Il gas “made in Circo Massimo”
Dato il particolare momento storico e la grande crisi energetica in atto, non mi sorprenderebbe troppo se a qualcuno, dopo aver letto questo articolo, possa venire in mente di ripristinare quel vecchio impianto papalino, in none dell’autarchia energetica. Certo è curioso sapere che nell’ottocento quell’autarchia effettivamente c’era e che tutto il gas necessario per la città veniva prodotto e stoccato in un luogo centrale come il Circo Massimo.
Il gas, a quell’epoca era usato quasi esclusivamente per alimentare i primi lampioni nelle strade ed era prodotto dalla distillazione del carbon fossile, opportunamente depurato. Il primo impianto di produzione del gas romano venne realizzato da papa Pio IX, pochissimo tempo dopo la sua elezione.
Per la realizzazione della struttura si scelse l’area del Circo Massimo, una vallata sufficientemente ampia e all’epoca ancora piuttosto periferica rispetto alla città. Un luogo ideale in base ai canoni di quel tempo, ancora poco attenti alla tutela del patrimonio storica della città. È lì che sorge il primo gasometro romano in cui il gas veniva immagazzinato.
Nel 1852 l’impianto è già pronto. Nel 1854 è attivo. A gestirlo è una società britannica, denominata “Imperial City of Rome and Italian Gas Light and Coke Company”, trasformata in seguito nella “Società Anglo-Romana per l’Illuminazione a gas della città di Roma”.
La Società Anglo Romana nasce come società in accomandita, con un cospicuo capitale di 230.000 scudi. Questo primo stabilimento di produzione, ha la propria principale Officina in via dei Cerchi, e riesce a produrre 60.000 metri cubi di gas al giorno.
Nell’area archeologica vengono allestiti il gazometro, i magazzini, le manifatture, oltre a una piccola struttura ferroviaria utilizzata nel trasporto dei materiali, su cui viaggiano delle locomotive a vapore.
Intanto in città la richiesta di gas aumenta notevolmente, sia per l’incremento della popolazione, sia per i nuovi impieghi in cui il gas è utilizzato grazie alle nuove tecnologie. A partire dal 1890, infatti, il gas estende il suo impiego agli apparecchi domestici, primo fra tutti i fornelli per la cottura dei cibi e successivamente alle prime caldaie a gas per la produzione di acqua calda, per usi igienici e per il riscaldamento.
Petanto, già a partire dal 1871, successivamente alla fine dello Stato della Chiesa e alla trasformazione di Roma in Capitale d’Italia, La Società Anglo Romana sposta progressivamente gli impianti e la propria sede nella zona industriale di via Flaminia, all’altezza del Lungotevere delle navi, dove realizza un nuovo edificio di uffici, lo stabilimento di produzione e i gasometri.
Questa nuova situazione è rimasta inalterata fino al 1910, quando si cominciò a pensare di spostare gli impianti per la produzione del gas nella zona del Porto San Paolo con la speranza di connettere la città al mare attraverso il Tevere e la realizzazione di un canale navigabile.
Nonostante questi spostamenti, gli impianti e le strutture presenti al Circo Massimo rimasero in piedi fino al 1934 quando iniziò un generale riordinamento dell’area. È in quel momento che la valle venne liberata da tutti i capannoni e dagli edifici industriali che l’avevano occupata e divenne il prato che vediamo tuttora, mentre la Torre dei Frangipane venne isolata e restaurata.