Interrogativo o assertivo, è sempre lì: “ⱯM∞RƎ!Il teorema di Sarah”.
“È universale che l’Amore infinito esiste ed è unico”: questo è il ‘teorema’, svelato attraverso i simboli matematici presenti già nel titolo “ⱯM∞RƎ!”. Lo spettacolo fino al 24 marzo all’OFF OFF Theatre.
Una regia sapiente, quella di Vinicio Marchioni, che anticipa con un ironico ‘montaggio audio’ fuori scena i quesiti e le certezze che saranno espresse da Milena Mancini, autrice e interprete della pièce teatrale.
La scenografia appare essenziale, costituita da pochi elementi che, nel corso del monologo forsennato, energico, corporeo – frutto non solo di studio come attrice, ma di anni di esperienza come prima ballerina – e talvolta disperato, si trasformeranno in ‘personaggi’ gestiti dalla protagonista.
Emblematico l’utilizzo del bianco, colore di per sé ‘infinito’, tramite il quale ‘Sarah’ riesce a trasformarsi da innamorata in preda all’ansia di prestazione (“siamo sartine perfezioniste”, recita, capaci di disegnare “vestiti da principe azzurro su misura”) in sposa con tanto di velo, fino alla drammatica conclusione che non può essere qui anticipata.
Nella sua potente capacità di trasformista, l’attrice cambia abito più volte in scena, con un’audacia e una sicurezza che denotano il totale dominio di ogni gesto, di ogni passaggio di voce o di inflessione ed infine della ‘materia’ – l’amore donato o rifiutato – che riesce a declinare attraverso le donne rappresentate, ovvero “la” donna nei molteplici momenti della vita.
La trasformazione del ruolo femminile, per i meno giovani che hanno vissuto gli anni dell’emancipazione, è palpabile e sofferta: il prezzo dell’affermazione nella società ha, forse, provocato la traumatica consapevolezza di quanto, come donna, le viene quotidianamente richiesto o di quanto lei stessa si impone, alla ricerca della libertà di ‘essere’ e di ‘amare’.
I personaggi portati in scena sono donne responsabili, disincantate, vittime dei tradimenti, veri o supposti, dei loro compagni; sono madri, dalla gestazione fino alle rocambolesche feste di compleanno dei propri figli; sono, soprattutto, complici dell’amore verso il proprio uomo, un amore “su fili paralleli, a trecento metri di altezza, che si incontrano alla fine” o meglio “all’infinito”.
Un percorso segnato non solo da “bigliettini e poesie” nell’appassionata fase dell’innamoramento, ma dalla auto-imposta comprensione verso un individuo spesso narcisista, inaffidabile eppure debole, se messo a confronto con la capacità di ricrearsi, più e più volte, della donna che lo ha scelto come compagno di vita.
Il tutto analizzato con il bisturi dell’ironia, capace di penetrare l’animo femminile mostrandone anche gli aspetti meno nobili, quali la rivalità, l’istinto alla supremazia o, all’opposto, la capacità di affrontare il dolore.
In tale vulcanica rappresentazione la protagonista “scopre che l’amicizia cambia come l’amore, si tramuta in bene, rispetto e coraggio”, secondo le parole dell’Autrice in una sua intervista: un percorso che, da individuale, si arricchisce di elementi universali.
“ⱯM∞RƎ!” è dunque un teorema sui generis, stando alle ‘note di regia’ di Marchioni (nella vita marito di Milena Mancini) che si snoda attraverso “un punto di vista immaginifico, sfaccettato, poliedrico e instabile. – … – Un equilibrio precario, sul palco come nel mondo, alla ricerca di un senso e alla ricerca di amore, mentre si cammina lungo il filo della vita”.