale convenuto per la squadra giallorossa. Pronti via e la Roma si è riversata nella metà campo dello Slavia. El Shaarawy in pressing ha soffiato la sfera all’avversario ceco e lanciato Bove. Il numero 52 si avvicinava in area e pennellava una traiettoria velenosa su cui il portiere dello Slavia non poteva fare nulla. Quarantacinque secondi e la Roma era già in vantaggio. Al quindicesimo ancora il faraone superava con un abile tocco il suo avversario diretto premiando l’inserimento di Lukaku. Il belga entrava in area e lasciava partire un tiro potentissimo che si insaccava sotto la traversa. Due a zero in pochissimo tempo e avversario annichilito.

Nelle partite di coppa, i giallorossi mettono sempre la giusta adrenalina e la partenza dell’incontro di ieri ne è la riprova. Dopo i due gol, l’avversario si è disunito e non ha mai impensierito la retroguardia romanista se non con qualche tiro velleitario da fuori.

Nel secondo tempo sempre il grande Romelu, su suggerimento di Celik, ha condotto la minaccia alla retroguardia dello Slavia con un tiro di poco a lato e subito dopo, un sempre convincente Cristante, davanti al portiere ha tentato un pallonetto tanto delizioso quanto difficile che è stato neutralizzato dal portiere. Sempre Celik, qualche minuto dopo, serviva El Shaarawy vicino l’area e il tiro pregevole del romanista si infrangeva sulla traversa. L’unico squillo di tromba dei cechi avveniva al sessantatreesimo quando N’Dicka, fino a quel momento irreprensibile, commetteva una ingenuità a centrocampo consentendo la ripartenza degli avversari. L’attaccante slovacco Schranz dello Slavia si è presentato in area da solo ma ha calciato talmente male che la sfera forse è stata rinvenuta a Praga.

In definitiva, il giusto carattere ed uno schieramento equilibrato ha generato una prestazione giallorossa all’altezza della situazione che permette di guardare con fiducia alla qualificazione al turno successivo di Coppa.

Un’ultima annotazione. Il cassiere ieri è stato felice di contare il numero dei presenti: tanti tifosi romanisti (ennesimo tutto esaurito) con l’aggiunta di un folto gruppo arrivato dalla Cechia. Peraltro, questi tifosi dell’est non hanno mostrato comportamenti molto civili e diplomatici mettendo a dura prova il lavoro delle forze dell’ordine in città e degli steward dentro il catino. Non sarebbe il caso di limitare, al minimo consentito, il numero dei biglietti venduti ai tifosi ospiti anche se l’incasso sarebbe un po’ ridotto?
Daje Roma!

 

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Cagliari-Roma: 4-1 Serie A 8ª giornata, Cagliari 8 ottobre 2023. Terzo successo consecutivo della Roma. Doppietta di Lukako. Segna ancor Belotti e Aouar. Dybala esce colpito al ginocchio. Possibile rientro con l’Inter. 

 

La Roma ha calato un altro poker dopo quello di Coppa contro gli svizzeri del Servette. Terza vittoria consecutiva, considerando anche il 2-0 rifilato al Frosinone. L’avversario sardo, guidato dal tanto amato ex giallorosso Claudio Ranieri, si è rivelato meno ostico del previsto.

Come nella partita contro i rossocrociati, la Roma non è partita benissimo e al nono minuto Petagna, su un cross dalla sinistra, ha colpito di testa chiamando Rui Patricio a un difficile intervento a terra. Poi, col passare dei minuti, la squadra capitolina ha trovato il bandolo nella matassa contrastando efficacemente gli affondi rossoblù. Si è distinto Bove per l’intensità che vi ha profuso, riuscendo spessissimo a interrompere le trame avversarie e a far ripartire l’azione giallorossa. Come ormai assodato, le ripartenze della Roma, con una coppia di attaccanti come Lukaku e Dybala, sono incantevoli e difficilmente disinnescabili dagli avversari. Da un contrasto vinto da Bove, la Roma ha avuto la prima occasione per passare in vantaggio ma Dybala ha concluso debolmente. Alla seconda occasione i giallorossi sono passati in vantaggio. Da un’azione ancora propiziata dalla tempra del numero 52 giallorosso, un convincente Spinazzola serviva un assist all’interno dell’area per Houssem Aouar che, in mezza girata di sinistro, batteva il portiere del Cagliari Scuffet. Pochi minuti dopo, un contropiede avviato da Dybala e proseguito da Karsdorp sulla fascia, si concludeva con la realizzazione di Lukaku che insaccava addirittura di petto deviando in rete il cross dell’olandese. Purtroppo, al 38esimo, un intervento molto duro di Prati nemmeno sanzionato col giallo, ha provocato una distorsione al ginocchio per Dybala che è stato sostituito dal gallo Belotti. Il fantasista argentino ha comunque lasciato il campo solo con una leggera zoppia non alimentando scenari catastrofistici. In effetti, i risultati della risonanza a cui è stato sottoposto, non presentano danni significativi e si può realisticamente immaginare un suo impiego contro la corazzata interista nella partita del 29 ottobre.

L’inizio della ripresa è stato esaltante. Al 50esimo, Belotti, su lancio lungo di Paredes, si incuneava nella retroguardia avversaria, con una sterzata si liberava del difensore cagliaritano e lasciava partire un destro teso rasoterra che superava Scuffet. Al 58esimo, da un’azione del ringalluzzito numero 11 giallorosso, Paredes offriva un altro assist, stavolta a Lukaku, che entrava in area e di precisione portava a quattro le reti giallorosse. Finale nervoso del Cagliari che ha trovato il gol della bandiera con Nandez che ha trasformato un rigore generosamente assegnato dall’arbitro Sozza.

Oltre alla certezza di poter schierare un attacco di livello internazionale con Lukaku e Dybala (sperando che la fragilità dell’argentino non sia così opprimente in questa stagione),  il tifoso giallorosso può ritrovare l’entusiasmo osservando la prova del centrocampo romanista.

Paredes sta continuando la crescita di forma fisica confezionando diversi assist a partita. Aouar, che sarà impiegato spessissimo vista anche l’assenza per infortunio di Pellegrini, ha risposto alle critiche ingiuste del tecnico dimostrando anche capacità realizzative imprescindibili. Infine, Edoardo Bove, dallo spirito combattivo riconosciuto da tutti, che si integra alla perfezione con gli altri. Un trio di centrocampo ben assortito e di personalità.

La manovra, come si scriveva in precedenza, è beneficiata anche dall’arretramento in difesa di Cristante il quale, concedendo qualche sbavatura in fase difensiva, ha capacità per dialogare con i centrocampisti in maniera efficace. Da sottolineare anche la prova di Evan N’Dicka, frettolosamente apostrofato come un ‘scarsone’, che si sta attestando come un difensore roccioso ma anche dotato di buona tecnica. Infine, Belotti ha finalmente ritrovato la via del gol e la sua generosità lo mette al servizio della squadra, e di Lukaku, creando un’altra coppia d’attacco potenzialmente sfavillante.

La prova del 9 che la Roma abbia imboccato la strada nella giusta direzione sarà costituita ovviamente dagli scontri con formazioni di maggior livello. Sia il Cagliari che il Servette si sono rivelati avversari abbordabili ma si è potuto comunque individuare dei segnali di crescita in queste ultime partite.

Forza magica Roma!

 

 

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Roma-Servette: 4-0 Europa League 2ª giornata, Roma 5 ottobre 2023. Dopo un primo tempo brutto i giallorossi affondano gli svizzeri nel secondo.  La squadra, ancora in cerca di stessa, segna altri punti in Europa League.

 

La Roma è scesa in campo per la seconda giornata in Europa League affrontando gli svizzeri del Servette, squadra attualmente nelle retrovie del proprio campionato. L’incontro si è rivelato un buon allenamento, soprattutto dopo il secondo gol della Roma, realizzato da Belotti nei secondi iniziali della ripresa. Il tecnico di Setubal, che dirigeva la squadra dalla tribuna vista la sua squalifica, ha avuto modo di operare dei cambi nel secondo tempo, con l’intento di far rifiatare molti giocatori. In questa ottica, sono scesi in campo dei giovanissimi come Pagano e come il classe 2004 D’ Alessio, all’esordio assoluto in prima squadra. A distanza ravvicinatissima (meno di 72 ore) si profila l’insidiosa trasferta cagliaritana ed è corretto preservare energie preziose. Purtroppo, oltre a non avere notizie confortanti dall’infermeria, preoccupa l’uscita, dopo solo dodici minuti, del capitano Pellegrini capace, peraltro, di realizzare un gol di pregevole fattura. Una fragilità, quella del numero sette, che sta divenendo allarmante. Inossidabile, all’opposto, Romelu Lukaku, che ricordiamo ha svolto la preparazione con la primavera del Chelsea: anche contro gli svizzeri il belga ha timbrato il cartellino. Quinto gol in sei partite con la Roma. Un vero bomber!

L’approccio dei giallorossi non era stato dei miglior e una disattenzione, dopo pochi secondi, di Mancini e Cristante si stava rivelando fatale, concedendo all’attaccante Bedia di colpire da buona posizione. Fortunatamente la palla usciva di poco a lato. Il Servette si faceva vivo dalle parti di Svilar anche all’undicesimo ma poi la Roma ha iniziato a prendere le redini del gioco e gli svizzeri si sono dimostrati l’avversario abbordabile che si prevedeva.

Talvolta da una situazione emergenziale, come quella della difesa della Roma, fiorisce un mutamento prezioso. Aver arretrato Cristante sulla linea di difesa, ha creato una linea di passaggio tra il giocatore e Paredes che consente un inizio di azione molto più veloce e fruttuoso.  Nella prima parte della prima frazione, l’intesa tra Belotti e Lukaku era incerta. Con il passare dei minuti invece ha preso forma e il gallo Belotti ha dimostrato buona ispirazione realizzando due segnature. Il duo composta dal belga e dall’attaccante di Calcinate può rappresentare una valida alternativa alla coppia titolarissima composta da BigRom e Dybala.

Da segnalare la prova convincente di Celik sulla fascia e la personalità di Svilar in porta: è eresia ipotizzare il portiere belga-serbo tra i pali anche in campionato? Sono sembrate eccessive da chi scrive le critiche rivolte da Mou ad Aouar quando dice “non saremo noi a andare nella sua direzione è lui che deve andare nella nostra”. Il franco algerino, nel primo tempo in cui ha giocato, ha esibito una perfetta padronanza della sfera riuscendo spesso a liberarsi con disinvoltura dalla asfissiante marcatura dei rossocrociati. Quest’ultimi hanno ricevuto solo tre cartellini gialli, graziati da un arbitro, il croato Igor Pajac, tutt’altro che dal cartellino facile come era stato presentato alla vigilia.

Si prospetta, nelle prossime settimane, la doppia sfida con lo Slavia Praga, vittorioso sullo Sheriff, per la conquista del primo posto del girone. Sarà un avversario di tutto rispetto.

Daje Roma!

 

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Genoa-Roma: 4-1 Serie A 6ª giornata, Genova 28 settembre 2023. Il Genoa dilaga contro la Roma! Un campionato da  incubo per i giallorossi!

 

Un campionato da incubo per i giallorossi. Racimolati cinque punti in sei partite. Incassati quattro gol dalla ‘’corazzata” Genoa che al trentesimo del primo aveva pure perso per infortunio i due suoi centrocampisti migliori: Badelj, serbo di 34 anni, e un certo Kevin Strootman, ex giallorosso, che aveva mostrato come si gioca a pallone finché era stato in campo.   

Le responsabilità di un inizio così disastroso sono da dividere tra le tre componenti principali di ogni squadra: giocatori, dirigenza e allenatore. Ma in questo caso, le quote di colpevolezza non possono essere divise in parti uguali, con quella del tecnico che è la più consistente.

Sicuramente i giocatori, contro la squadra genovese, si sono impegnati nel cercare il primato personale dell’incapacità interpretativa del singolo ruolo. Un’antologia di passaggi sbagliati, contrasti inefficaci, dimenticanze dell’avversario, tiri imprecisi. Tra tutti, sottolineerei le prove dei due capitani, Pellegrini e Mancini: il primo è risultato impalpabile, il secondo dannoso. Salverei solo Romelu Lukaku, che oltre a segnare, purtroppo in un fuorigioco millimetrico, nel secondo tempo ha dato dimostrazione di cosa significa essere un campione. Al 57esimo, dopo aver perso palla contro un avversario, ha rincorso il genoano ripiegando fino alla propria area bloccando, alla fine, l’azione rossoblù. Ha predicato nel deserto. 

Certamente il mercato condotto da Thiago Pinto è stato costellato da errori madornali. Ha investito sulla scommessa, persa, del centrocampista portoghese Sanches e non ha tentato alcuna ricerca di un nuovo portiere, per sostituire l’ormai impresentabile, però portoghese, Rui Patricio, su cui il mister stresso ha sentenziato con la frase “ogni tiro è un gol”. Il Portogallo ha prodotto campioni straordinari ma ci sono giocatori logori e consunti su cui non si doveva investire o continuare a confidare.

Detto questo, la squadra non solo non gioca bene, ma non esprime proprio un gioco. Come già evidenziato, i giocatori in possesso della sfera non sanno cosa fare, viene proposto un giro-palla lento e prevedibile, spesso realizzato dai difensori che non hanno qualità. Si continua a giocare “a tre” in difesa peraltro con motivazioni fumose, dove l’assenza qualitativa e quantitativa di Smalling e Kumbulla dovrebbe condurre a altre soluzioni. La fase difensiva non esiste, ormai si assiste alla modalità colabrodo. La squadra è lenta e allungata. Il Genoa ha abbacinato per il suo essere compatto e muoversi all’unisono. Al contrario i giallorossi vanno in ordine sparso.

La Roma non ha la vis pugnandi solitamente caratterizzante le squadre di Mou. Il secondo gol del Genoa, dove l’attaccante islandese Gudmundsson è sembrato un incrocio tra Pelé e Maradona schivando il pressing sconclusionato di quattro romanisti, è stata la dimostranza plastica di tutti i limiti della Roma ancorché individuali. Eviterei di parlare dei cambi proposti da Mou durante la partita; poche idee e confuse!

Per recuperare uno svantaggio non serve, ma anzi è controproducente, inserire attaccanti su attaccanti. Si crea ancor più confusione e si squilibra enormemente la squadra. Hanno destato sconcerto due affermazioni del tecnico nel post gara. Una frase, ormai un mantra del tecnico di Setubal, ha riguardato la mancanza di Ibanez volta a giustificare i problemi difensivi. Vorrei ricordare gli errori del brasiliano nei derby e contro l’Inter dello scorso anno che portarono a tre sconfitte. L’altra affermazione consisteva nel ricordo delle due finali raggiunte in Europa. Premesso che tutti sono grati dei risultati raggiunti e che le squadre europee giocano in maniera meno accorta di quelle italiane, non si può sviare ed eludere le domande sul perché di questo sprofondo giallorosso ricordando le sfavillanti vittorie passate.

Non c’è mai un cenno di autocritica.

L’allenatore vive di sé, la squadra è un piccolo “loro” all’ombra di un immenso “io”.

Forza magica Roma!

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Torino-Roma: 1-1 Serie A 5ª giornata, Torino 24 settembre 2023. La Roma pareggia con i granata, dopo il vantaggio siglato da Lukaku. I giallorossi migliorano in campionato ma ancora non soddisfano.

Dopo solo tre giorni dalla partita nella lontana Transnistria, la Roma è ritornata in trasferta, ospite stavolta del Torino. A disposizione di Mourinho tutti i giocatori tranne Smalling e Sanches, oltre ai lungodegenti Abraham e Kumbulla.

Per Renato Sanches si prospetta uno stop di qualche settimana: è il secondo in quattro partite. Il portoghese era preceduto dalla nomea di giocatore fragile. Il nostro Thiago Pinto, in una intervista, ha affermato che Sanches era una sua ossessione, una sua ricerca, una sua scelta precisa di cui lui è l’unico responsabile. Temo che il direttore sportivo portoghese non sia stato lungimirante.

L’altro infortunio, quello del centrale inglese, faceva sorgere spontanea la domanda: chi avrebbe potuto contrastare efficacemente Duvan Zapata, l’attaccante del Torino, al posto di Smalling? La risposta è arrivata dal campo: nessuno. Durante tutta la partita, l’ex atalantino ha sempre superato l’avversario di turno (Llorente o talvolta Ndicka) nei colpi di testa. Peraltro, il colombiano ha profuso massimo impegno nella ricerca del gol contro una squadra che, vanamente, lo aveva insistentemente cercato nel mercato estivo.

Mourinho ha sorpreso all’inizio schierando la squadra con tre attaccanti: oltre alla coppia d’oro Lukaku Dybala, è sceso in campo, sulla fascia sinistra, El Shaarawy. L’innesto del faraone ha sicuramente elevato l’efficacia della fase di attacco giallorossa ma ha tolto filtro a centrocampo. In fase difensiva, la squadra giallorossa ha subito troppo il gioco del Torino che riusciva costantemente a confezionare cross per la testa di Zapata.

Dopo solo quattro minuti, Zapata si è presentato con un colpo di testa in area su cui Rui Patricio ha smanacciato per evitare la segnatura. All’ottavo, Lukaku scambiava con Dybala che lanciava lungo proprio per il belga: tiro in corsa e palla che lambiva il palo! Occorre sempre sottolineare che la Roma ha una coppia di attacco tra le più forti della serie A. Compito del mister è di confezionare una squadra capace di innescare questo splendido duo di attacco senza subire così tanti gol. Nel primo tempo, il numero 21 giallorosso è riuscito innumerevoli volte a liberarsi della pressione avversaria. Per la cronaca, al 17esimo, il campione argentino è riuscito a liberarsi di due avversari con due colpi di tacco e servire in profondità Cristante che falliva davanti alla porta. Al 21esimo, sempre il numero 4 mandava alto sugli sviluppi dell’ennesima giocata di Dybala.

Nel secondo tempo, Lukaku ha dimostrato ancor più spirito combattivo riuscendo spesso a liberarsi dell’asfissiante marcatura dell’ottimo difensore granata Buongiorno. Più di una volta il belga è riuscito a involarsi sulla fascia e crossare al centro ma la sue giocate non venivano premiate dai compagni. Al 57esimo, cross preciso effettuato da Paredes per l’inserimento di Cristante. Il numero 4 sfiorava la sfera che però toccava il palo e usciva. Si faceva vivo il Torino in area giallorossa, soprattutto con le accelerazione di Demba Seck, creando apprensione tra i tifosi romanisti. Ma al 67esimo, Lukaku portava in vantaggio la Roma. Dybala toccava in area per Kristensen il quale allungava la sfera al belga. Lukaku si scrollava di dosso Buongiorno e trafiggeva il portiere granata con il suo sinistro. Terzo gol in tre partite per il campione di Anversa.

Mourinho, subito dopo la realizzazione, ha scelto di cambiare El Shaarawy con Zalewski. Mossa che si è rivelata improduttiva. Il giocatore di Tivoli non ha l’incapacità di ricoprire quel ruolo ed inoltre non ha supportato il centrocampo giallorosso permettendo al Torino di riversarsi riversato in attacco. Zalewski, purtroppo, non dimostra più quella spigliatezza e quel dinamismo che lo hanno caratterizzato nelle prime uscite. In quel frangente, sarebbe servito maggiormente mandare in campo un giocatore dinamico e grintoso come Bove. Il tecnico di Setubal ha operato anche un altro cambio nel finale impiegando Belotti per Spinazzola. Chi scrive, ritiene che l’ex granata dovesse subentrare prima, al posto di un esausto Dybala. Tra l’altro si hanno a disposizione cinque cambi e non si comprende perché si siano operati solo due cambi di cui uno quasi allo scadere.

Per la cronaca, all’84esimo Zapata ha siglato il gol del pareggio con un colpo di testa, su un cross per una punizione dalla tre quarti, anticipando Ndicka e tutta la difesa romanista. Nel finale la Roma ha attaccato in maniera sterile rendendosi pericolosa solo con Belotti, anticipato in extremis per due volte dal portiere.

In cinque partite di campionato, a parte una vittoria smisurata con l’ultima in classifica, si registrano due pareggi e due sconfitte. Una serie avvilente anche in considerazione della qualità e della quantità di giocatori a disposizione del tecnico. Quello che lascia più sorpresi è la permeabilità difensiva, solitamente assente nelle squadre di Mourinho. La prossima  partita sarà contro il Genoa in Liguria. Eviterei altra indulgenza. Se non arriverà una vittoria, occorrerà prendere atto della crisi e pretendere da parte di tutti i componenti (giocatori allenatore dirigenza) una seria autocritica.

P.S.  Molti tifosi romanisti, nonostante il blocco della trasferta per i sostenitori del Lazio, erano presenti sugli spalti: la Roma ha fatto proseliti in tutta Italia! Grandi!

Forza Roma!

 

 

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Sheriff-Roma: 1-2 Serie A 4ª giornata, Tiraspol 21 settembre 2023. Esordio vincente in Europa League. Lukaku regala i 3 punti alla Roma!

La Roma ha iniziato un trittico di insidiose partite in trasferta con la prima di Europa League in quel di Tiraspol, città della Moldova capoluogo della fantomatica regione indipendente di Transnistria. Senza Smalling e Pellegrini tenuti ancora a riposo, la formazione scelta da Mourinho presentava un centrocampo sulla carta di spessore con Cristante, Aouar e Sanches e in attacco Lukaku e El Shaarawy. Novità in difesa con in porta Svilar, al posto del caotico Rui Patricio e Karsdorp, non più traditore ma leale alla causa, sulla fascia destra. Le prestazioni del portiere e del terzino suscitavano molta curiosità anche in considerazione di possibili impieghi futuri.

Nel primo tempo la Roma non ha messo la giusta adrenalina. Il centrocampo è mancato sia in fase propositiva che quella di contenimento. Aouar deve recuperare il ritmo gara dopo l’infortunio e Renato Sanches addirittura ha alzato bandiera bianca dopo soli 26 minuti per l’ennesimo infortunio muscolare. L’azione offensiva giallorossa, che nasceva dai piedi di Llorente con l’aiuto di Mancini e Ndicka, non è mai stata fluida e veloce.

Deve essere stato ben catechizzato invece Karsdorp. L’olandese, finora, si era distinto per il logorio mentale che provocava al tifoso giallorosso a seguito della sua ripetuta e inconcludente giocata: stop della sfera e immediato passaggio all’indietro. Invece, in questo incontro, ha sorprendentemente tentato di saltare l’avversario di turno e, incredibilmente, è riuscito a portare spesso a segno il suo proposito! Per la cronaca, nella prima frazione, da tre incursioni del numero due, si sono create altrettante occasioni fallite però per imprecisione da El Shaarawy e Cristante.

Lo Sheriff ha lasciato l’iniziativa alla Roma. I giallorossi non hanno dovuto fronteggiare pericolose iniziative avversarie ma sono stati fortunati al 34 esimo quando Ngom Mbekeli ha colpito il palo. Nel finale di tempo, la Roma si è riversata in attacco quasi per inerzia. Da segnalare una incursione di Llorente, steso con cattiveria prima di entrare in area, su cui l’arbitro lettone Treimanis ha sorvolato. Poco dopo, da punizione di Paredes, altro momento fortunato per la Roma che passa in vantaggio su doppio tocco errato di Talal e Kiki. Si è andati negli spogliatoi col minimo vantaggio ma anche con il minimo sforzo.

Il secondo tempo si è aperto con un’altra occasione per El Shaarawy anticipato di un soffio. Ma lo Sheriff è rientrato in campo con maggiore grinta, e sugli sviluppi di una mischia in area, ha trovato il pareggio con il difensore Tovar in mezza girata. Si arrivava al 60 esimo e Mourinho, dalla tribuna in quanto squalificato, ordinava tre cambi: al posto di Zalewski, Aouar e El Shaarawy, sono subentrati in campo rispettivamente Spinazzola, Bove e Dybala. La musica è cambiata immediatamente. Bove ha fornito tanto dinamismo a centrocampo e Dybala ha creato occasioni a ripetizione sfruttando la sua classe immensa. Da un’incursione di Bove al 64esimo, si è creata un’azione combinata alla perfezione tra Dybala, Lukaku e Cristante che di tacco ha fatto pervenire la sfera al nostro bomber. Il numero 90, anche se pressato da tre avversari, ha colpito con precisione realizzando il gol della vittoria. Come già preconizzato su queste ‘frequenze’, il tandem argentino-belga, se supportato dalla condizione atletica, può portarci in alto. Al 67esimo, ripiegamento portentoso di Karsdorp che ha disinnescato una potenziale minaccia avversaria. Rivedremo l’olandese spesso titolare? Nel finale Belotti, entrato al posto di Lukaku, ha sfiorato il gol incrociando di destro. Nel recupero, si è invece distinto Paredes che, con calma olimpica, evitava il pressing avversario, sfruttando le sue indubbie doti tecniche.

Dopo un primo tempo soporifero, la Roma ha ingranato la marcia superiore e ha incamerato una vittoria preziosa per la conquista del girone. Ora ci aspettano altre due trasferte insidiose, a Torina e a Genova, che scioglieranno i dubbi sulle ambizioni e le capacità della compagine giallorossa.

P.S. Negli ultimi minuti della partita, si sono uditi cori romanisti: sempre presenti…

Daje Roma!

 

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Roma-Empoli: 7-0 Serie A, 4ª giornata, Roma 17 settembre 2023. I giallorossi dilagano contro l’ultima in classifica. Finalmente una vittoria in campionato! Giovedì affrontano lo Sherif (Moldavia) per l’Europa League

Dopo 16 giorni per la pausa dovuta agli impegni delle nazionali, la Roma è tornata a giocare in campionato affrontando l’Empoli. La vigilia è stata caratterizzata da molti dibattiti. Il primo verteva sull’efficacia della preparazione e sull’impatto della stessa sulle prestazioni ed anche sui tanti infortuni muscolari che stanno imperversando tra i giocatori romanisti. Di qualcuno si dirà, vedi Sanches, che la fragilità è una malinconica caratteristica ma di altri, esempio Mancini tornato anzitempo dal ritiro azzurro, che l’integrità era una solida caratteristica. Lukaku aveva esibito una buona forma, sia nei venti minuti giocati con la Roma sia nella nazionale belga. Il fatto che si è preparato in estate con le giovanili del Chelsea confuta la tesi di una preparazione giallorossa non riuscita.  Nella intervista pre-gara, Mourinho, aveva lasciato intendere l’esclusione dalla lista dei convocati di Smalling e Pellegrini per guai muscolari (Poi si è aggiunto Aouar). Aveva inoltre affermato che, nel momento in cui tutti i giocatori risultano in forma, la squadra possiede grande qualità. Ottimo che il mister abbia questa valutazione ma in questo modo si rialimenta l’interrogativo sulla preparazione.

Il secondo dibattito è quello che si è prodotto dopo le dichiarazioni di due ex giallorossi. Radja Nainggolan ha dichiarato che si è offerto alla Roma con un frugale contratto a gettone. Sembra però che non abbia convinto la direzione sportiva giallorossa: forse l’età non depone a suo favore. Invece il grande capitano Francesco Totti  ha lasciato intendere, in una intervista, la possibilità di un suo ritorno nei quadri dirigenziali: sarebbe augurabile non fosse altro per la capacità del numero 10 di calamitare l’opinione pubblica con le sue dichiarazioni.

Infine ha destato timori l’articolo che affermava l’esistenza di una fantomatica lettera inviata dal policlinico Umberto I al comune di Roma rivendicando i terreni, pensati per la costruzione dello Stadio, nell’ottica di edificare una nuova sede dell’ospedale. Immediate le smentite, sia da parte dell’assessore all’urbanistica Veloccia, sia da parte dell’ospedale stesso. Cresce la sensazione che la costruzione dello stadio non sia graditissima a qualcuno …

In questo “bel clima sereno”, ci si è avvicinati alla partita contro una squadra che aveva collezionato 3 sconfitte in altrettante gare, non realizzando alcuna rete e subendone cinque. Con queste premesse, l’unica aspettativa dei giallorossi era una pingue vittoria. E così è stato. La partita è durata otto minuti, necessari per mettere in cascina due gol. Da quel momento, la superiorità tecnica giallorossa ha avuto la meglio su un Empoli sfiduciato. Le prime due segnature, un rigore realizzato da Dybala e un colpo di testa vincente di Sanches, sono entrambe scaturite da cross di Kristensen dalla destra. Finalmente si è assistito a dei cross Illuminanti, non farraginosi e inconcludenti. La prestazione di Sanches, coronata con il gol, è stata convincente e mi è sembrato appropriato sostituirlo nell’ intervallo per gestirlo e preservarlo per le prossime partite. In un quadro di ottime prestazioni compiute da tutti i giocatori, quella di Dybala è risultata scintillante. Nel secondo tempo, prima della sostituzione, ha firmato un altro gol al termine di uno slalom ubriacante e ha pure colpito una traversa da calcio di punizione. Si comincia a intravedere l’enorme capacità offensiva che la coppia Dybala Lukaku può fornire. Il belga, che ha realizzato il sesto gol su un assist di un ringalluzzito Belotti, ha sprigionato delle accelerazioni che metterebbero a dura prova qualsiasi difesa. Il numero 90, oltre a costituire una minaccia continua per la difesa toscana, ha stupito per essere già diventato un leader in campo.

Da sottolineare la prova di Cristante, autore di un gol pregevole che ha ricordato una realizzazione di Totti, contro la Juve, di qualche anno fa. Il centrocampista ha senza dubbio beneficiato degli allenamenti durante il ritiro azzurro esibendo in partita una buona forma (Grazie Spallettone). Nel computo dei legni, occorre aggiungere anche quello colpito da calcio d’angolo da Leandro Paredes. Sfortunato il centrocampista argentino in questa occasione; ha però sfoggiato una capacità balistica importante.

In definitiva, ottima prova della Roma, che si è ritrovata presto in una situazione agevole e l’ha sfruttata realizzando a raffica. Si sono osservate ottime ripartenze e uno sfruttamento delle fasce apprezzabile. La speranza è che si possa continuare su questa china già da giovedì con l’impegno di coppa.

P.S.  è apparso un nuovo striscione in curva sud, “Gruppo Quadraro”: bene così! 

Forza Roma!

 

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Roma-Milan: 1-2 Serie A, 3ª giornata, Roma 1 settembre 2023. Il campionato di serie A è giunto alla terza giornata e la Roma ha subito un’altra sconfitta, stavolta all’Olimpico contro un Milan di un altro livello. Per i giallorossi il campionato non sembra essere ancora iniziato. 

 

Uscendo dallo stadio e ripercorrendo le fasi della partita, ci si chiedeva se qualcuno avesse avvertito Mou e la sua truppa che il campionato iniziava il 20 agosto contro la Salernitana, e non comincerà invece il 17 settembre quando si affronterà l’Empoli sempre all’Olimpico.

Per 60 minuti, fino all’espulsione di Tomori, il palleggio dei rossoneri ha soverchiato la squadra capitolina che ha palesato sia l’atavico problema di non aver un gioco sia l’inaspettata grave carenza in fase difensiva. L’idea di come costruire un’azione da parte giallorossa è risultata irreperibile. Diversi interpreti della Roma sembravano anestetizzati o in ritardo di forma. Torna in mente la preparazione precampionato svolta in quell’ambiente fresco che era Trigoria con temperature oltre i 40 gradi. Anni fa si andava in montagna per riprendere la forma fisica, oggi si aspetta la quarta di campionato per raggiungerla?

Inoltre, nella passata stagione la Roma si distingueva per spirito combattivo e organizzazione difensiva. Adesso si resta increduli di come tutte le squadre affrontate siano capaci di lacerare la nostra retroguardia. La partenza di Ibanez, responsabile di tre sconfitte pesantissime lo scorso anno, non può essere addotta come giustificazione per questo impaccio difensivo. Molti giocatori devono scrollarsi di dosso la ruggine post ferie. Vedi Mancini, Smalling e soprattutto Pellegrini, che subentrando a Aouar, ha girovagato per il terreno di gioco senza che nessuno si accorgesse della sua presenza.

Peraltro gli infortuni stanno decimando la squadra: mentre quello di Aouar sorprende, non stupiscono quelli di Dybala e Sanches, giocatori che sono preceduti dalla fama di sportivi incantevoli ma fragili. L’altro acquisto di centrocampo, Paredes, auspichiamo non si rilevi solamente fuffa. Per di più la sua posizione assegnagli da Mou, centrale davanti alla difesa, con un centrocampo a tre, implica lo spostamento del nostro numero 4 come mezz’ala, ruolo per nulla adatto al centrocampista ex Atalanta. Nella partita Cristante avrebbe dovuto assistere Celik nel cercare di contenere Leao, uno dei giocatori più forti e veloci del campionato. Invece, la lentezza di Cristante non ha portato alcuno sostegno. Ci si chiede: In considerazione della proverbiale flemma del giocatore, nel momento del cambio forzato di Aouar,  non si poteva scegliere di inserire subito Bove, giocatore combattivo e veloce, e posizionarlo vicino a Celik invece di scegliere Pellegrini, tra l’altro con problemi fisici dichiarati negli ultimi giorni?

Spesso le partite di calcio forniscono dei colpi di scena e occorrerebbe saper approfittare delle situazioni impreviste. Come già scritto precedentemente, al 60esimo veniva espulso Tomori, fabbro ferraio che fino a quel momento aveva imperversato su Belotti. Ma Mou e il suo entourage attendevano ben dieci minuti per i cambi senza peraltro togliere un difensore passando dalla difesa con tre centrali a due. I giallorossi stavano perdendo con due gol di scarto e non era certo il momento di pensare alla difesa! Al momento dell’entrata in campo dei tre giocatori scelti dalla panchina, il tripudio della folla era soprattutto per il gigante che fa sognare tutti: Romelu Lukaku. Anche se a corto di preparazione, nei venti minuti che ha giocato, ha dimostrato quanto può significare per una squadra avere un’attaccante simile. Chi scrive è piuttosto pessimista riguardo una progressiva crescita nella qualità del gioco ma conta invece sulla possibilità di schierare spesso, e in buona forma, la coppia Lukaku-Dybala: l’archetipo del rullo compressore spazza-avversari. In quel caso sarebbe efficace il cercare di alzare un fortilizio davanti al nostro portiere lasciando che la fantasia e la potenza del tandem argentino belga demolisca le difese avversarie.

Ultima annotazione: in questa partita il VAR si è dimostrato solerte e zelante nel richiamare l’arbitro Rapuano per il contatto tra Rui Patricio e l’ottimo centrocampista rossonero Loftus-Cheek. È una bella notizia, dato che il VAR si era distinto invece in Juve Bologna per non essere intervenuto in occasione di un fallo ben più marcato di quello occorso nella partita tra Roma e Milan. Sono cose succedono, alla Roma, e alla Juve…

Forza Roma!

 

 

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