Roma – Juventus 1-1, stanchi ma non finiti
Serviva la vittoria ed invece è arrivato un pareggio che prolunga l’attesa per l’ultima partita decisiva di questo campionato: quella con l’Atalanta. C’è Leverkusen, certo, ma quella è una partita che potrebbe finire in pochi minuti e nella quale servirà oltre alla prestazione anche la buona sorte che troppe volte è mancata alla nostra squadra.
A Bergamo servirà la stessa voglia mostrata contro la Juve, l’abnegazione, il sacrificio, la forza di volontà che ci ha permesso di chiudere in crescendo, cercando la vittoria fino alla fine. Insomma, siamo stanchi ma non finiti e questa squadra può ancora trovare energie nascoste.
È mancato il genio di Dybala, anche se è entrato nell’azione del gol, è mancata la continuità di Lukaku, anche se ha segnato il gol numero 20, il tiro di Pellegrini, anche se il capitano si è spremuto come un’arancia prima sulla fascia sinistra e poi in mezzo, il contributo dei sostituti, anche se Abraham ha avuto in pochi giorni due occasioni che potevano regalarci più speranza. È mancato un po’ tutto questo ma quello che non è mai venuto meno in questo ultimo periodo è stata l’identità di gioco che il suo allenatore è stato in grado di trasmettere in poco tempo.
Tre partite al termine in campionato con i prossimi 90 minuti che decideranno il nostro futuro. Ma prima in Europa, con un sogno quasi svanito che non è del tutto sfuggito. Con De Rossi siamo stati costretti a vincere sempre e dunque non sarà una novità. Andiamo a vincere dunque.
Forza Roma!
Mauro Monti e Fabio Cruciani – La Roma al telefono
Arriva su RomaReport La Roma al telefono.
L’idea è quella di raccontare la partita al telefono, con i messaggi vocali di WhatsApp, in diretta, mentre gioca la Roma. Per ricostruire quel clima e quella spontaneità. E dunque non si offenda nessuno, tutti i giudizi vivono il tempo di una partita, come accade da sempre nel calcio. Unito a questo ci sono articoli, spunti, commenti sul mondo Roma.
Chi siamo
Due romanisti che hanno preso l’acqua al vecchio stadio Olimpico, i posti in piedi in Curva Sud, vissuto da adulti – o quasi – lo scudetto del 1983, bevuto il caffè Borghetti e cantato “Quando l’inno s’alzerà…” la domenica pomeriggio (perché si giocava sempre alle 15, d’inverno alle 14.30). Innamorati di Roma e della Roma, perché – dateve pace o voi che non capite – il legame che unisce squadra e città è indivisibile.