Campo de’ Fiori non è una piazza
Il primo indizio, ovviamente, è già nel nome: Campo e non Piazza de’ Fiori. Il secondo, forse più importante, lo potete scoprire andando lì e guardandovi attorno. Vedete forse una chiesa? E vi viene in mente un’altra piazza del centro storico di Roma, dove almeno una chiesetta minuscola, più o meno bella, più o meno recente, non sia stata realizzata? Infine il terzo indizio è a Palazzo Orsini: il suo ingresso non dà su Campo de’ Fiori. Strano, no?
No, Campo de’ Fiori non è una piazza. O perlomeno non è stata considerata così per tantissimo tempo. D’altronde, fino al Quattrocento, la piazza non esisteva proprio. Al suo posto vi era un prato fiorito con alcuni orti coltivati, da cui il nome. E non date retta a chi dice che invece il suo nome a Flora, la donna amata da Pompeo, che per onorarla ha costruito lì il suo teatro: sono solo leggende.
La storia di Campo de’ Fiori
Certo, nell’area dove ora è Campo de’ Fiori c’era davvero il Teatro di Pompeo, anche se non c’era nessuna Flora. Nel Duecento la famiglia Orsini acquistò i terreni e vi costruì il suo castello, poi trasformato in palazzo. Visto che il luogo era in una posizione importante lungo il tragitto che conduceva al Vaticano, nel 1456, Papa Callisto III fece lastricare la zona.
Questo rinnovamento e queste migliorie urbanistiche, fecero sì che l’area acquistasse rapidamente prestigio e, perciò, vari palazzi importanti vennero costruiti nelle immediate vicinanze, come ad esempio il palazzo della Cancelleria e il palazzo della famiglia Farnese.
In quegli anni Campo de’ Fiori divenne la sede di un fiorente mercato dei cavalli, che si teneva due volte la settimana. Anche per via del mercato, nei dintorni sorsero alberghi, locande e botteghe. All’angolo con via dei Cappellari è ancora visibile la Locanda del Gallo, che fu proprietà di Vannozza Cattanei, l’amante di papa Alessandro VI, nonché madre di Lucrezia Borgia.
La piazza si cominciò a ritenerla tale solo dopo il 1858 quando furono demolite alcune case esistenti sul lato nord, tra via dei Baullari e vicolo del Gallo, spostando nella nuova area recuperata la copia della fontana della Terrina, oggi in piazza della chiesa nuova.
La statua di Giordano Bruno
Con l’annessione di Roma al regno d’Italia e lo scontro frontale fra il nuovo stato e il papato, Campo de’ Fiori entra al centro della politica internazionale, per via del progetto di realizzare una statua in onore di Giordano Bruno, considerato un martire dell’oscurantismo ecclesiastico e che proprio a Campo de’ Fiori era stato arso vivo.
Da una parte la Chiesa cerca di fare di tutto per impedire la realizzazione del monumento. Dall’altra si crea un comitato internazionale a favore della sua costruzione, di cui faranno parte anche noti intellettuali stranieri come Victor Hugo ed Henrik Ibsen. Dopo una battaglia durata tredici anni, la statua viene finalmente inaugurata il 9 giugno 1889.
Ancora quarant’anni dopo, però, ne 1929, alla firma dei Patti Lateranensi, il papa cercò di ritornare sull’argomento e, fra le clausole dell’accordo, propose di inserire anche l’abbattimento della statua di Campo de’ Fiori. Mussolini però riuscì ad opporsi e a far cassare quell’articolo. E forse questa è una di quelle rare e famigerate “cose buone” del Duce, di cui a volte si sente parlare.
Il mercato
Il vivace e pittoresco mercato che ancora oggi anima la piazza, è uno degli ultimi lasciti del Papa re. Fu inaugurato infatti nel 1869, appena un anno prima dell’arrivo dei bersaglieri attraverso la breccia di Porta Pia.
Il mercato divenne così caratteristico e famoso, da essere scelto come protagonista di un famoso film del 1943, intitolato proprio Campo de’ Fiori e che ha tra i principali interpreti due grandissimi attori romani come Anna Magnani e Aldo Fabrizi, oltre alla partecipazione di Peppino De Filippo.
Oggi Campo de’ Fiori è divenuto anche uno dei ritrovi notturni preferiti dai romani e dai turisti, grazie alla presenza di molti locali, centro fra i più frequentati della movida capitolina.