Il primo stadio della Roma
Qualcuno lo conosce anche come il campo dei “Cessati Spiriti”. Ebbene no, il primo stadio della Roma non fu il leggendario “Campo Testaccio”, che entrò in attività solo nel 1929, bensì Il “Motovelodromo Appio”, un impianto sportivo costruito nel 1910 nel quartiere Tuscolano, presso Largo dei Colli Albani.
Il nome di “Montevelodromo” fa capire subito che si trattava di un impianto sportivo polifunzionale, con una pista sopraelevata di 400 metri, adatta ad ospitare gare di ciclismo e di motociclismo.
Dal 1912 al 1925 l’impianto ospitò l’Audace Roma, una delle numerose squadre – molte delle quali poi fallite – che in quegli anni la Capitale poteva vantare nelle principali serie calcistiche, che ancora non avevano assunto il nome di “Serie A” e “Serie B” con cui oggi le conosciamo.
Nel 1926 furono effettuati dei lavori di rifacimento dell’impianto, che venne dotato di una rete metallica per separare il pubblico dagli atleti. Sotto la Tribuna Centrale erano presenti ampi locali messi a disposizione per spogliatoi, docce e uffici.
Nel 1927, con la nascita dell’Associazione Sportiva Roma, si decise di utilizzare questo impianto per fare esordire i giallorossi. È perciò in questo impianto che, nella stagione 1927-28, si gioca la prima giornata di campionato.
È domenica 25 settembre 1927, l’incontro in programma è Roma-Livorno. Di fronte a diecimila spettatori, per i “lupacchiotti” è un trionfo: i padroni di casa vincono 2-0 contro i toscani. Una vittoria che risulterà fondamentale alla fine del campionato. In quella stagione d’esordio, infatti, la Roma si salverà dalla retrocessione per un solo punto, proprio ai danni del Livorno.
Anche le due stagioni successive, quella 1927-1928 e quella 1928-29, vengono giocate al “Montevelodromo Appio”, finché nel novembre 1929, i giallorossi si trasferiscono a Testaccio, in un impianto di proprietà dell’AS Roma – il leggendario “Campo Testaccio” – dove resteranno fino al 1940.
Il Montevelodromo, senza più le partite casalinghe della Roma, cominciò a specializzarsi soprattutto su eventi ciclistici e motociclistici, anche se, negli anni Cinquanta, tornò ad ospitare anche il calcio, divenendo l’impianto ufficiale della “Chinotto Neri” – poi “Tevere Roma” – una squadra che partecipava al Campionato Nazionale di Calcio di Serie C.
Con l’assegnazione alla città di Roma delle Olimpiadi del 1960, l’impianto fu rimpiazzato dal nuovo velodromo Olimpico dell’Eur. Lo stadio di Largo Colli Albani fu perciò smontato e al suo posto sorsero delle palazzine. Oggi l’unica traccia dell’impianto è il nome di una strada, via del Velodromo, che si trova lungo quello che fu il lato delle vecchie tribune.
Per chi avesse nostalgia di quel vecchio stadio, restano però le immagini di alcuni film, come il noto “L famiglia Brambilla in vacanza”, pellicola del 1941, in cui le immagini – al minuto 5.30 – di un giovane Massimo Girotti, nel ruolo del calciatore, con la bella Nanà che lo acclama dagli spalti, sono girate proprio al Montevelodromo.