Amazoniade: un anno di lavoro nell’hub Amazon di Passo Corese
Venerdì 25 novembre, in coincidenza col Black Friday invernale 2022 di Amazon, ma anche con l’iniziativa internazionale dei sindacati per ricordare i diritti di chi in Amazon ci lavora – è di pochi giorni fa la notizia che il colosso dell’ecommerce intende sbarazzarsi di 10.000 dipendenti – esce “Amazoniade. Un anno nel magazzino di Passo Corese”.
Si tratta di un longform web che alterna testi e video realizzati dal nostro Massimiliano Cacciotti e le illustrazioni di Emanuele Giacopetti, operaio e disegnatore genovese attento ai temi sociali e politici (nel 2015 ha partecipato al reportage collettivo Do you remember Balkan Route? e dal 2020 cura le illustrazioni di “Memoriae – Territori nazifascisti 1943-45” sito e serie di libri per la memoria antifascista nelle scuole).
Nei 20 capitoli in cui si snoda il racconto di questa (metaforica) discesa agli inferi e ritorno – come chiarisce subito la citazione iniziale di Pasolini – Cacciotti ripercorre 12 mesi di lavoro nel grande centro di distribuzione situato al confine tra Roma nord e il reatino, nel pieno della pandemia, gettando uno sguardo ironico e disincantato al “sistema Amazon”.
Lo fa non col distacco del giornalista che si imbuca per qualche tempo in un ambiente estraneo pagato dalla propria testata per fare un reportage. Nel 2020 infatti Cacciotti, travolto anche lui dagli effetti del coronavirus, è rimasto davvero senza lavoro e ha scelto, come tanti altri, di giocarsi la carta Amazon, un contratto a tempo di tre mesi rinnovabili diventati, di rinnovo in rinnovo, un intero anno, in cui ha vissuto da vero magazziniere di Amazon, ma ha mantenuto lo sguardo attento e curioso del cronista che cerca di capire come funziona il meccanismo di precisione messo su da Jeff Bezos quasi trent’anni fa in uno scantinato di Washington e rivelatosi una vera e propria slot machine miliardaria.
E così accanto al racconto dei fatti, si susseguono le riflessioni del protagonista, tra il serio e il faceto, in una costante tensione a cogliere l’imprevisto o l’evento bizzarro sempre in agguato dietro l’algoritmica monotonia delle procedure (come i sauri e dinosauri che ogni tanto si affacciano dalle illustrazioni a tratti surreali di Giacopetti) e a smascherare dietro la retorica un po’ paternalista degli slogan aziendali la logica di una macchina tanto infernale, appunto, quanto (quasi) perfetta, progettata per sfruttare le più moderne tecnologie estraendo il massimo della produttività dai dipendenti.
L’autore si interroga, ad esempio, sul perché Amazon a volte appaia più incline a pubblicizzare i propri dipendenti che gli articoli presenti sulla sua piattaforma. “Pubblicizzano i dipendenti. Pubblicizzano quanto è fico lavorare da Amazon. Ma se è così fico perché lo devi dire in TV, spendendoci pure dei soldi? A che serve? A chi lo stai dicendo? Ma che, allora, il vero prodotto di Amazon siamo noi, i dipendenti, non i pacchi? Siamo noi i veri pacchi? Il capitale umano? Boh. Vallo a sapere.”
E, tornato a casa dal magazzino dopo un turno di notte, accendendo un podcast dello storico Alessandro Barbero per prendere sonno, scopre uno strano parallelismo tra la logica con cui i generali dell’epoca napoleonica insegnavano a marciare ai propri soldati e quella con cui i packer di Amazon “paccano” gli ordini dei clienti: 77 passi al minuto per i fanti, 77 pacchi all’ora per i packer e sono ancora pochi per soddisfare i ritmi produttivi richiesti dal colosso di Seattle ai dipendenti. I colleghi del protagonista perlopiù cercano di adeguarsi a questi ritmi pur di ottenere l’agognato blue badge, il cartellino blu che distingue i lavoratori a tempo indeterminato, assunti direttamente da Amazon dopo una serie di contratti a termine alle dipendenze di qualche agenzia di lavoro interinale. Ma alla fine sarà proprio vero che a essere premiati saranno i più “meritevoli”?
Amazoniade è il terzo lavoro pubblicato da PuntoCritico sull’argomento dopo “Amazoniani. Lavoro, precarietà e lotte dei lavoratori Amazon” (2021), il podcast uscito un anno fa su Spreaker, diventato anche spettacolo teatrale e attualmente in concorso per l’undicesima edizione del premio giornalistico Marco Rossi “Raccontare il lavoro”, e “MappiAmazon” (2022), uno studio sulla rete di distribuzione italiana di Amazon. PuntoCritico, “gruppo di attivisti politici e sindacali che si ostinano a pensare che per creare una società migliore bisogna fare la rivoluzione”, così si definiscono, ha deciso sin dall’inizio di questo progetto sul “sistema Amazon” di adottare un approccio che unisce ricerca e narrazione allo scopo di raggiungere un pubblico più ampio di quello raggiungibile mediante un lavoro di taglio accademico. Anche perché “il nostro obiettivo – ci spiegano – è quello di parlare anche ai lavoratori e non solo a quelli di Amazon, perché Amazon, in realtà, rischia di diventare un’anticipazione del lavoro del futuro e persino della società del futuro. Una società in cui si lavora da casa, soli davanti a un computer, si compra da casa e anche quando si sta a migliaia nello stesso posto di lavoro è vietato socializzare e affrontare i problemi collettivamente”.