Valerio Mattioli è uno scrittore, editor, organizzatore di rassegne e varie altre cose. In questo post, che ha pubblicato originariamente sulla propria pagina Facebook, propone di tutelare l’opera di Geco, il writer arrestato a fine 2020 nell’ambito di una operazione della Polizia municipale molto mediatizzata (e criticata).
È Geco il più importante artista romano della sua generazione?
Risposta: ovviamente sì.
Probabilmente è anzi il più importante artista romano di tempi di, boh, BERNINI, visto il marchio che ha saputo imprimere su tutta la città, finanche nei suoi angoli più sperduti, remoti, improbabili: ti ritrovi per caso alla Cecchignola, giri un angolo e bum, eccolo lì. Ti lasciano per sbaglio a Borgata Massimina, ed eccolo di nuovo a caratteri cubitali su un muro. Aspetti l’autobus a Grotte Celoni, e immancabile compare un suo sticker, una sua tag, o se sei fortunato una delle sue opere monumentali tipo la celeberrima firma sul mercato di viale Magna Grecia, forse il suo capolavoro.
Una vera e propria opus magnum dai caratteri alchemici su una scala mai tentata prima: la firma “GECO” è talmente OVUNQUE dall’essere diventata un sigillo il cui reale significato resta sempre al di là della comprensione del passante, dell’osservatore, di chi la città la attraversa, di chi la abita. È un’opera talmente ciclopica, titanica, sovrumana, da tramutarsi in puro atto magico, capace per giunta di alterare i caratteri di un’intera città, ormai inscindibile dalla sua presenza.
Bene: quest’opera va preservata. Anzi, che dico: quest’opera va TUTELATA.
Alcuni lavori di Geco sono stati cancellati dai paladini del decoro (ORRORE!), altri ancora stanno subendo l’incuria del tempo, altri rischiano di essere spazzati via dalla furia dei lavori per il superbonus 110%.
Urge un intervento se non vogliamo perdere la più imponente, ambiziosa, forse persino la più delirante impresa artistica della Roma contemporanea.
Urge una GECO PRESERVATION SOCIETY.
Grazie.
- Una volta in via Vigna Jacobini
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